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Covid, l’aumento di casi preoccupa: come riconoscere le varianti

C’è preoccupazione nell’aria. I casi di Covid-19 stanno aumentando, le nuove varianti si diffondono: ecco cosa serve sapere

Che non fosse finita lo sapevamo: qualsiasi esperto, alla fine dell’ultimo lockdown che ci ha costretti tutti a casa, ha voluto sottolineare come quello del Sars-CoV-2 sia un virus insidioso, che non se ne sarebbe andato facilmente. E infatti è proprio così: dal 2020 ad oggi ha continuato a circolare, producendo malattie spesso più leggere di quelle che causava nel 2020 anche grazie ai vaccini ed oggi, per via di alcune varianti resistenti ai farmaci, siamo di nuovo qui a preoccuparci. Ecco infatti qual è la situazione.

Covid-19, come riconoscere le varianti: c’è preoccupazione (grantennistoscana.it)

Dopo mesi, se non anni, in cui i numeri legati alle positività e alle morti per Covid-19 erano in netta discesa, in questi giorni invece anche l’Italia sta vivendo un aumento di contagi. Tale situazione coinvolge pressoché tutto il mondo e, proprio in vista dell’autunno e delle stagioni più fredde, la preoccupazione aumenta, soprattutto in merito alle conseguenze per le persone fragili ed anziane. La variante che ad oggi preoccupa di più è Eris (EG.5), anche se anche la Pirola (BA.2.86) non scherza: ecco qual è la situazione e cosa serve sapere.

La situazione in Italia

Rispetto a due settimane fa, quindi agli ultimi giorni di agosto,  settimana scorsa in Italia sono state riscontrate 21.309 positività, con un aumento del 44%. Causa di questa impennata non è solo la variante in sé e per sé, ma anche un abbassamento fisiologico delle protezioni e delle difese, conseguente alla diminuzione della percezione del rischio: di fatto, però, ci conviene cambiare subito rotta e ricominciare a prendere alcuni provvedimenti, poiché come ormai sappiamo questo 44% è solo la punta di un iceberg profondo. A determinare la pericolosità delle varianti sono le modificazioni che avvengono a livello della proteina Spike: per quanto al momento non ci siano prove di una maggiore patogenicità della variante Pirola, di fatto si teme soprattutto per fragili e anziani.

Covid-19, casi in aumento: le varianti in circolazione (grantennistoscana.it)

Sia Eris che Pirola, secondo quanto riferiscono gli esperti, danno sintomi molto simili a quelli già sperimentati da molti di noi durante la pandemia. Si parla quindi di naso che cola, mal di gola, raffreddore e tosse, quindi una congestione delle vie aeree superiori che può essere accompagnata da febbre alta e perdita di gusto e olfatto.

La situazione dei vaccini contro le varianti

Altro tema molto importante, soprattutto in vista dell’autunno, è quello dei vaccini rispetto alle nuove varianti. Le case farmaceutiche stanno continuando a lavorarci, così da poterlo offrire a tutti in sede di vaccinazione antinfluenzale e, secondo i primi report, gli esperti sembrano ottimistici poiché la protezione sembra essere notevole. La variante che attira più attenzione e preoccupazione è Pirola, poiché i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie americani hanno rilevato che questa potrebbe superare l’immunità esistente da infezioni  o vaccinazioni precedenti, rischio che invece non sembra sussistere per Eris.

I vaccini contro le varianti di Sars-CoV-2: il punto della situazione (grantennistoscana.it)

Di fatto, quindi, si rivela fondamentale la vaccinazione autunnale, che in Italia dovrebbe partire appena le dosi di vaccino saranno disponibili. Nel frattempo, le case farmaceutiche stanno condividendo i dati dei propri studi con le autorità regolatorie. In attesa che quindi tutti coloro che lo desiderano possano fare un’altra dose di vaccino, si consiglia di ricominciare con le buone abitudini di una volta, quindi lavandosi le mani spesso e in modo approfondito, allontanandosi e isolandosi dagli altri se si avvertono sintomi riferibili al Covid-19 e indossando la mascherina chirurgica laddove la si ritenga necessaria. Potrebbe essere utile, ad esempio, per anziani e fragili in contesti dove ci sono molte persone e, potenzialmente, il rischio di contagio è più alto: meglio una protezione in più che un’infezione da combattere!

Giulia Belotti

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