Le proteine potrebbero giocare un ruolo chiave in una dieta ben equilibrata e per contrastare gli aumenti di peso.
Spesso infatti la fame è legata a una carenza di proteine che ci porta a cercare calorie altrove spingendoci verso regimi alimentari poco sani per il nostro corpo.
È cosa ormai risaputa che l’obesità è una condizione sempre più diffusa e con conseguenze di vasta portata per la salute pubblica. Lo dicono i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo l’Oms infatti dal 1980 il numero delle persone obese nel mondo è praticamente raddoppiato. Nel 2014 oltre 1,9 miliardi di adulti erano in condizione di sovrappeso, e tra questi oltre 600 milioni di obesi.
Un boom dovuto al fatto che problemi come obesità e sovrappeso, un tempo considerati appannaggio dei soli Paesi ricchi, adesso si sono estesi anche ai Paesi a basso e medio reddito, dove questi fenomeni sono in aumento in particolare nei centri urbani. Basti pensare che in Africa il numero dei bambini che hanno problemi di sovrappeso o obesità è quasi raddoppiato, passando dai 5,4 milioni del 1990 ai 10,6 milioni del 2014. Sempre nel 2014, circa 41 milioni di bambini sotto i 5 anni di età risultavano in sovrappeso o obesi.
Obesità e sovrappeso: come un’epidemia
Obesità e sovrappeso sono da tempo riconosciuti come problemi di salute pubblica. Infatti l’obesità è un fattore di rischio per tutta una serie di condizioni e malattie croniche. Tra queste vanno annoverate le malattie ischemiche del cuore, l’ictus, l’ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, le osteoartriti e alcuni tipi di cancro (corpo dell’utero, colon e mammella).
Ancora l’Oms ricorda che sovrappeso o obesità hanno causato oltre 4 milioni di morti nel 2017 e che i tassi di sovrappeso e obesità tra i bambini e gli adolescenti sono più che quadruplicati dal 1975. Sono molte le ragioni e i fattori all’origine di quella che col tempo ha assunto le proporzioni di una epidemia.
Di recente però un articolo di David Raubenheimer e Stephen J. Simpson apparso sul Philosophical Transactions of the Royal Society B si è focalizzato su una delle più recenti teorie sulle cause dell’obesità: la cosiddetta «ipotesi della leva proteica».
Ecco come le proteine aiutano a perdere peso
Ma cosa si intende con questa ipotesi della leva proteica? Questa teoria prende le mosse da un fatto, ossia che il cibo che mangiamo ci fornisce energia sotto forma di calorie. Calorie che possono assumere tre forme fondamentali, cioè carboidrati, grassi e proteine.
Secondo l’ipotesi della leva proteica, sostanzialmente quando non consumiamo abbastanza proteine ci sentiremo affamati anche se otteniamo calorie da altre fonti. Si tratta di una teoria che potrebbe avere una certa validità, come spiega a Medical News Today Megan Wroe, manager del benessere e dietista registrata presso il Centro benessere del Providence St. Jude Medical Center della California.
«Fondamentalmente, quando non assumi abbastanza calorie dalle proteine rispetto alle calorie provenienti da carboidrati e grassi, finisci per mangiare più calorie nel tentativo di soddisfare il fabbisogno proteico minimo e spesso puoi finire per mangiare troppo in generale», ha spiegato l’esperta.
«Seguire una dieta ricca di questi alimenti processati può portare a un basso apporto di proteine rispetto a carboidrati e grassi, creando un apporto proteico inferiore a quello ottimale», prosegue la dietista. «Secondo la teoria della leva proteica, questo spinge a mangiare troppo nel tentativo di soddisfare il fabbisogno proteico e potrebbe essere una spiegazione per l’epidemia di obesità negli Stati Uniti».
Quali sono i luoghi al mondo dove la leva proteica tende ad essere più rilevante? Nelle aree maggiormente industrializzate, a partire appunto dagli Stati Uniti, dove i cibi ultraprocessati ricchi di zuccheri (un carboidrato) e grassi spesso sono più convenienti e più facilmente disponibili rispetto agli alimenti freschi.
Leva proteica, come può aiutarci col peso in eccesso
Sul piano teorico la leva proteica può essere “azionata” in diversi modi risultando sempre utile per gestire la perdita di peso o per mantenere un sano peso forma. Per esempio consumare intenzionalmente proteine potrebbe farci evitare la sensazione di fame che altrimenti potrebbe spingerci a mangiare più del dovuto. Ci sono diversi modi per integrare le leva proteica nella nostra dieta quotidiana.
Ad esempio, spiega sempre a Medical News Today il dietista Jordan Hill (Top Nutrition Coaching), «potremmo evitare che [la leva proteica] contribuisca all’obesità dando priorità agli alimenti ricchi di proteine durante i pasti e gli spuntini, puntando a pasti equilibrati, rimanendo idratati e gestendo le dimensioni delle porzioni». Un’altra strategia può essere quella di optare, quando mangiamo cereali, per quelli integrali. In questo modo andremo «ad aumentare il contenuto di proteine e fibre», aggiunge Hill.
Non bisogna esagerare però. Tutto questo non significa affatto che le proteine debbano essere la nostra sola e esclusiva fonte di apporto calorico, tagliando tutto il resto. Una dieta a base di sole proteine potrebbe infatti portare ad altre conseguenze negative per la salute.
Attenzione alle diete poco bilanciate, ricorda Hill. «È importante notare che i carboidrati e i grassi svolgono un ruolo unico nel corpo e sono anche nutrienti essenziali per condurre uno stile di vita sano. Si consiglia di puntare all’equilibrio e alla moderazione tra i tre macronutrienti e lavorare con un dietista qualificato può aiutare le persone a scoprire quale può essere per loro la quantità appropriata di ciascun nutriente».
Obesità, evitare le semplificazioni
Gli esperti ricordano infatti che non esiste un’unica causa di obesità. L’ipotesi della leva proteica è soltanto un potenziale fattore tra gli altri, non il solo. Tra questi vanno considerati anche fattori genetici, comportamentali, culturali e perfino geopolitici.
«Non esiste mai una risposta univoca ai problemi alimentari» puntualizza Wroe . Ma è altrettanto vero che «le proteine sono un nutriente fondamentale e direttamente correlato alla sazietà, alla forza, alla salute immunitaria e al peso sano». Perciò «dare priorità alle proteine nei pasti e negli spuntini è una buona idea per molte ragioni».
Inoltre l’effetto della leva proteica può essere anche piuttosto complesso: infatti il fabbisogno proteico può essere estremamente variabile. Può cambiare da persona a persona e anche mutare nell’arco della vita. Il fabbisogno nutrizionale non è sempre lo stesso: si modifica nel corso del tempo. Muta a mano a mano che andiamo in là con gli anni e passiamo attraverso le varie fasi della nostra vita.
Diverso ad esempio il fabbisogno di una donna che ha avuto un bambino. Un altro il quantitativo di proteine necessarie a un atleta e un altro ancora il fabbisogno di chi sta per sottoporsi a un intervento chirurgico. Anche condizioni di salute come il diabete possono essere correlate al fabbisogno proteico e all’obesità. E lo stesso vale per le tappe fondamentali del nostro sviluppo.
Così ad esempio, spiega Hill, «neonati, bambini e adolescenti tendono ad aver bisogno di un quantitativo relativamente elevato di proteine per supportare la loro crescita e il loro sviluppo». Mentre invece «quando le persone entrano nell’età adulta, il fabbisogno proteico nella maggior parte dei casi si stabilizza». Un fabbisogno che cambia ancora quando una persona entra in un’età più matura. In questo caso «ha un fabbisogno proteico leggermente aumentato a causa della perdita muscolare dovuta all’età (sarcopenia)», sottolinea l’esperto dietista.
Come le proteine possono aiutare nella lotta contro sovrappeso e obesità
Dunque le proteine possono essere la chiave per la prevenzione dell’obesità? Premessa necessaria: l’ipotesi della leva proteica è detta così non a caso: perché si tratta appunto di un’ipotesi. È interessante notare che i due autori dell’articolo che ha rilanciato l’ipotesi della leva proteica – Raubenheimer e Simpson – sono gli stessi che nel 2005 la formularono.
«Da allora – fa notare Hill –, il concetto di leva proteica ha guadagnato attenzione nel campo della nutrizione ed è stato oggetto di ulteriori ricerche e discussioni. Tuttavia, non è necessariamente universalmente accettato o considerato un concetto ben consolidato e necessita ancora di ulteriori ricerche».
In questo loro lavoro più recente i due autori sostengono che l’ascesa dell’obesità a livello planetario è uno dei problemi di salute pubblica al tempo stesso più semplici e più complessi.
Ma non tutti gli esperti concordano con la loro analisi. Tra questi c’è la dottoressa Amanda Velazquez, direttrice di Medicina dell’obesità presso il Centro per la gestione del peso e la salute metabolica del Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles. A Medical News Today la dottoressa Velazquez spiega che l’obesità «non è semplice in alcun modo». Parliamo, prosegue la dottoressa, di «una malattia medica complessa con numerosi fattori che contribuiscono, inclusi fattori controllabili e incontrollabili». Invece l’articolo di Raubenheimer e Simpson ha il torto, agli occhi della dottoressa di Los Angeles, di «semplificare eccessivamente la “causa” dell’obesità».
Ciò detto, precisa Velazquez, «l’ipotesi della leva proteica è plausibile». Tuttavia non c’è ancora un numero sufficiente di studi per poter affermare che «questa ipotesi sia uno dei principali fattori che contribuiscono [alla sovralimentazione]».