La tendinite e tanti problemi non necessariamente di natura fisica sono causati dall’utilizzo smodato di smartphone. Ecco come salvaguardare la nostra salute.
Ti svegli la mattina (ripetutamente) e una delle prime azioni che fai è quella di girare la testa verso il comodino e prendere lo smartphone. Continuerai a farlo a più riprese durante tutta la giornata, anche senza una ragione apparente. Anche in questo momento con ogni probabilità hai il telefono in mano, anche se una ragione apparente in questo caso c’è (ci stai leggendo, è una ragione più che valida).
Una volta terminata la lettura, che ci auguriamo proceda fino in fondo, riprenderai il telefono in mano decine se non centinaia di volte prima di addormentarti, quando magari darai un’ultima occhiata al telefono.
Ebbene, ci dispiace apparire come dei guastafeste, ma ti stai facendo soltanto del male. E adesso ti spiegheremo perché (e perché comunque basta cambiare un poco i propri costumi per dover smettere di preoccuparci).
Perché non dovremmo guardare mai lo smartphone alla mattina
Partiamo da principio e dalla prima azione che facciamo al mattino quando, appena aperti gli occhi, prendiamo in mano il nostro telefono: è un’azione sbagliata. E per spiegare il perché ci affidiamo alle parole rilasciate qualche tempo fa al Messaggero dal professore Piero Barbanti, neurologo dell’Irccs-Università San Raffaele di Roma: “Usare il telefono da appena svegli ha conseguenze sul nostro organismo. Equivale a sommergere il cervello di informazioni facendolo correre di prima mattina dietro ispirazioni banali o drammatiche che generano ansia e tecnostress“.
Il nostro cervello dovrebbe abituarsi poco alla volta all’idea che deve affrontare una nuova giornata (come dargli torto) e l’azione di prendere in mano lo smartphone – come fanno i due terzi degli utenti di tutto il mondo, secondo statistiche – non è la più indicata.
“Il nostro organismo necessita di gradualità al mattino, non tanto nell’esposizione alla luce, anzi in grado aiutare a regolare il ritmo sonno-veglia, ma piuttosto per i suoi meccanismi cerebrali. Immaginiamo per un attimo il funzionamento del nostro cervello come la riproduzione di una musica, lenta nel corso della notte, che arriva progressivamente a ritmarsi di tip tap durante il giorno. L’utilizzo interattivo del telefono entro i primi 30 minuti dal risveglio sarebbe rappresentato, tra le onde sinusoidali dell’elettroencefalogramma, come uno stonato colpo di clacson, pronto a stordire a suon di messaggi e interazioni“.
E se di mattina ci darebbe fastidio il chicchirichì di un gallo, immaginiamo il suono – pur metaforico – di un clacson.
Ma non tutte le attività da mobile fanno male alla stessa maniera: una telefonata o una lettura vanno bene anche di primo mattino, giacché non richiedono un livello di interattività troppo elevato. Quindi se è mattina e ci stai leggendo, prosegui pure oltre.
Dovremmo evitare lo smartphone anche la sera
Piuttosto, dobbiamo sapere che l’utilizzo dello smartphone fa male in serata, che ci si sottoponga a contenuti interattivi o meno: il problema, in quel caso, è l’esposizione alla luce del telefono.
Ci spiega ancora il professor Barbanti: “Durante l’addormentamento la luce del telefono con una potenza media di 40 lux, paragonabile a quella di 30 lune piene, blocca la produzione di melatonina. Quindi, anche se ci sentiamo sonnolenti è come se venisse a mancare il direttore dell’orchestra del nostro sonno“.
Abbandoniamo la nomofobia e abbandoniamo il telefono: lasciamolo fuori dalla stanza da letto ed eviteremo così anche il problema del check mattutino.
Lo smartphone crea ansia, gli studi lo dimostrano
Abbiamo accennato alla nomofobia (che altro non è che la postmodernissima paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile) potremmo parlare della FOMO (Fear Of Missing Out, il timore di essere tagliato da quello che accade nel resto del mondo) che l’uso smodato dei telefoni inevitabilmente porta con sé ma invece vogliamo brevemente accennare ad un altro side effect dell’uso dello smartphone, prima di venire al cuore dell’articolo, legato ai problemi fisici che l’uso del telefono causa.
Quest’altro side effect è legato al fatto che la dipendenza da smartphone può portare con sé depressione ed ansia. Ce lo dicono svariati studi effettuati nel corso degli anni, come quello alla fine dagli anni zero intitolato ‘Characteristics of excessive cellular phone use in Korean adolescents‘, che mostrava come gli utenti più accaniti di telefonia mobile riportano bassa autostima, un più alto livello di ansia interpersonale, e difficoltà di espressione delle emozioni.
Ancora lo studio del 2017 intitolato ‘Smartphone Addiction Creates Imbalance in Brain‘ ha evidenziato come l’utilizzo smodato del proprio telefono connesso e a internet, può causare gravi squilibri chimici al cervello, con conseguenti sintomi ansiosi.
La soluzione? Come in quasi tutti gli aspetti della vita, la moderazione e l’autodisciplina: se qualche riga or sono suggerivamo di lasciare il telefono fuori dalla stanza da letto prima di andare a dormire, una buona idea potrebbe essere – ad esempio – lasciarlo a casa quando andiamo a fare una passeggiata (e ci renderemo conto quanti zombi con gli occhi puntati sul proprio device ci sono in giro).
Non solo ansie (varie), lo smartphone ci danneggia anche fisicamente
Lasciare il telefono a casa, utilizzarlo in assoluto di meno può essere una grande idea per svariate ragioni, non ultime quelle di carattere fisico: come sottolineato di recente a La Repubblica da Matteo Guzzini, ortopedico dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni e professore associato di ortopedia e traumatologia all’Università La Sapienza di Roma, sono in aumento i casi di tendiniti legati all’eccessivo uso di device elettronici.
“I casi di tendinopatie a carico della mano e del polso sono in aumento negli ultimi anni a causa dell’incremento di smartworking e dell’utilizzo smodato di smartphone e tablet. Questo comporta la comparsa dell’infiammazione e quindi di dolore a carico delle dita di una mano. Un dolore all’inizio localizzato alle dita ma che può irradiarsi fino all’avambraccio e al gomito“. Negli stadi avanzati può quindi presentarsi il cosiddetto “dito a scatto“. Con il dito solitamente impegnato a scorrere o a digitare sullo schermo dello smartphone che sembra quasi bloccarsi durante il movimento.
Rimedi ai problemi legati allo smartphone
Cosa fare per evitare di avere problemi fisici legati all’utilizzo eccessivo di smartphone? Rimane sempre valido il succitato suggerimento di lasciare in un cassetto lo smartphone, di spegnerlo, di scollegarci. Ma se per le più svariate ragioni non possiamo farne a meno (magari per questioni lavorative) è importante adottare una postura migliore, dopo aver comunque osservato un periodo di riposo.
In assoluto, per curare una tendinite si prevede riposo, ghiaccio e analgesici, sebbene nel caso di una cronicizzazione della stessa si possa passare a terapie ad hoc, come onde d’urto, ultrasuoni e laser. Ma possiamo provare a lenire il dolore anche con automassaggi, come quello proposto proprio qui sopra.