È ora di cambiare materasso: questi cinque segnali sono inequivocabili

Sono 5 i segnali inequivocabili che ti dicono che è arrivata l’ora di cambiare il materasso sul quale dormiamo. Ecco quali sono, e cosa fare subito.

Tra le cose a cui facciamo meno attenzione riguardo l’usura, c’è purtroppo il materasso del nostro letto. Forse perché non lo “vediamo” tutti i giorni, e fa parte di quei comportamenti meccanici e quotidiani, fatto sta che pensiamo a cambiarlo nella maggior parte dei casi quando già è troppo tardi.

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I segnali che ti dicono quando è ora di cambiare il materasso – Grantennistoscana.it

Dite la verità: ricordate quando avete acquistato il materasso del vostro letto o divano letto? In pochi forse hanno una risposta precisa, e questo è anche normale. Quello che dobbiamo sapere però, è che dormire o riposare su un materasso usurato o non adatto alle nostre esigenze, può causare dei problemi di salute non da poco.

Disturbi del sonno, può dipendere dal materasso

I dati ci dicono che passiamo circa un terzo della nostra vita a dormire, e questo dovrebbe farci riflettere. Dormire è vitale, perché come sappiamo, se non si riposa si rischia la vita.

Per il benessere psico-fisico, le linee guida generali indicano che un adulto di età media dovrebbe dormire tra le 7 e le 9 ore, che possono scendere leggermente quando si superano i 65 anni; al contrario, dai neonati fino all’età dell’adolescenza, le ore di sonno aumentano per le necessità di crescita.

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Le donne soffrono maggiormente di insonnia – Grantennistoscana.it

L’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (AIMS) avvisa che nel nostro Paese circa 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria. Detto in soldoni, circa 12 milioni di italiani soffre di disturbi del sonno, i cui principali sintomi sono difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli notturni (con conseguenti difficoltà a riaddormentarsi), e risvegli troppo precoci al mattino. A soffrirne maggiormente sono le donne (il 60%), mentre preoccupa negli ultimi anni l’aumento nei giovani, a causa soprattutto dell’eccessivo utilizzo di smartphone e dispositivi elettronici.

Per quanto sia sempre importante indagare singolarmente sul perché della propria insonnia e soprattutto curarla per evitare importanti problemi di salute, il primo passo da fare è senza dubbio dare una controllata al materasso sul quale riposiamo.

Quanto è lunga la vita di un materasso?

Non ci pensiamo quasi mai, ma anche il materasso ha una sua “scadenza”. A differenza dei cibi, ai quali inevitabilmente dobbiamo fare attenzione sul fronte della loro commestibilità, il materasso viene meno preso in considerazione.

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Ogni quanto cambiare un materasso? Grantennistoscana.it

Diamo per scontato che ogni notte il nostro letto ci aspetta per accoglierci e farci riposare, e che possiamo sdraiarci senza problemi sul materasso che abbiamo a disposizione. Spesso non lo abbiamo nemmeno comprato noi, quando si tratta di case in affitto ad esempio, o magari di letti o divani regalati o acquistati da terzi.

Per questi motivi non pensiamo quasi mai alla domanda più semplice: quanto dura un materasso? ogni quanto dobbiamo cambiarlo? La risposta c’è, ma non è uguale per tutti, e per questo gli esperti hanno fatto una media che possa valere in maniera universale, senza però sottovalutare alcuni punti importanti.

L’American Sleep Association indica 3 fattori principali che possono influire sulla durata della vita di un materasso: la tipologia di materasso, il tempo di utilizzo (quindi quante volte ci dormiamo), ed il peso che sostengono. Non dimentichiamo che spesso un single dorme su un materasso matrimoniale, e questo si vede dalla differenza di un utilizzo di un lato del letto rispetto all’altro. In linea generale comunque, la vita media di un materasso va dai 7 al massimo 10 anni.

I 5 segnali che ci dicono che dobbiamo cambiare materasso

Il sito Homes & Gardens ha parlato con Lauri Leadley del Valley Sleep Center, un centro di diagnostica del sonno in Arizona e Matthew Cavanaugh, della Cavanaugh Chiropractic (entrambi negli Stati Uniti), per capire quando è davvero arrivato il momento di cambiare materasso.

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Molti si alzano con dolori diffusi al corpo – Grantennistoscana.it

Gli esperti hanno riassunto le loro ricerche in questi 5 punti fondamentali, che rappresentano i segnali inequivocabili che ci avvisano che è ora di cambiare materasso.

1- Non ti riesci a rilassare.

“Quando ti sdrai la notte, ti senti subito a tuo agio o ti rigiri molto? Se i primi minuti sono difficili, hai bisogno di un nuovo materasso”, rivela Lauri Leadley.

2- Ti svegli con dolori al corpo.”Ascolta il tuo corpo. Un vecchio materasso può causare dolore ai fianchi, alla parte bassa della schiena, alla parte centrale della schiena, al collo e persino alle spalle”, spiegano gli esperti. Attenzione anche alla comparsa anomala di allergie o asma, che possono essere provocati dal materasso sul quale dormiamo.

3- Ti svegli stanco. La qualità del sonno la notiamo subito al mattino o durante la giornata, quando ci rendiamo conto che siamo più o meno stanchi. La stanchezza o l’esigenza di dormire ancora, è un chiaro segnale che non abbiamo riposato abbastanza.

4- Senti qualcosa di fastidioso nel materasso, o lo senti che in alcuni punti “cede”. Un segno importante è quando sentiamo le classiche buche o peggio ancora sentiamo le molle sotto la schiena. In questo caso è necessario cambiarlo immediatamente.

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La scelta del materasso influisce sulla sua durata – Grantennistoscana.it

5- In altri posti riesci a dormire. Questa si può anche definire la prova del nove. Se quando cambiamo letto notiamo che riposiamo di più, è segno evidente che – al di fuori da alcune possibili motivazioni psicologiche o emotive – il materasso dove siamo ospitati sia migliore del nostro.

L’ASA ha inoltre spiegato che i materassi in lattice, polyfoam o memory foam sono quelli che hanno una durata media più alta, che può arrivare ai 10 anni, mentre al contrario i materassi a molle non vanno oltre i 6 anni. Importante infine, per prolungare la vita del materasso, è ricordarsi di ruotarlo ogni 3 o 4 mesi, per non creare l’effetto fossa che si ripercuote sulla nostra schiena e cervicale.

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