Sono sempre di più le persone che, negli ultimi anni, si ritrovano a fare i conti con la depressione, ormai nota come il male del nostro secolo. Ma quali sono i soggetti maggiormente a rischio?
Sebbene spesso venga sminuita o, addirittura, stigmatizzata, la depressione è un vero e proprio disturbo che interessa la sfera psicologica. Definita come il male del secolo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una patologia che, anno dopo anno, trova una diffusione sempre maggiore. Potrebbe riguardare chiunque: uomini, donne, adulti e giovanissimi. Tuttavia, alcune categorie di persone risultano essere più a rischio.
Secondo le stime più recenti, in Italia il 20% della popolazione si ritrova a dover fare i conti con un disturbo di origine psichica. Tra i più diffusi, spiccano l’ansia e la depressione. A sottolineare tutto ciò ci ha pensato di recente lo studio Headway – Mental Health Index 2.0 ad opera del gruppo The European House. L’indagine si è concentrata su 55 diversi fattori, analizzando gli elementi “protettivi” e quelli “di rischio” quando si parla di salute mentale.
E se, da un lato, ci sono indicatori come l’accudimento da parte dei genitori, il senso di autostima e la sicurezza economica, dall’altro figurano gli abusi (sia fisici che emotivi), una bassa istruzione e le disuguaglianze sociali, solamente per citarne alcuni. Lo studio ha coinvolto i 27 Stati parte dell’Unione Europea e nel Regno Unito.
I sintomi della depressione
Ogni giorno, milioni di persone in tutto il mondo sono costrette a lottare contro la depressione. Un male invisibile che, al contrario di ciò che in molti credono, non riguarda solamente il “sentirsi molto tristi”. Tale malattia è in grado di intaccare tanto la sfera emotiva quanto quella fisica, con sintomi che si manifestano in diverse modalità.
Oltre alla sensazione di tristezza e sofferenza, la depressione si presenta attraverso la frustrazione, la mancanza di autostima, l’incapacità di concentrarsi e la perdita di interesse verso le attività e, più in generale, il mondo esterno. Insonnia, stanchezza e mancanza di appetito sono altri segnali. Nei casi più gravi, la patologia potrebbe portare coloro che ne soffrono a sviluppare pensieri suicidi e all’autolesionismo.
Tra i sintomi, ci sono anche quelli prettamente fisici, come i dolori muscolari ed il mal di testa. Ma anche le palpitazioni e la tachicardia. La depressione, come spiegato in precedenza, nell’ultimo decennio ha trovato una diffusione sempre maggiore. In particolare in tempi più recenti, con la pandemia di Covid e il lockdown. In base a quanto messo in evidenza dagli esperti, infatti, questi anni è stato registrato un aumento dei sintomi non solo depressivi ma anche ansiosi.
Il ruolo della pandemia di Covid
A soffrire maggiormente sono le generazioni più giovani. Per molti ragazzi e ragazze, il periodo segnato dalla chiusura delle scuole, dall’impossibilità di dedicarsi alle proprie attività preferite e di trovarsi con i propri coetanei è stato particolarmente alienante. La pandemia, inoltre, ha determinato una crisi nazionale ed internazionale che è finita solamente con l’ampliare il senso di insicurezza già molto diffuso nella società contemporanea.
Nel corso di un’intervista per La voce del Lazio, la dottoressa Adelia Lucattini, specializzata in psichiatria e psicoterapia, ha parlato proprio dell’impennata dei sintomi depressivi ed ansiosi tra i più giovani durante il lockdown. Ad aumentare sono state anche la loro “intensità” e “gravità”. Oltre al Covid, tuttavia, l’esperta ha sottolineato il ruolo di altri fattori.
“Il cambiamento della struttura familiare, l’utilizzo sempre più precoce dei dispositivi elettronici, l’accesso ad Internet e al web troppo presto” ha spiegato. Mentre nel caso specifico della depressione, sempre più diffusa tra i ragazzi e le ragazze, ha affermato che l’origine può essere ricercata in diverse ragioni. Tra queste, possono esserci lutti, malattie in famiglia ed elementi esterni, come catastrofi naturali.
Le categorie più a rischio
In tanti casi, però, le motivazioni sono da ricercare nelle “situazioni di incuria, di mancanza di affetto e di attenzioni” o, al contrario, di “ipercuria con un atteggiamento controllante e ossessivo” da parte dei genitori. Oltre ai giovanissimi, ad essere maggiormente esposte al rischio di sviluppare una patologia come la depressione figurano le donne.
Le cause si legano a numerosi fattori, a partire da quelli sociali. Purtroppo, infatti, sono ancora molte le donne che vivono in situazioni di violenza domestica, o che sono vittime di abusi sessuali. Le disparità tra la popolazione femminile e quella maschile, allo stesso modo, giocano un ruolo importante: non avere le stesse possibilità a livello lavorativo, per esempio, o doversi assumere maggiori responsabilità quando si parla della cura altrui sono elementi da non tralasciare.
Queste differenze si riscontrano fin dall’adolescenza. Secondo diverse ricerche, infatti, le ragazze hanno maggiori possibilità di sviluppare la depressione (pari al doppio rispetto ai ragazzi). E, oltre ai fattori sociali, ci sono anche motivi legati all’aspetto genetico, alle fluttuazioni degli ormoni, e anche alla percezione del proprio corpo.