Il mare può essere tanto affascinante quanto pericoloso: specialmente quando si parla del luogo più mortale dell’intero pianeta.
Esistono diversi luoghi in tutto il mondo famosi per la loro pericolosità, ogni anno migliaia di turisti preparano le loro valigie e vanno a caccia di avventure sfidando la sorte. Purtroppo, però, molti di questi non riescono a tornare a casa sani e salvi per raccontare agli amici e ai parenti cosa sono riusciti a fare. Alcuni di questi rappresentano un vero e proprio biglietto di sola andata per l’aldilà.
Come l’Isola dei Serpenti situata non troppo lontana dalle coste brasiliane, un vero e proprio paradiso naturale che ne ospita al suo interno circa 4 mila specie diverse. Una meta che gli amanti dei rettili non possono fare a meno di visitare almeno una volta nella vita. A patto che le escursioni vengano fatte applicando le dovute precauzioni.
Se agli animali preferite la natura, allora non potete non conoscere il deserto di Dancalia che si trova in Africa, più precisamente in Etiopia. Una porzione di territorio dove la crosta terrestre si sta letteralmente spaccando permettendo al magma di uscire fuori insieme ad altri gas nocivi. Considerato un vero e proprio deserto del veleno, è tra gli angoli della terra più vicini ad assomigliare all’inferno.
Dove si trova il mare più pericoloso: perché è potenzialmente mortale
Se invece siete amanti delle profondità marine, allora dovete sapere che esiste un preciso mare che è considerato dagli esperti il più pericoloso in assoluto. Si trova in Sud America, per l’esattezza in Argentina, e si chiama passaggio di Drake. Anche noto come Mar de Hoces, questa particolare lingua marina si trova tra la punta più meridionale dell’Argentina e il continente antartico.
Un luogo impossibile da non attraversare, specialmente per quanto concerne gli esploratori che secoli fa andavano a cacci di nuovi mondi. Per capire bene la pericolosità di quest’area marina bisogna tornare con gli studi a milioni di anni fa, quando l’Antartide si è staccato dalla terra ferma lasciando posto alle grandi correnti oceaniche.
Le stesse che determinano il clima e la turbolenza del Mar de Hoces. Il suo essere una zona di transazione tra il clima freddo del Polo Sud e il le zone umide del Sud America, rendono questo passaggio una delle tratte più pericolose per quanto riguarda navi e aerei. Tutto a causa delle sue fortissime correnti che oltre ad agitare le acque generano anche dei fortissimi venti.
Il passaggio di Drake misura circa 800 chilometri di larghezza e 1000 di lunghezza. Si tratta un corso d’acqua enorme in grado di dare vita a delle condizioni meteorologiche decisamente poco congeniali a chi ama viaggiare in serenità. Per questo si tratta di una delle mete, sia come destinazione che come semplice zona di passaggio, più rischiose nelle quali avventurarsi.
Le origini del percorso più pericoloso della storia: quando è stato scoperto
La sua scoperta risale al XVI secolo, era esattamente il 1536 quando il primo navigatore ad esplorare questo passaggio fu lo spagnolo Francisco de Hoces. Fu lui che, insieme alla sua ciurma, ne delineò per primo i tratti. Poi, quarant’anni più tardi rispetto alla prima storica spedizione, toccò all’esploratore britannico Sir Francis Drake completare l’opera.
Fu proprio quest’ultimo il primo a capire che non si trattava di una semplice zona oceanica, ma un vero e proprio viale per raggiungere la punta più a Sud dell’intero pianeta: ovvero l’Antartide. Un continente, perché di questo si tratta, ancora oggi sotto attenta osservazione, soprattutto per quanto concerne i cambiamenti climatici.