Nutriente presente in moltissimi cibi che consumiamo quotidianamente, il ferro è importante anche e soprattutto per la salute mentale
Il ferro è uno dei minerali più presenti nel nostro corpo in termini di quantità ed è un componente fondamentale dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno dai polmoni a tutto il corpo. Inoltre, il ferro va a comporre anche la mioglobina, che invece è la proteina che rifornisce i muscoli di ossigeno. Questo macroelemento, però, è centrale anche nel mantenimento della salute mentale: ecco perché.
Data la sua importanza all’interno della salute fisica e mentale, il ferro dev’essere assunto tramite un’alimentazione varia e sana. Gli alimenti che lo contengono sono il fegato, il pesce e la carne, ma anche i vegetali a foglia verde sono ottime fonti di ferro così come i legumi, la frutta secca e i cereali. Ecco come si verifica se si assume un’adeguata quantità di ferro e cosa succede nel caso in cui se ne sia carenti: le conseguenze sulla salute mentale non le immagineresti mai.
Considerando un uomo adulto sano, il fabbisogno quotidiano di ferro è di 14 mg: questo valore, però, è da considerarsi come riferimento e non è detto che sia corretto per ogni persona. La quantità di ferro di cui si necessita, infatti, varia in base all’età, al sesso e ad altre condizioni fisiologiche e patologiche, come ad esempio la gravidanza o l’allattamento. In linea generale, però, si può dire che le donne necessitano di quantitativi maggiori e, per questo, è importante che frequentemente dosino questo minerale attraverso le analisi del sangue.
L’esame del ferro mediante le analisi del sangue ne misura la quantità che circola nel corpo in relazione alla transferrina, cioè la più importante proteina di trasporto del ferro nel plasma. Altro valore da considerare è la ferritina, cioè la proteina che immagazzina il ferro. Di fatto, i valori che vengono considerati sono tre:
Sono vari e articolati gli eventuali sintomi di una carenza di ferro. Uno dei principali è l’anemia, quindi la riduzione dei globuli rossi nel sangue e di conseguenza l’incapacità di distribuire l’ossigeno ai tessuti e agli organi di tutto il corpo. Inoltre, altri sintomi sono la stanchezza, le poche energie disponibili, le difficoltà di memoria e concentrazione nonché problemi legati alle difese immunitarie e difficoltà di termoregolazione. Si segnalano inoltre disturbi gastrointestinali.
Dall’altro lato, anche avere troppo ferro nel sangue può causare dei problemi soprattutto a livello di stomaco come nausea o vomito, nonché dolori addominali, svenimenti e, a dosi molto alte, anche coma, scompensi agli organi e convulsioni. Nel caso di emocromatosi, cioè la condizione medica che porta all’accumulo di quantità di ferro quasi tossiche per l’organismo, possono verificarsi anche cirrosi, cancro al fegato e malattie cardiovascolari.
Il ferro non è importante solo per la salute del corpo, ma anche per la salute della mente. Questo minerale, infatti, accresce la motivazione e la costanza, la volontà e l’entusiasmo: esserne carenti, quindi, potrebbe offuscare questo aspetto così importante della vita di ciascuno. Impossibile poi non parlare del legame tra il ferro e la calma e la sicurezza: livelli adeguati di questo macroelemento consentono di prendere decisioni in modo ponderato e di riflettere con coscienza.
Se da un lato bisogna quindi considerare la quantità di ferro da assumere quotidianamente e l’importanza dell’introduzione di alimenti utili e proficui in questo senso, dall’altro lato non si può non considerare la biodisponibilità, cioè quanto e in che modo il ferro contenuto in ogni cibo può essere assimilato dal corpo. Il ferro si distingue in questo senso in due versioni: il ferro-eme, legato all’emoglobina e il ferro non eme. Il primo costituisce il 40% del ferro nei cibi di origine animale, mentre il secondo costituisce il 60%.
Il primo viene assorbito con più facilità, mentre il secondo viene assimilato dopo il distacco del ferro dalla molecola originaria e dal successivo legame con zuccheri o acidi, per cui il suo assorbimento è influenzato dalla presenza di altre sostanze. Per favorire l’assorbimento del ferro è importante assumere alimenti contenenti vitamina C, poiché aumenta la biodisponibilità del ferro non-eme, quello contenuto in maggioranza negli alimenti di origine vegetale e animale.
Nemici dell’assorbimento di ferro sono invece i tannini contenuti nel tè e nel caffè, l’acido fitico contenuto soprattutto in radicchio, rucola e spinaci, l’acido ossalico di barbabietole e bietole e i polifenoli di vino, caffè e tè. Nel caso di carenze importanti, il medico può indicare la compensazione mediante l’assunzione di integratori specifici.
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