L’incredibile storia dell’ex calciatore: il sequestro, sei anni di sofferenze e una conclusione commovente che lascia l’amaro in bocca
Una vicenda che va avanti dal lontano 2016. Sono passati sei lunghi anni. Prima l’irruzione degli agenti in casa, poi il sequestro e una serie di processi che sembrava non finire mai. È la storia che ha coinvolto l’ex calciatore Alfredo Canzanese che dopo una battaglia infinita fuori e dentro i tribunali ha ottenuto una vittoria di cui non riesce a ritenersi completamente soddisfatto. La pazienza, l’attesa e le sofferenze lo hanno accompagnato in questo periodo ma il verdetto della Corte lo ha condotto a una svolta soltanto parziale.
La Cassazione gli ha dato finalmente ragione, interrompendo un inferno interminabile per Canzanese, che ha vestito in passato le casacche del Giulianova e del Teramo. Vive oggi a Bellante, in provincia di Teramo, ed è da lì che lancia il suo grido di protesta. Sì perché nonostante la sentenza lo abbia premiato, non può non sottolineare l’ingiustizia subita: “Non avrò pace”, ha dichiarato ai microfoni de Il Messaggero. Mettere fine al calvario quindi si è rivelata solamente un’illusione.
Nel 2016 il sequestro di 22 cani, iniziano i processi
Non era presente quel giorno, si trovava in ospedale per sottoporsi a un intervento chirurgico quando un gruppo di agenti mandati dalla Asl di Teramo entra in casa sua con un mandato di perquisizione. Era il 2016 e ad Alfredo Canzanese vengono sequestrati ben 22 cani che teneva in custodia all’interno del suo rifugio domestico. Uno per uno vengono trasportati al canile di Alba ed è proprio lì che si sarebbe consumata la tragedia. Il racconto ha dell’incredibile.
Solo due sono ritornati in suo possesso, degli altri si sono persi le tracce. Nelle scorse settimane la Cassazione ha imposto il dissequestro. Un momento tanto agognato, trasformatosi in un nuovo incubo. “Gli animali erano tutti in buone condizioni, sia di salute che di nutrizione”, ha specificato, ricordando che era stato un veterinario a ratificare lo stato delle cose al momento del blitz. “Il verbale è stato redatto il giorno stesso”, ha precisato. “Cercherò di trovare i restanti, probabilmente abbandonati. Spero non siano morti”. La custodia giudiziale potrebbe aver mietuto in totale ben venti vittime.
Il dramma in canile
È presso il canile di Alba che secondo Canzanese la situazione sarebbe precipitata. Dopo l’arrivo, i suoi animali non sarebbero stati gestiti in modo corretto, non solo alcuni di essi sarebbero stati messi in pericolo e altri hanno addirittura perso la vita. Il racconto dell’ex calciatore è da brividi: “Uno dei miei cani, il più piccolo, è stato sbranato da un molosso in canile. L’autopsia ha confermato questa ipotesi”.
Nonostante vi fossero nero su bianco le dichiarazioni del professionista sanitario incaricato, nonostante la presenza di un referto medico, non riuscì a risparmiarsi l’accusa di maltrattamento, per cui poi è stato definitivamente assolto solo pochi giorni fa. “Mi hanno accusato del reato di chi si macchia colui che sottopone a sevizie”.
Non solo, oltre al danno la beffa. I due che sono stati riconsegnati al proprietario riversano in pessime condizioni di salute. “Dopo l’amara sorpresa di poterne riabbracciare solo una parte, una volta arrivato al canile per ritirarli, mi sono visto arrivare due dei miei cani in condizioni pessime”, ha concluso.
Con la speranza che almeno alcuni dei suoi cani possano essere ritrovati, Canzanese cercherà di ottenere giustizia oltre la sentenza, un processo che passerà inevitabilmente dal racconto di quanto è successo. Far arrivare la storia dei suoi cani a più persone possibile potrà servire da monito, potrà metter luce su aspetti poco chiari di vicende simili alla sua.