In estate, quando fa molto caldo, bisogna dare acqua al proprio figlio neonato? Ecco la ragione per cui non dovrai mai farlo.
L’inizio della bella stagione è sicuramente un avvento piacevole per moltissime persone, sia perché segna l’inizio di un periodo dell’anno in cui potranno finalmente concedersi uno stacco da quelle che sono le attività quotidiane tradizionali (siano esse lavoro o studio) sia perché – specialmente quest’anno – il tempo volge definitivamente al bello e si può indossare gli abiti estivi, andare al mare, alle feste in spiaggia e dormire senza più bisogno di coperte e lenzuola.
In questo 2023 subiremo una fase di trasizione più breve dall’inverno all’estate, visto che fino a qualche giorno fa le temperature erano al di sotto di quelle stagionali e le precipitazioni costanti. Ma se la bella stagione si è fatta attendere, saltando di netto la primavera, adesso dovremo fare il conto con quelle che sono le problematiche tipiche di questo periodo dell’anno.
Le temperature più alte, infatti, portano una maggiore stanchezza e sonnolenza, il caldo ci disidrata e ci fa sudare, portandoci nei casi più intensi ad avere la voglia di strapparci i vestiti di dosso e non fare altro che stare a mollo in acqua. Per ovviare alle problematiche legate al caldo bisogna cambiare alimentazione, prediligendo cibi che contengano più acqua e siano più freschi, ma bisogna anche aumentare l’idratazione attraverso un maggior consumo di acqua a cui possiamo aggiungere anche delle bevande contenenti dello zucchero.
La confusione tipica dei neo genitori
Lo stesso vale per i neonati? Chi si trova a dover affrontare per la prima volta la genitorialità è più spaventato e dubbioso su quelli che sono i comportamenti giusti da adottare per fare stare bene il figlio appena nato. In questa situazione di indecisione e paura si aggiunge spesso l’invadenza tramutata da esperienza di parenti e amici che ci sono passati prima. Un bombardamento di informazioni che ci può porre in confusione e che alle volte può infastidire e innervosire.
Se avete accolto da poco il vostro bambino in casa o comunque avete vissuto questa situazione da poco tempo sicuramente ricorderete sia la paura di commettere un errore, sia il fastidio che provavate quando qualcuno di particolarmente invadente vi diceva dove e quando sbagliavate, così come la rabbia nell’essere costantemente corretti anche quando eravate certi di fare le cose giuste.
In particolar modo genitori e suoceri, forti dell’esperienza avuta, si sentono in dovere di dare consigli. La verità, però, è che le nozioni che hanno imparato loro alcune volte sono ormai antiquate e ci sono metodologie e consigli che sono migliori per la salute del piccolo. Motivo per cui l’unica persona che dovete ascoltare quando avete un figlio piccolo è il pediatra che vi segue.
Bisogna dare acqua ai neonati in estate?
Ci chiedevamo se anche per i neonati la stagione estiva porta a dei cambiamenti nell’alimentazione e la risposta in realtà è: dipende. Se stiamo parlando infatti di un bambino appena nato e dunque che affronterà l’estate entro i suoi primi sei mesi di vita, l’alimentazione è standard sia che ci si trovi in inverno sia che ci si trovi in estate. Molti sono convinti infatti che a causa del caldo ci sia bisogno di dare al piccolo dell’acqua oltre che del latte.
Tuttavia nella fase dell’allattamento questo non è assolutamente necessario ed anzi è sconsigliato. Il latte materno e quello artificiale contengono già elevate quantità di acqua che sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno del bambino. Dare altra acqua in fase di allattamento non è necessario e non è utile a salvaguardare la salute del bimbo. In assoluto fino a che si allatta, l’introduzione dell’acqua è qualcosa che può anche essere evitata.
Quando si introduce l’acqua?
Vi chiederete a questo punto quando sia corretto introdurre l’acqua nella dieta di un neonato e la risposta in questo caso è sempre la stessa: dipende. In genere l’acqua è qualcosa che viene introdotta a partire dal settimo mese, ovvero quando si comincia la fase dello svezzamento. Il passaggio dal latte materno (e/o artificiale integrativo) ai cibi è però graduale e può essere accompagnato anche dall’allattamento.
Decidere quando smettere di allattare è una decisione che spetta alla madre del bambino, anche se di regola l’OMS consiglia di continuare a fornire al bimbo latte materno, anche se non dal seno, come alimento complementare sino ai due anni d’età. Non sempre è possibile continuare per tutto questo periodo – la produzione di latte si potrebbe estinguere anche ben prima dei due anni del bambino – in ogni caso la transizione verso i cibi inizialmente complementari varia da situazione a situazione.
L’acqua dunque può essere introdotta a partire dal settimo mese d’età del bambino. Tuttavia se la madre continua ad allattare con continuità anche nella fase iniziale dello svezzamento, l’introduzione dell’acqua non è necessaria. Come detto, nel latte ci sono quantitativi sufficienti di acqua che garantiscono al bambino di avere l’apporto di liquidi sufficiente alle proprie necessità.