Elettra Lamborghini è l’altro modo di vivere il successo. Forse il migliore. Perché la consapevolezza dei propri limiti cambia le prospettive.
La consapevolezza ci rende migliori. Accade ad Elettra Lamborghini perché la vedi e giureresti che, se fosse rimasta una perfetta sconosciuta, sarebbe identica, o quasi, a come appare. Elettra ha 29 anni. Non si può dire che sia l’età del successo precoce. Piuttosto è un traguardo, quello che si ferma ad un soffio dai trenta che sembra più adatto ad altri obiettivi. Un matrimonio, il primo figlio forse, un lavoro stabile. Ma sono valori e obiettivi di altri tempi, sebbene l’ombra lunga di quelle suggestioni rassicuranti sia arrivata anche a noi: un’evanescente pietra miliare di un percorso privo di certezze.
Dobbiamo fare i conti con la nebbia e farci bastare le poche convinzioni rimaste. Tra queste la semplicità di persone colte in un’età di mezzo sorprendentemente foriera di buone notizie per loro. Persone che nonostante il successo non credono di essere diverse da quelle che sono. E non dimenticano da dove vengono. Così è Elettra.
Elettra Lamborghini e la semplicità, una certezza
Parla di sé stessa nel corso di un’intervista e Vanity Fair e dopo un po’ ti chiedi se è o ci fa. Se la sua semplicità è studiata, se davvero è come sembra, almeno lei. Vanity – coerentemente con il nome che porta – non può fare a meno di scrivere che Elettra ha oltre sette milioni di follower su Instagram.
La semplicità di Elettra, nonostante la ricchezza
E scrive lo solite note da copione sulle tante cose belle che farà. Un po’ di pubblicità e di ossequi, niente di strano, la normale merce di scambio trattata nelle anticamere delle interviste. Ma il colloquio è sincero e le domande hanno un senso, perché tendono a snidare Elettra. Non è difficile perchè la distanza tra la persona ed il personaggio è minima. Chiedere ad una così di essere sé stessa è facile come per una zia invitare la nipote a fare shopping, sulle vie del Centro, a sue spese, il giorno del compleanno. Fai domande personali ad Elettra, di quelle che alla stellina egocentrica suscitano rossori o una rapida mano ad aggiustarsi i capelli, e lei sembra non attende altro. Elettra Miura Lamborghini è capace di trasformare un’intervista in una illuminante chiacchera da pianerottolo. E’ una qualità, bisogna dirlo, che si somma a molte altre.
La primo domanda riguarda il benessere raggiunto, e le sue forme esteriori. E inevitabilmente il riferimento è all’ultima traccia del suo diario social, quella del compleanno di Elettra, pochi giorni fa. Il marito Nick van de Wall, disc jockey e produttore discografico noto come Afrojack, le ha fatto trovare un’auto nel garage infiocchettata come un regalino qualsiasi, di quelli che a Natale metti sotto l’albero per fare numero e incuriosire il gatto.
L’auto costosissima, il regalo per Elettra
Dopo tre anni di matrimonio è come il primo giorno, viene da pensare, e te ne accorgi perché lui non bada a spese. Il regalo per Elettra, che ha reso unico quel giorno di palloncini colorati e torta a tema, non era una vettura qualsiasi, ma un’Audi R8 Coupé, una supercar tedesca da 620 cavalli. Un bolide arancione a due posti dal valore di 215 mila euro, optional esclusi, che ti auguri Elettra non guidi mai, perché la vedi imbranata, sempre prossima all’inciampo, e immagini la creatura arancione sollevata di peso e portata via, pochi minuti dopo che Elettra ha deciso di tentare. E infatti lei neanche ci prova, a guidarla “E’ parcheggiata in garage, se posso mi muovo con il mio cavallo Dadi“. Ecco, il cavallo in carne ed ossa fa parte di quel mondo agreste che sembra più prossimo a lei di quanto non lo sia l’altra parte di mondo.
Elettra e la vita normale, con 1500 euro al mese
Pare abbia decine di cani e almeno 5 cavalli. E se anche fosse leggenda, o solo una mezza verità, basta per raccontare l’Elettra mancata, quella che avrebbe fatto somigliare la sua vita a quella degli, accontentandosi di un cane o due. “Da piccola i miei genitori mi portavano a passare del tempo in una fattoria – dice rispondendo a Vanity Fair – io pensavo di voler vivere così, facendo le ricotte in casa. Mi sentivo una campagnola. Da un lato dico che vivrei nel nulla con 1.500 euro al mese ma poi no, non invidio chi ci riesce”.
Ecco, la misura di Elettra è proprio in questa risposta. Tra il voler essere ed il dover essere. Un ricordo d’infanzia, quasi un Eden di semplicità: la campagna e la vita giorno per giorno, una vita che sembra senza tempo. Dopo arriva la vita vera, con le date, gli impegni ed i conti da pagare. Ed Elettra che sembra aver trovato la sua personalissima via di fuga in un mestiere non mestiere, dove è lei a dettare i tempi. Problemi su versante economico sembra non averne mai avuti e meno che mai ora, con un’olandese che le fa trovare auto infiocchettate nel garage. E tuttavia non le manca l’attenzione per chi ha una vita normale, non offende e si sente quasi a disagio se tocchi l’argomento. Questo le fa onore.
Ma 1300 euro al mese sono una colpa, dice Elisa Esposito
Ecco, Elettra non ha il l’appeal velenoso di una Elisa Esposito, capace di dire «Se guadagni 1300 euro al mese è colpa tua» e di lucrare sopra a questa scemenza, perché il gioco dei social finisce per darti un compenso se dici pubblicamente cose così, invece di sussurrarle in una conversazione strascicata con l’amica del cuore a tarda sera. Sai di dire una cosa così, scema come te, a quell’ora. Scema un po’ per stanchezza e un po’ per vocazione. Elettra non è così. Non dà giudizi e sembra considerare altre possibilità «Le persone che coltivano la campagna, i contadini, magari sono i più felici al mondo anche con quella cifra – dice – Dipende dalle aspettative, c’è a chi non frega niente di diventare milionaria».
La ricchezza, dicevamo, è il punto su cui batte Vanity Fair forse per fare inciampare Elettra, che tuttavia si rivela così diretta da sembrare anche abile, più di Vanity, se una sfida implicita c’è stata. “Per come sono fatta non accetterei quello stile di vita. Mi sono fatta un nome dopo sacrifici e va bene così” Ma ogni tanto il dubbio che ne sia valsa davvero la pena di vivere come sta vivendo ora c’è, dice Elettra, e sembra sincera. Vanity insiste sulla ricchezza, chiedendole cosa insegnerebbe ai suoi figli riguardo al denaro. E lei risponde “Direi loro che i soldi non hanno valore, anzi mi sento quasi in colpa a guadagnare più di un dottore che salva le vite”.
Elettra e il marito: come 100 anni fa
Elettra si mostra insicura anche riguardo al proprio lavoro. Sa di non essere la migliore, di non essere una predestinata. Non si crede troppo attraente, dice anche questo, a modo suo. Non al punto di essere timida ma certo non ha mai cercato una relazione dopo l’altra “Prima d’incontrare mio marito sono stata single per molto più di un anno. La storia più seria in precedenza è durata un anno e dopo niente. Non volevo perdere tempo con i flirt. Non mi metto certo a flirtare con le persone ora che sono sposata” cerca altro dice, e non si fa fatica a crederle.
Tutto torna quando Vanity, con una punta di veleno, le chiede proprio del marito e di cosa avrebbe visto in lei, il ricco dj olandese, per non farsela sfuggire. Ed ecco che Elettra risponde “Mi ha vista esattamente come tutti gli altri: una ragazza buona, genuina, che non farebbe male a una mosca, qualità oggi assai difficile da trovare. E non ho avuto tante esperienze per fare dei paragoni – sottolinea, con una un sottinteso di divertita ironia – Quando l’ho visto mi sembrava di conoscerlo da sempre, non potevo trovare meglio di così“. Una risposta che sembra data da una ragazza di cento anni fa, una giovane donna che sognava matrimonio e figli. Ma ad Elettra questo è meglio non parlare.
Elettra i figli che non arriveranno e il cavallo Lolita
Perché la domanda sul tema non manca, dopo che Vanity ci ha girato intorno come una fiera su una preda ferita. Ed ecco che anche qui Elettra prende il largo con i suoi pensieri semplici e spiazzanti “Io ho paurissima all’idea di diventare mamma. Guarda cosa sono diventati i social. Un bambino vuole stare con la mamma. Io in questo momento non ci penso, ho altre cose da fare, non ho la testa e neppure il tempo di andare in bagno, figurarsi partorire“.
La paura di non riuscire come madre, dunque, non l’indifferenza ed il fastidio di diveltarlo. La paura di perdere la propria libertà, perché le responsabilità sarebbero troppe e lei non potrebbe tirarsi indietro. Elettra vuole ancora disporre del tempo per poter fare “una passeggiata con Dadi” che ha sostituito l’amatissima Lolita, la cavalla di 20 anni che, con la sua scomparsa, spezzò il cuore ad Elettra, tra anni fa. L’addio su un post semplice come lei “Come é potuto accadere Amore mio?! Ancora non ci posso credere… ero sicura che sarebbe andato tutto bene.. sei sempre stata cosí forte… ero sicura che avremmo avuto ancora cosí tanti anni davanti” scrisse Elettra. Ed è un peccato che una giovane donna, con una marito capace di pensare a lei, non voglia far passeggiare Dadi con i suoi figli, non solo con lei. E tutto questo per cosa? Per canzoni che dopo pochi mesi nessuno ricorderà più. E chi avrà la fortuna di ricordarle e perchè non possiede una vita degna di questo nome. Sì, Elettra potrebbe averla, quella vita, ma non vuole. Non ancora.