Sono da sempre considerati la “coppia d’oro” del tennis mondiale per via del loro successo di pubblico e della loro fama: sapete chi sono?
Ciò che rende immortale una figura storica, sia esso un grande condottiero, un attivista politico o anche uno sportivo che ha avuto un grosso impatto sull’opinione pubblica è la narrazione che ne viene fatta. Probabilmente oggi nessuno avrebbe idea che nell’antichità c’è stata una guerra nella provincia di Cannakale, in Turchia, nei pressi dello stretto dei Dardanelli tra gli antichi greci e gli antichi turchi.
Detta così probabilmente nessuno riesce a collegare questo evento storico ad un ricordo, eppure se vi parlassimo di Achille, della sua infinita ira che addusse tanti lutti agli Achei, probabilmente molti di voi ricollegherebbero questa guerra al poema omerico per eccellenza, ovvero l’Iliade. Appare chiaro a tutti oggi che la guerra narrata da Omero (sempre che questo sia mai esistito) non andò in quel modo, che probabilmente non c’era alcuna Elena e che gli Dei non hanno deciso le sorti dello scontro e dei suoi protagonisti, ma è proprio grazie a questa narrazione che il conflitto è divenuto leggenda ed è giunto sino ai giorni nostri.
Esattamente come accadeva all’epoca, anche oggi, la narrazione è ciò che permette ad un evento e ad un personaggio di sopravvivere nel tempo. Questo vale per la politica, vale per l’attualità, la televisione e anche per lo sport. Se proprio dovessimo avvicinare una narrazione odierna a quella epica della letteratura antica, questa probabilmente sarebbe proprio quella sportiva. Le grandi imprese di cui la gente ama sentire parlare, in epoca di pace, sono proprio quelle degli sportivi, ed ecco che d’improvviso proprio gli atleti diventano una sorta di eroi dei nostri tempi.
Nessuno oggi si ricorderebbe di George Best se la stampa non ne avesse esaltato il genio in campo e la sregolatezza fuori da esso e probabilmente nessuno oggi ricorderebbe Pelè se non fosse stato eletto a simbolo della rivalsa sociale, o di Maradona se la sua vita privata da rock star e la sua attitudine da leader politico vicino al popolo non fossero state al centro della narrazione che lo riguardava.
Lo stesso vale per i due tennisti di cui parliamo oggi, lui era il bello e dannato del circuito ATP, un talento puro che viveva secondo le proprie regole e che ha rischiato di dilapidarlo per le sue intemperanze e la sua indolenza. Lei invece era l’atleta perfetta, sempre precisa e puntuale, sempre composta, mai fuori luogo con la stampa o nei comportamenti. Ed ecco che questa coppia da film americano diventa leggenda, non solo per le imprese in campo, ma anche per come viene narrata la loro relazione.
Tra gli anni ’80 e ’90 sono stati i protagonisti del mondo del tennis ed hanno scritto pagine importanti di questo straordinario sport. Al culmine delle rispettive carriere ed in seguito ad alcune vicissitudini si sono incontrati e si sono innamorati. Inutile dire che la loro storia d’amore è stata immediatamente al centro dell’attenzione dei media e che l’interesse della stampa è continuato anche dopo il loro ritiro dai campi da gioco.
André e Steffi si sono sposati nel 2001, quando lei si era ritirata da 2 anni e quando lui aveva finalmente messo a frutto il suo talento lottando per il primo posto in classifica. Dalla loro relazione sono nati due figli: Jaden Gil Agassi proprio nel 2001, e Jaz Elle Agassi nel 2003.
Dopo il ritiro di André, nel 2006, la coppia ha cercato di innalzare un muro tra sé e la stampa, in modo tale da consentire ai figli di crescere lontano dai riflettori, dai rumor e dalle indiscrezioni. Ogni tanto li si rivede su un campo da tennis insieme, principalmente per iniziative benefiche ed eventi privati. L’ultima occasione è stata pochi giorni fa in occasione di un weekend esclusivo organizzato da Pivot Tennis a Las Vegas. Nonostante gli anni passino i due campioni rimangono in ottima forma e il loro feeling sembra immutato.
Il percorso professionistico di André Agassi non può essere dissociato dalla sua vita privata e dal rapporto con il padre. Il fenomenale tennista americano aveva vissuto sin da bambino con grande fastidio la disciplina ferrea che il padre gli impose per mettere a frutto il suo talento. Così da adolescente cominciò a fare di tutto pur di andargli contro, rischiando di vanificare le sue chance di diventare uno dei protagonisti del tennis mondiale.
Sebbene esordì nel circuito professionistico ad appena 16 anni e già allora dimostrò di essere fenomenale, di lui si parlava principalmente per la capigliatura, per la decisione di indossare l’orecchino, o per quella di tingersi le unghie di rosso. Ben presto la stampa cominciò ad interessarsi soprattutto alla sua vita privata, agli eccessi fuori dal campo e alle conquiste in campo sentimentale.
Nell’88, a soli 18 anni, Agassì vince 6 tornei Atp e scala la classifica sino al 10° posto. Sembra l’inizio di un’ascesa inarrestabile ed invece negli anni successivi il suo rendimento è altalenante e bisognerà attendere sino al 1995 prima che riesca a tornare a quei livelli e superare il record di vittorie in un anno (7 titoli).
Ancora una volta, proprio nel momento in cui tutti si attendono la sua definitiva consacrazione, ecco che Agassì si disinteressa del tennis. Nel 1996, anno in cui tutti si attendevano la sua ascesa alla numero 1, delude tutti, giocando male e in modo scostante. In parte è per via di un fastidio al polso che lo tormenta dal 1993, ma la verità è che il suo rendimento è condizionato dalla sua vita privata.
In quegli anni fa parlare di sé soprattutto per pettegolezzi e notizie di gossip. Si innamora e sposa la modella Brooke Shield e per due stagioni gioca poco e male, preferendo la vita mondana a quella da sportivo. La crisi coniugale paradossalmente lo convince a tornare a giocare seriamente a tennis e verso la fine del ’98, il mondo del tennis riaccoglie quel giocatore straordinario intravisto a sprazzi.
Tra il ’99 ed il 2001, Agassi gioca il miglior tennis della sua carriera, torna stabilmente nei primi posti della classifica mondiale e ingaggia un duello serrato con Pete Sampras per la posizione numero 1 della classifica mondiale. Lo stato di grazia dura sino al 2003, a partire da quello successivo comincia un declino fisico fisiologico che lo porta a ritirarsi definitivamente nel 2006.
Steffi Graf condivide con il suo attuale compagno un talento smisurato e un debutto professionistico precoce. Le premesse sono le stesse, ma lo svolgimento della loro carriera è completamente differente. Nel 1987, anno di debutto, Steffi vince 6 tornei e s’impone subito come numero 1 della classifica mondiale. Nell’88 si ripete e dà avvio ad un dominio che dura sino al 1991, quando abdica per la prima volta in favore di Monica Seles.
Complici alcune problematiche fisiche e personali, per un paio d’anni Steffi fatica a riprendersi il primo posto in classifica, ma ci riesce alla fine del 1993, dando il via ad un secondo periodo di dominio che durerà sino al 1996. Dal ’97 in poi comincia la fase calante della sua carriera, anche e soprattutto a causa di problemi fisici che la tengono spesso fuori dal campo e che ne condizionano le prestazioni.
Finché il fisico e la testa reggono, Steffi continua a lottare sul campo da tennis e riesce anche a conquistare qualche torneo. Alla fine della stagione ’99, però, la tennista tedesca decide di porre fine alla sua carriera. Ancora oggi, esattamente come Federer nel circuito maschile, la Graf viene considerata la migliore tennista della storia, sia per i successi ottenuti sia per lo stile di gioco e tecnica senza pari che ha mostrato nel suo prime.
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