Si avvicina il momento delle vacanze al mare e in montagna e le fastidiose punture di insetti sono dietro l’angolo. Ecco cosa fare per vespe, zanzare e meduse
Dopo un lungo inverno e uno dei mesi di maggio più piovosi di sempre, siamo finalmente alle porte dell’estate. Sebbene in molte città italiane il meteo non sia ancora tipicamente estivo, con acquazzoni e temporali all’ordine del giorno, in realtà mancano pochissimi giorni all’inizio della stagione più calda. Impossibile quindi non pensare alle vacanze e alle ferie, da trascorrere al mare o in montagna per godersi qualche giorno di relax assoluto. C’è sempre però un pericolo dietro l’angolo, che può rovinare il riposo: le punture d’insetto.
Uno dei pericoli più temuti da grandi e piccoli, quando si entra nel mare, è quello della puntura di medusa: fastidiosa e urticante, può davvero rovinare una giornata di vacanza. E che dire delle zanzare, il cui ronzio nelle orecchie può rendere la notte un vero e proprio incubo senza precedenti? Non parliamo poi delle vespe, minacciose e dal morso pericoloso. Insomma: sapersi difendere dalle punture di insetto e, nel caso pungano, sapere come intervenire è fondamentale per trascorrere una vacanza in pace e tranquillità. Ecco cosa c’è da conoscere.
Cosa verificare subito dopo essere stati punti
Innanzitutto, ci sono tutta una serie di accorgimenti che vanno presi indipendentemente da quale sia l’animale che ci ha punti: sono regole base per verificare lo stato di salute della persona. Fondamentale è verificare che ci sia uno stato di calma reale e sostenibile: l’agitazione accelera il battito cardiaco e questo, nel caso in cui l’animale sia velenoso, favorisce la diffusione del veleno nel corpo della persona. Inoltre, è importante provare a rimuovere il veleno, estraendo dalla pelle eventuali residui dell’animale che ci ha punti: per quanto possa essere doloroso, prima lo si fa e meno rischi si corrono.
Ogni puntura di insetto o animale velenoso può scatenare effetti indesiderati che vanno dal classico prurito e gonfiore fino a febbre, dolori sparsi e diffusi, difficoltà respiratorie, vomito o addirittura shock anafilattico. Nessun sintomo va quindi sottovalutato, se compare dopo la puntura: non appena si intravedono delle complicazioni, è bene contattare un medico.
La puntura di medusa
Tipica del periodo estivo è la puntura di medusa. Non appena si arriva in spiaggia, dopo un lungo inverno trascorso in casa e al freddo, ciò che tutti vogliono fare è togliersi i vestiti per godersi un fresco e rilassante bagno in mare. Quante volte succede però che, presi dall’entusiasmo, non vediamo la medusa che circola attorno a noi? In un attimo, avvertiamo un bruciore della pelle mai provato prima, abbassiamo gli occhi e la vediamo sgattaiolare via: ci ha “morsi”.
Non appena ce ne si rende conto, è importante lavare la parte con acqua di mare, che favorisce la rottura delle strutture urticanti rimaste sulla cute. Inoltre, attraverso un coltello usato di piatto o una tessera di plastica rigida bisogna eliminare tutti i filamenti residui dalla pelle, applicando poi un gel astringente per lenire il prurito e impedire alle tossine di diffondersi. Evitare al massimo di usare urina, alcol, aceto o ammoniaca poiché potrebbero aumentare l’infiammazione, così come evitare di grattare o strofinare la parte interessata.
La puntura di zanzara e quella di cimice
Diverse, invece, le situazioni in cui si viene punti da una zanzara o da una cimice. La prima si trova soprattutto nelle località più calde come cittadine dal clima continentale o zone marittime, dove l’umidità regna sovrana. Questi insetti hanno una saliva che, quando entra in contatto con la pelle, causa una piccola reazione allergica che comporta prurito, gonfiore e arrossamento. Per attenuare questi sintomi è utile il gel all’aloe, un impacco con bicarbonato di sodio e acqua o anche l’essenza di bergamotto, quella di eucalipto e l’olio di lavanda.
Per la cimice, invece, bisogna stare attenti soprattutto ai materassi, ai cuscini, ai divani e alle poltrone: il suo morso causa un grande fastidio e, sebbene duri pochi giorni, in alcuni casi può causare lesioni difficili da guarire. Per evitare che la cimice entri nei vestiti e ci punga nuovamente, è bene lavare tutto quello che è stato a contatto con la superficie potenzialmente infetta.
Puntura di vespa e di calabrone
Diffuse sia al mare che in montagna, le api, le vespe e i calabroni sono alcune delle calamità tipiche della primavera e dell’estate, a qualsiasi latitudine e longitudine d’Italia. Se, dopo il morso di vespa, il pungiglione è ancora presente, allora questo va rimosso entro 20 secondi: si deve poi applicare del ghiaccio così da ridurre l’infiammazione e lavare la zona con acqua fredda.
Se in seguito al morso ci sono reazioni insolite o particolarmente forti, è meglio rivolgersi a un medico, il quale valuterà la somministrazione di cortisonici ad uso topico o antistaminici per via orale.