Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, uno dei dolcificanti più comuni per bibite e chewing gum sarebbe cancerogeno.
Sempre tra mito e leggenda, già qualche settimana fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva fatto il punto sui dolcificanti non zuccherini e sulla loro reale efficacia in termini di dimagrimento. Si crede, infatti, che gli edulcoranti possano sostituire in toto lo zucchero favorendo e facilitando la perdita di peso. In realtà però, a meno che non si consumino 6/7 caffè al giorno con una media di due bustine a tazzina, l’impatto sul nostro corpo dello zucchero è davvero minimo in termini di dosaggio.
Tutto altro discorso riguarda i prodotti confezionati, come merendine con zuccheri raffinati o le bibite gassate. Il loro drastico consumo all’interno di una dieta varia, equilibrata e sana sì che può fare la differenza a lungo andare. In tutti gli altri casi, invece, i dolcificanti possono addirittura essere controproducenti. Ma come è possibile?
Un team di ricercatori canadesi ha evidenziato proprio come al momento non ci sia alcuna prova scientifica che confermi come il dolcificante artificiale apporti benefici per la perdita di peso. Mettendo a confronto chi consumava abitualmente zucchero “normale” con chi lo aveva sostituito del tutto con i dolcificanti, è emerso ben altro.
“Non esiste un chiaro vantaggio per la perdita di peso“, ha spiegato Meghan Azad, nutrizionista della University di Manitoba in Canada. Ma non finisce qui. La ricercatrice, infatti, ha evidenziato come “c’è semmai una potenziale associazione con l’aumento del peso, l’insorgenza del diabete e di altri problemi cardiovascolari“.
Motivo per cui, chi ha consumato regolarmente edulcoranti rischia il 14% in più di sviluppare il diabete di tipo 2. E dopo questa ricerca, anche l’OMS ha fatto chiarezza sull’utilizzo dei dolcificanti non zuccherini. Sarebbe meglio evitarli sia per perdere peso che per ridurre l’incidenza delle malattie croniche non trasmissibili.
In questi giorni l’Organizzazione mondiale della Sanità ha messo in guardia sugli edulcoranti utilizzati per la produzione di alcune gomme da masticare e della Coca-Cola Light, ovvero la versione dietetica della Coca-Cola. Presto, infatti, questi verranno etichettati come potenzialmente cancerogeni. Ma qual è l’edulcorante incriminato?
Stiamo parlando dell’aspartame, un dolcificante artificiale composto da acido aspartico e fenilalanina. Dopo alcune ricerche da parte dell’OMS è emerso però come sia “potenzialmente cancerogeno per l’uomo“. Scoperto nel 1965 dal chimico James Schlatter causalmente, grazie al suo gusto più gradevole e dolce rispetto ad altri edulcoranti di sintesi, ben presto l’aspartame ha riscosso un successo commerciale senza precedenti, tanto da aver ricevuto l’approvazione negli anni Ottanta come dolcificante alimentare.
E così, l’industria alimentare ha iniziato a usarlo massicciamente per la produzione di yogurt, bevande analcoliche in polvere, bevande analcoliche contenenti, dolci e prodotti dietetici. Ma non solo. Il “potere” dell’aspartame, infatti, sta tutto nel suo basso contenuto calorico, nonché economico. Per dolcificare cibi e bevande, ne basta davvero pochissimo, un vantaggio quindi sia per chi vuole perdere peso (fino ad un certo punto però) che per chi lo produce. Eppure, l’aspartame potrebbe avere i giorni contati dopo l’ultimo rapporto dell’OMS.
Malgrado l’aspartame possa essere consumato senza troppi problemi anche da persone diabetiche perché è in grado di non alterare in maniera significativa la glicemia e sia una sostanza acariogena, ovvero non contribuisce alla formazione di carie, potrebbe costituire una minaccia per la salute dell’uomo.
Secondo Reuters, infatti, un portavoce dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS, ha dichiarato che i suoi risultati sulla cancerogenicità dell’aspartame saranno riservati fino a metà luglio, ma potrebbero smuovere nel profondo il mercato dei dolcificanti che vale ben 2 miliardi di dollari a livello mondiale. Per l’esperto sarà “il primo passo fondamentale per capire fino a fondo la cancerogenicità”.
Ma non solo. Si svolgerà anche un consiglio separato, presieduto da un comitato di esperti dell’OMS, sulla sicurezza e il consumo degli additivi alimentari. Tornando all’aspartame, questo dolcificante è stato ritenuto sicuro nel 1981 dal JECFA. Si tratta di un comitato scientifico internazionale di esperti amministrato congiuntamente dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (la FAO) e dall’OMS.
Tuttavia, dopo diversi studi anche decennali è emerso come le persone che consumano quantità maggiori di dolcificanti, incluso l’aspartame, avevano un rischio leggermente più elevato di ammalarsi di cancro. In un’intervista rilasciata al quotidiano inglese ‘The Sun‘, il dottor Duane Mellor, nutrizionista presso la Aston University di Birmingham, ha dichiarato: “Dalle ultime ricerche è risultato come alcuni animali che avessero consumato aspartame avessero sviluppato un maggiore rischio di cancro“.
C’è da dire però che altri studiosi hanno criticato questo lavoro di ricerca, tuttavia un’associazione simile tra aumento del rischio di cancro e consumo di aspartame è stata evidenziata anche in alcuni studi svolti sulla popolazione.
Trattandosi di ricerche sperimentali e ancora in fase di studio, è più che normale trovare opinioni controverse sul tema. Giusto per rendere l’idea, intervistato dal ‘Sun‘, Il professor Lawrence Young, oncologo dell’Università di Warwick, ha dichiarato: “L’associazione del consumo di aspartame con l’aumento del rischio di cancro rimane controversa“.
Ma è tutto. “Molti studi diversi non hanno trovato una chiara associazione o al massimo un effetto molto lieve che è complicato da altre condizioni di base come il diabete“, ha spiegato ancora. Questo significa che le ultime evidenze scientifiche sono da rigettare in toto? Assolutamente no. Piuttosto per l’esperto, come molti dei rischi associati alla dieta e alle malattie, è un importante avvertimento sul consumo eccessivo di dolcificanti artificiali, ma anche di carne lavorata e altri tipi di cibo spazzatura.
Di un’altra opinione, invece, è il professor Tom Sanders del King’s College di Londra. Intervistato sempre dal ‘Sun‘, ha affermato senza mezzi termini come l’aspartame sia stato utilizzato massicciamente come dolcificante per quasi quarant’anni. “Ci sono state segnalazioni dall’Istituto Ramazzini che affermano che i ratti nutriti con grandi quantità di aspartame hanno sviluppato più tumori“, ha spiegato Sanders.
Tuttavia, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha messo in dubbio l’accuratezza dei dati raccolti dall’Istituto. E così, tra uno studio e l’altro, ancora oggi la questione resta aperta e dibattuta. Nello specifico, altri studi sugli animali più recenti condotti Stati Uniti non hanno dimostrato alcuna prova di cancerogenicità. Tanto che la Food and Drug Administration statunitense continua a sostenere la sicurezza dell’aspartame.
Ma non solo. Alcuni esperti, infatti, hanno rigettato gli ultimi risultati raggiunti, insistendo sul fatto che il dolcificante sia in realtà sicuro. Come si legge sul ‘Sun‘, il dottor John Sievenpiper, del Dipartimento di Medicina dell’Università di Toronto non ha dubbi in merito al suo consumo. “L’aspartame ha dimostrato di essere uno strumento sicuro per ridurre le calorie e gli zuccheri nella dieta“, ha sottolineato l’esperto. “Ed è uno degli ingredienti più ampiamente studiati con oltre 40 anni di ricerche a sostegno della sua sicurezza“.
E anche Frances Hunt-Wood, dell’International Sweeteners Association (ISA), si è scagliato duramente contro gli ultimi studi dichiarando come l’aspartame sia uno degli ingredienti più studiati nella storia. “Oltre 90 agenzie per la sicurezza alimentare in tutto il mondo ne dichiarano la sicurezza“, ha sottolineato, “inclusa l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha condotto la più completa valutazione della sicurezza dell’aspartame fino ad oggi“.
Insomma, la questione rimane estremamente dibattuta e prima di arrivare a una risposta risolutiva ne passerà di tempo. Tuttavia, l’OMS a metà luglio potrebbe ribaltare anni e anni di studi sulla sicurezza dell’aspartame.
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