Incredibile scoperta sull’istante che precede la morte: ecco cosa succede al nostro cervello poco prima di esalare l’ultimo respiro.
Sia che siate religiosi sia che siate atei, sicuramente vi siete chiesti almeno una volta nella vita cosa possa accadere quando le nostre funzioni vitali cessano di funzionare e moriamo. L’essere umano si chiede sin da quando ha coscienza se ci sia un altro piano esistenziale e se la vita che stiamo affrontando in maniera cosciente possa avere un seguito o sia l’unico sprazzo di coscienza che ci viene concesso nell’arco infinito dell’esistenza dell’universo.
Il pensiero che la nostra vita sia fine a se stessa è qualcosa che ci tormenta, motivo per cui molti non accettano che il nostro vagare per il mondo sia privo di una finalità più alta. C’è chi trova risposta al senso della vita credendo ad un dio che ci ha messo al mondo, chi addirittura che la nostra permanenza sulla terra sia una pena da pagare per peccati ancestrali e che la vera vita cominci dopo la morte terrena.
Qualunque sia la vostra opinione a riguardo, ad oggi non esiste una prova certa di ciò che accade alla nostra coscienza una volta che le funzioni vitali del nostro corpo si sono spente. L’unico possibile contatto con l’aldilà di cui abbiamo avuto notizia sono le esperienze premorte, ovvero i ricordi o i sogni di quelle persone che hanno rischiato di morire o sono morte per qualche secondo ma che sono sopravvissute per raccontarlo.
Cosa succede al nostro cervello poco prima della morte?
I racconti di chi ha vissuto esperienze così estreme tendono a somigliarsi tutti. C’è chi ha visto una luce intensa, chi si è trovato all’interno di un tunnel, chi addirittura ha visto una porzione del paradiso e chi ha addirittura incontrato Dio. Con ogni probabilità si tratta di sogni, di immagini create dal nostro cervello prima di cessare la sua attività.
Una possibile conferma a questa teoria ci giunge da uno studio condotto su quattro persone affetta da convulsioni in vita. I quattro soggetti erano tenuti in vita dai macchinari e il sostegno vitale è stato staccato dopo aver ottenuto il consenso dei familiari. Gli autori dello studio hanno ottenuto il consenso di monitorare l’attività cerebrale durante tutto il processo.
Due dei quattro soggetti studiati, dopo lo spegnimento delle macchine hanno fatto registrare un aumento dell’attività cardiaca e dell’emissione delle onde gamma, attività cerebrale che si considera legata alla coscienza. L’attività è stata registrata nella parte posteriore del cervello e si pensa che si possa trattare di un “risveglio interno” delle funzionalità cerebrali.
Quest’area è correlata ai sogni, alle allucinazioni visive durante le convulsioni e agli stati alterati di coscienza. È dunque possibile che le visioni raccontate da chi ha avuto un’esperienza pre morte siano collegate a questa attività cerebrale che pare attivarsi in alcuni soggetti le cui funzionalità vitali cessano di funzionare.
