Enzo Paolo Turchi e Raffaella Carrà. Un lunghissimo rapporto di lavoro e un’amicizia profonda, fatta di assoluto rispetto ed infinita gratitudine.
Per chi ama la televisione di una volta, spesso colorata soltanto di bianco e nero, impreziosita da volti e voci di personaggi indimenticabili, la stagione televisiva inizia a giugno.
Può sembrare un abbaglio di chi scrive, ma non è così. A giugno, con l’arrivo della bella stagione e delle alte temperature, chiudono “per ferie” tutti i programmi che ci hanno fatto compagnia durante il gelido inverno. Il palinsesto mattutino, pomeridiano e serale dell’intera settimana viene completamente trasformato. Ma è proprio nei primi giorni di giugno che avviene il cambiamento più atteso da molti. E non soltanto da chi, oggi, si ritrova la testa ripiena, per i più fortunati, soltanto di capelli sale e pepe.
Per un game show che va a riposarsi, I Soliti Ignoti – Il Ritorno, condotto da Amadeus su Rai 1, in quella fascia oraria oggi definita access prime time, ecco aprirsi lo scrigno magico della Rai. Il mondo delle Teche, la memoria vivente, pulsante, storica della nostra tv. Ecco arrivare Teche Teche Tè 2023, che segue altre edizioni andate in onda nelle passate stagioni estive, seguite da un numero sempre crescente di telespettatori. E la puntata del 5 luglio 2023 non poteva che essere dedicata alla Regina della nostra tv.
Perché il 5 luglio 2021 si è spenta una luce che ha illuminato per decenni la nostra vita. Con Raffaella Carrà non se n’è andata soltanto una porzione irripetibile di televisione, ma anche un personaggio che ha anticipato di decenni linguaggi ed azioni, stravolgendo i costumi dell’epoca e facendo entrare negli splendidi, ma ancora tradizionali, e tradizionalisti, studi della Rai la parola libertà, nel senso più ampio e puro del termine.
L’omaggio a Raffaella Carrà è stato un dovuto riconoscimento non soltanto a chi ha cambiato la maniera di fare televisione e spettacolo. È stato il doveroso ringraziamento a chi, televisivamente parlando, ci ha buttato un secchio di acqua gelata sul volto, svegliandoci da un torpore tutto in bianco e nero e trasportandoci in un mondo ricco di colori. Un mondo ARCOBALENO.
E quelle schegge di immagini, dove il bianco e nero si è alternato al colore, ci ha fatto rivivere un’emozione. La stessa che avrà provato Enzo Paolo Turchi. Rivedere scorrere quei fotogrammi, dove i suoi capelli biondi inseguivano, affiancavano volteggiando il caschetto biondo più iconico della televisione, sarà stato un meraviglioso e struggente amarcord. Quanti ricordi…
Enzo Paolo Turchi e Raffaella Carrà
Enzo Paolo Turchi è nato a Napoli il 19 luglio 1949 e pertanto, tra pochi giorni, festeggerà il suo 74esimo compleanno. Si è diplomato, ancora giovanissimo, alla Scuola del Teatro San Carlo in danza classica. E già agli inizi degli anni 70 è in televisione.
Per Enzo le parole televisione, Rai, successo, popolarità hanno senso solo e soltanto se accostate al nome di Raffaella Carrà. È la grande artista bolognese che ha trasformato infatti la carriera artistica, e la vita, del bravissimo ballerino napoletano. Lei lo ha scelto e lei lo ha voluto sempre accanto a sé in tutti i suoi programmi di varietà. Un rapporto artistico quasi simbiotico e quell’idea geniale della grande Raffaella.
Chissà cosa avrà pensato quando Raffaella Carrà gli ha proposto di farsi i capelli esattamente come lei, ovvero ricreare un caschetto biondo al maschile da affiancare al suo. Come più volte raccontato dal ballerino napoletano da quel momento il caschetto biondo è diventato “suo” e, da allora, da decenni, non lo ha mai più abbandonato. Anche in questo si può notare il sentimento di profonda riconoscenza nei confronti di Raffaella Carrà.
Quando si vuole ricordare la grande artista bolognese, la sua storia, ciò che ha significato per il mondo dello spettacolo e della televisione, sono poche le persone che possono “raccontarla ” più e meglio di Enzo Paolo Turchi. Insieme hanno condiviso grandi successi televisivi, fatti di ore di prove, di sorrisi e di immancabili momenti di stanchezza. Hanno condiviso tutti i momenti e tutte le sensazioni.
Insieme hanno ballato il ballo più famoso della nostra televisione, il Tuca tuca. È stato nel 1971 e la magia del bianco e nero quasi esalta quel momento, trasportandolo, pari pari nella storia. Prima di Alberto Sordi c’è stato Enzo Paolo Turchi a sfiorare l’ombelico più desiderato. Dopo il Tuca tuca cinquant’anni di un legame fortissimo, nato negli studi televisivi e interrotto bruscamente da una drammatica, assurda telefonata.
C’è modo e modo, infatti, di apprendere una triste notizia. Enzo è venuto a conoscenza della scomparsa di Raffaella Carrà nella maniera più assurda ed insensibile che vi possa essere. Ha raccontato anche questo parlando di lei e questa parte del racconto è stato il momento più doloroso. Una telefonata lo ha raggiunto mentre si trovava in auto.
La notizia della morte di Raffaella Carrà
Un giornalista, a bruciapelo, gli ha domandato: “Mi vuoi fare un commento sulla morte di Raffaella?”
Facile immaginare la sua reazione. Ha riattaccato immediatamente e ripresosi un attimo da un dolore inimmaginabile, ancor più inaspettato, ha chiamato sua moglie, Carmen Russo. Gli istanti, poi, dell’ultimo saluto a Raffaella sono stati emotivamente sconvolgenti. Il malore che ha colpito il ballerino napoletano all’interno della camera ardente allestita in onore della grande showgirl bolognese può soltanto in parte far comprendere il senso di vuoto provato da Enzo.
A due anni di distanza da quel drammatico evento, quell’enorme baule riempito negli anni di ricordi, di passi di danza ripetuti infinite volte, di incoraggiamenti di Raffaella nei momenti in cui sembrava che tutto andasse storto, di applausi del pubblico e di un legame inscindibile, è lì accanto a lui. E mentre lo osserva continuerà a provare quel senso di immancabile, struggente nostalgia per ciò che è stato e non sarà più.
Al tempo stesso, però, in Enzo Paolo Turchi vi sarà tutto l’orgoglio, la gioia, la soddisfazione di aver vissuto quell’intero baule di ricordi da protagonista assoluto, accanto alla più grande. Ed ogni volta che si parlerà di Raffaella Carrà il nome di Enzo Paolo Turchi apparirà come d’incanto perché quel rapporto artistico quasi simbiotico appartiene alla storia della televisione. Appartiene alla sua storia. Per sempre.