Tra le diete estive più gettonate c’è quella del “digiuno intermittente”. Ma dalla scienza arriva un monito inquietante.
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della dieta del digiuno intermittente. È un po’ il tormentone di questa calda estate, con il caldo torrido che ci toglie anche la voglia di mangiare. Ma quella dell’astinenza programmata dal cibo, in realtà, è una moda diffusa ormai da tempo. Complice anche la sponsorizzazione di celebrities come Jennifer Aniston, Kourtney Kardashian e Gwyneth Paltrow, e l’approvazione di medici e nutrizionisti che ne esaltano i benefici. Ora, però, dal mondo della scienza giunge un’altra verità.
Diciamolo subito senza girarci troppo intorno: il digiuno intermittente potrebbe effettivamente essere malsano. Questo è quanto un recente studio ha rivelato dopo aver analizzato gli effetti a 360 gradi della popolare dieta. Limitare il consumo di alimenti a una ridotta finestra temporale diurna nuoce potenzialmente alla salute. Vediamo nel dettaglio perché.
La ricerca, pubblicata sull’autorevole International Journal of Epidemiology, ha monitorato le abitudini alimentari di oltre 103.000 adulti (il 79% dei quali donne) per una media di sette anni. Ebbene, si sono riscontrati ben 963 nuovi casi di diabete di tipo 2 tra i partecipanti allo studio. E i soggetti che facevano regolarmente colazione dopo le 9 del mattino avevano un tasso più alto del 59% di diabete di tipo 2 rispetto a quelli che la facevano prima delle 8.
“Biologicamente è del tutto sensato, poiché saltare la colazione influenza notoriamente il controllo del glucosio e dei lipidi, così come i livelli di insulina“, ha dichiarato Anna Palomar-Cros, autrice principale dello studio, in un comunicato stampa. “I risultati sono coerenti con due meta-analisi che concludono che saltare la colazione aumenta il rischio di diabete di tipo 2“, ha aggiunto Palomar-Cros.
Un’altra abitudine che sembra aumentare il rischio di diabete di tipo 2 è quella di cenare tardi (cioè dopo le 10 di sera). Al contrario, mangiare più spesso durante il giorno – circa cinque volte – a quanto pare riduce il rischio di ammalarsi. Secondo le evidenze raccolte nel corso dello studio, il digiuno prolungato è utile solo se prevede che si faccia colazione prima delle 8 del mattino e che si ceni presto.
“Sappiamo che i tempi dei pasti svolgono un ruolo chiave nella regolazione dei ritmi circadiani e nel controllo del glucosio e dei lipidi, ma pochi studi hanno studiato la relazione tra i tempi dei pasti o il digiuno e il diabete di tipo 2“, ha sottolineato Palomar-Cros. Quest’ultima ricerca si aggiunge a un crescente corpus di analisi che portano alla conclusione che la “mania” del digiuno intermittente sia una moda potenzialmente pericolosa.
Uno studio del 2022, pubblicato sulla rivista dell’Academy of Nutrition and Dietetics, ha rilevato che saltare la colazione è associato a un rischio più elevato di morire di malattie cardiovascolari. C’è poi chi sostiene che, se non è nocivo, il digiuno intermittente è comunque superfluo. In particolare, una ricerca pubblicata negli Annals of Internal Medicine su una serie di soggetti che avevano praticato il digiuno intermittente e assunto tutte le loro calorie entro una finestra di otto ore, ha rilevato che la quantità di peso perso era pari a quella di coloro che avevano mangiato quando volevano, ma contando le calorie.
Eppure la dieta a digiuno intermittente ha i suoi (tanti) fan, anche in Italia, e alcune ricerche convalidano la sua efficacia. Un recente studio su individui con diabete di tipo 2, per esempio, ha rilevato che coloro che seguivano una dieta a tempo limitato hanno perso il 3,55% del loro peso corporeo in sei mesi, mentre un gruppo ipocalorico non ha perso neppure un grammo. Come spiegare questa apparente contraddizione? “Molte persone trovano il conteggio delle calorie molto difficile da rispettare a lungo termine, ma il nostro studio dimostra che controllare l’orologio può essere un modo semplice per ridurre le calorie e perdere peso”, ha osservato Vicky Pavlou, dottoranda presso l’Università dell’Illinois di Chicago, in un comunicato stampa riportato da US News.
“Ci sono diversi tipi di farmaci per le persone affette da diabete di tipo 2. Alcuni di essi possono causare bassi livelli di zucchero nel sangue e altri devono essere assunti con il cibo”, conclude Pavlou. “Pertanto, è importante lavorare a stretto contatto con un dietologo o un medico quando si decide di adottare questo approccio dietetico“. L’improvvisazione, in questo come in altri casi, può costare cara.
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