Avete sempre voluto comprendere ciò che ha da dirvi il vostro gatto? Adesso esiste un’app che traduce i miagolii: come funziona.
Tutti noi sappiamo che gli animali domestici non possono interloquire con noi come se fossero degli esseri umani, ciò nonostante quando li abbiamo in casa tendiamo a parlargli come se potessero capire delle frasi complesse. Si tratta di abitudine alla loro presenza e di affetto nei loro confronti. Vivendo insieme a loro, inoltre, impariamo a comprendere i loro bisogni e loro imparano a farci capire quello che vogliono, tramite comportamenti e anche tramite suoni.
Certo al nostro udito quei suoni sono indistinguibili, non hanno un significato definito ma lo assumono solo in base alla circostanza e al comportamento. Quando un cane abbaia può farlo per gioia, per richiamare la nostra attenzione o per segnalare qualcosa di insolito o potenzialmente pericoloso. Riuscire a capire quale sia la ragione di questa comunicazione o richiesta d’attenzione è solo questione di abitudine ed esperienza. Lo stesso ovviamente vale per i gatti e i loro miagolii. A volte è chiaro che vogliano del cibo, altre che vogliano giocare o carezze.
La verità, ha spiegato l’etologa Sonia Campa, è che i gatti non sono soliti comunicare con i miagolii quando diventano adulti – lo fanno tramite i comportamenti e la prossemica – ed hanno imparato a comunicare in questo modo solo in presenza di esseri umani. L’esperta del comitato scientifico ha spiegato al sito Kodami che il miagolio cambia in base al rapporto che questi sviluppano con il padrone.
Si tratta insomma di una connessione con l’umano. In base ai comportamenti avuti durante la relazione con il padrone, il gatto ha imparato che ad un determinato tipo di suono corrisponde una reazione. Insomma l’animale domestico ha compreso come ottenere ciò che vuole dal padrone tramite una forma di comunicazione sonora che non è tipica della sua specie.
Abbiamo compreso dalla spiegazione dell’etologa che il miagolio non è traducibile e non ha un significato codificabile in senso assoluto. Questo assume un significato codificabile solo ed esclusivamente tra un singolo gatto ed il suo padrone. A dare significato a questi versi è dunque il rapporto che s’instaura tra padrone e animale, è dunque possibile che un’app riesca a tradurre i miagolii del nostro gatto domestico?
I creatori dell’app MeowTalk ritengono che sia possibile ed infatti hanno diffuso il loro traduttore su tutti gli store esistenti. Tra gli sviluppatori del progetto c’è anche un’eccellenza dell’industria tech come Javier Sanchez, uno dei project manager che ha sviluppato Alexa di Amazon. Di fatto l’app si basa sull’utilizzo di un’intelligenza artificiale che sarebbe in grado di riconoscere i diversi tipi di miagolio del nostro gatto.
Una volta scaricata l’applicazione, l’utente deve creare un “Catprofile” in cui inserire il nome, l’età e la razza del proprio gatto ed in cui deve registrare alcuni campioni di miagolio. Una volta fatto, l’ia dell’applicazione cercherà di tradurre in tempo reale ciò che il nostro gatto sta provando a dirci. Ma funziona davvero? I pareri finora sono contrastanti, c’è chi ha trovato riscontro nelle traduzioni, ma anche chi ha letto frasi del tipo “Sono arrabbiato” mentre il gatto voleva fare le fusa.
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