Tra le tante emergenze di questa calda estate 2023 ora spunta anche la febbre del Nilo. Ecco tutto quel che c’è da sapere su questa insidiosa malattia.
La febbre del Nilo, o West Nile fever che dir si voglia, ha fatto la sua prima vittima accertata in Italia. E l’aumento dei contagi – comunque non più di 10 – è motivo di seria preoccupazione per la salute pubblica, anche se non è ancora stata dichiarata l’emergenza sanitaria. Ecco l’ultimo bollettino e i consigli per proteggersi da questo insidioso nemico.
I primi casi di febbre del Nilo si sono registrati in Italia a inizio maggio. Da Parma, stando al bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), l’infezione si è via via propagata ad altre province e regioni. Del resto, il fenomeno non riguarda solo l’Italia: anche lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha lanciato un allarme sulle zanzare invasive e i potenziali rischi per la salute dei cittadini.
I dati dell’ultimo bollettino dell’Iss
A dire il vero, è ormai da qualche anno che nei mesi caldi si rilevano casi di febbre del Nilo nel nostro paese, ma l’estate 2023 si sta rivelando particolarmente problematica sul fronte delle malattie trasmesse da punture di insetti, complice l’andamento meteo e delle temperature. Per l’esattezza, da inizio maggio sono stati confermati 6 casi di infezione nell’uomo, di cui 3 nella forma neuro-invasiva (2 in Lombardia, nelle province di Mantova e Cremona, e uno in Emilia-Romagna), 2 identificati in donatori di sangue (in Emilia-Romagna e Piemonte), e infine 1 di febbre (sempre in Lombardia).
Poi, come detto in apertura, tra i casi confermati è stato registrato il primo decesso in Lombardia, a Cremona. La vittima è un 70enne che era stato ricoverato in ospedale all’inizio della scorsa settimana in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni generali. Il decesso è avvenuto venerdì della scorsa settimana. Questi i dati che emergono dall’ultimo bollettino di sorveglianza settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
Nello specifico, si è appurato che la circolazione del Lineage 2 del West Nile virus (tipico del Subshara e del Madagascar) interessa l’Emilia Romagna, la Lombardia, la Sardegna e il Piemonte, mentre il Lineage 1 è stato confermato in Sicilia e in Veneto. Al momento, sempre secondo il bollettino, si evidenzia il continuo aumento delle province e delle regioni coinvolte: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna. Nel frattempo prosegue il monitoraggio sugli esseri umani e la sorveglianza veterinaria su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici.
Quali sono i sintomi e come si trasmette la febbre del Nilo
La febbre del Nilo è una malattia provocata dal West Nile (Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae che fu isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile. Da lì il virus si è poi diffuso in Africa e in Asia occidentale, fino a raggiungere l’Europa, l’Australia e l’America, colpendo non solo l’uomo, ma anche numerosi animali.
Il principale veicolo di diffusione è costituito dagli uccelli selvatici e dalle zanzare, le cui punture sono in grado di trasmettere il virus all’uomo. Ma ci sono altri mezzi di infezione più rari, per esempio il trapianto di organi, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. Vale invece la pena di sottolineare che la malattia non si trasmette tramite il contatto con le persone infette.
Per quanto riguarda la sintomatologia, può variare da individuo a individuo, ma nella maggior parte dei casi la malattia è asintomatica. I casi sintomatici rappresentano circa il 20% del totale, e tipicamente comprendono febbre, mal di testa, nausea, vomito e linfonodi ingrossati. Nei casi più gravi, che per fortuna riguardano meno dell’1% delle infezioni, si possono registrare episodi di febbre alta, violenti mal di testa, debolezza muscolare, senso di disorientamento, tremori e convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Non solo: alcuni danni neurologici possono essere permanenti e in circostanze estreme il virus può causare un’encefalite letale.
Aspettando il vaccino contro la febbre del Nilo
Purtroppo, la comunità medica e scientifica non è ancora riuscita a mettere a punto un vaccino ad hoc per la febbre del Nilo. Mentre la ricerca e la sperimentazione vanno avanti, la principale misura precauzionale per evitare il contagio e la diffusione del virus consiste nel ridurre il più possibile l’esposizione alle punture di zanzara durante il periodo favorevole alla trasmissione.
A tal fine è consigliabile l’uso di specifici repellenti: in commercio ce ne sono di vari tipi, dallo spray ai bracciali antizanzare, dalle piastrine fino agli ultrasuoni. Opportuno anche proteggere gli ambienti con le zanzariere e indossare un abbigliamento il più possibile protettivo della pelle. E mai rimanere all’aperto nelle ore in cui le zanzare sono più attive, cioè alba e all’imbrunire.