Il dissing tra Lele Adani e Fabio Caressa continua: dopo l’addio a Sky dell’oggi opinionista di Bobo TV, Caressa sgancia una bomba.
Lele Adani e Fabio Caressa sono due dei personaggi più noti del mondo del calcio “parlato“. Il secondo è da almeno due decenni uno dei più famosi telecronisti italiani e dal 2017 è uno dei condirettori di Sky Sport, con delega al programma Sky Calcio Club. Il primo è un ex difensore centrale con qualche presenza in Nazionale e con un presente da accreditato opinionista, tra Rai (dopo il rumoroso addio a Sky) e la Bobo TV in streaming su Twitch.
Probabilmente anche a seguito dell’addio di Adani a Sky, tra i due non pare scorrere ottimo sangue e le parole di Caressa durante una diretta radiofonica a Radio Deejay sono benzina sul fuoco. Ma andiamo con ordine, vedendo in prima battuta i precedenti scazzi dell’ex difensore di Correggio.
Lele Adani, la lite in diretta TV con Giulini: a distanza di quattro anni l’ex difensore non ha dimenticato
Perché Lele Adani può piacere o non piacere (e sono tanti gli italiani a cui non piace, memori delle telecronache del Mondiale in cui parteggiava per l’Argentina che nemmeno in una tv di Baires) ma bisogna dargli atto che non è un personaggio che le manda a dire. E sono tanti gli scontri frontali avuti da Adani nel corso della sua carriera da commentatore. Ne andremo a vedere un paio, giusto per contestualizzare il tipo di personaggio.
Partiamo da un Cagliari-Juventus dell’aprile del 2019: la gara finisce 2-0 per i bianconeri e una delle due reti è segnata da Moise Kean, attaccante italiano di colore. Adani lavora per Sky e si trova ad affrontare il Presidente del Cagliari Tommaso Giulini che aveva attaccato i commentatori in studio, smentendo eventuali offese razziste della curva cagliaritana: “Non fate i moralisti, state strumentalizzando troppo la vicenda. Non è successo niente“. Ma mai dare del moralista ad Adani che – molto piccato – replica: “Non devi darmi del moralista, non sto attaccando il Cagliari ma solo alcuni co**ioni. Chi fa così ai giocatori di colore dovrebbe andare fuori subito“.
Un battibecco mai dimenticato da Adani che – a distanza di quattro anni – è tornato non troppo tempo fa sul tema, durante una diretta di Bobo TV: “Chi permette certe cose va eliminato, così come chi le fa. Chi fa finto perbenismo e cerca di proteggere uno stato delle cose come fece Giulini con me in diretta deve sparire.
Lui con tutti i suoi soldi e i suoi modi da persona scadente. Non può essere proprietario di una società sportiva solo perché ha ereditato soldi di famiglia. Non sei degno di rappresentare lo sport”. Lele Adani non perdona e tocca, come Francesco Guccini e Cyrano.
Lele Adani contro Allegri, quelle parole rimaste nella storia: “Zitto a tuo fratello”
In quell’aprile del 2019 Adani è in grande spolvero e a farne le spese è l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, ai margini di uno Juventus-Inter 1-1. In quell’occasione, però, l’attacco iniziale arriva dal tecnico bianconero, visibilmente nervoso sin da principio: “Siete tutti teorici, Adani sei il primo che legge i libri e di calcio non sai niente. Non hai mai fatto l’allenatore, sei lì dietro e non sai cosa succede“.
Parole alle quali Adani (che ad onor del vero aveva fatto il vice a Silvio Baldini a Vicenza tra il giugno e l’ottobre del 2011) replica: “Max, stai dicendo cose non serie e non sensate“.
Ma mai dire a Massimiliano Allegri che non può dire cose non sensate un uomo con un palmares di tutto rispetto. E così Allegri: “Ora stai zitto, parlo io che sono l’allenatore che ha vinto sei scudetti“. Per l’ultima risposta di Adani, con una frase destinata a rimanere nella storia delle liti in tv tra addetti ai lavori: “Fermo, fermo. Stai zitto lo dici a tuo fratello”.
Voci vogliono che questo scazzo con Allegri porti Caressa a decidere di sollevare Adani dal suo ruolo ma queste sono per lo più dicerie. In merito, in un’intervista ad Aldo Cazzullo, lo stesso Adani ha dichiarato, ben più diplomatico del solito: “Mi hanno insegnato che quando il mister ti manda in panchina non si chiede mai perché“.
Fabio Caressa contro Lele Adani tira in ballo la democrazia
Veniamo quindi ad oggi, all’ultima polemica che vede protagonista Lele Adani e Fabio Caressa. Premessa. Da qualche tempo Lele Adani cita a mo’ di mantra durante le dirette di Bobo TV una stessa frase – tra il criptico e il macchiettistico: “A livello di servilismo come siamo messi?”
Durante una delle dirette, l’ex difensore di Brescia, Fiorentina e Inter (giusto per citare tre compagini di cui ha vestito le maglie) ha addirittura sfoggiato una maglietta con la frase stampata su: una frase di cui non si capisce a pieno il significato (e questo può anche essere normale quando si parla di concetti espressi da Adani) né il destinatario di quella che sembra una accusa (e questo è meno perché, come abbiamo visto, Adani non teme scontri frontali).
Nonostante ciò (e in barba al detto excusatio non petita, accusatio manifesta) Fabio Caressa durante una diretta radiofonica a Radio Deejay con il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni ha mandato una frecciata che sembra a tutti gli effetti rivolta all’ex collega.
Una frecciata, anche in questo caso, perché nessuno fa nomi – in quella che ha tutte le caratteristiche di un dissing tra rapper. Tutto è partito dalle parole di Zazzaroni: “Servi de che… Io sono servo di me stesso e Caressa pure“. Cui ha fatto eco Caressa: “Uno è servo perché prende informazioni, sa delle notizie, perché non la pensa come te? Perché questa è una cosa gravissima che non ha precedenti nel pallone. Una volta si discuteva, ci si arrabbiava, si litigava…“.
Che ha quindi allargato il raggio della riflessione, andando a citare dinamiche che sembrano ben distanti da quelle del calcio: “Questo fatto che o la pensi come perché ho questa ideologia, che io ho la verità e tu no… occhio ragazzi che fa riferimento a una cosa che col pallone non c’entra niente. Le basi della della democrazia sono attaccate in questo modo, occhio, c’è gente nella storia che ha fatto questa cosa”.
L’audio dell’intervento è stato postato da svariate realtà online e, a giudicare dai commenti, gli appassionati di calcio sembrano essersi divisi abbastanza equamente tra chi approva le parole (seppur sibilline e mai rivolte direttamente verso qualcuno) di Adani e chi apprezza la replica di Fabio Caressa. Anche nei commenti, i toni sono abbastanza esacerbati. Troppo spesso ci si dimentica che parliamo di calcio, di uno sport, di un giuoco. Dov’è la leggerezza che un giuoco dovrebbe portare con sé?