C’è un modo per riuscire a far durare per più generazioni i risparmi, trasmettendo il patrimonio anche ai nipoti?
Se mal gestiti i patrimoni di famiglia possono volatilizzarsi rapidamente anche se messi insieme col duro e paziente lavoro di diverse generazioni. Per farli durare bisogna agire con accortezza e saggezza.
Talvolta si sente dire che la prima generazione crea, la seconda mantiene, la terza distrugge. In questo detto si trova riassunta la cosiddetta «maledizione della terza generazione», vero e proprio spettro che aleggia sul business familiare.
Una spada di Damocle che pesa non solo sul destino delle dinastie imprenditoriali, ovviamente preoccupate di come traghettare il loro business oltre la terza generazione. Non è solo un problema privato. La possibile crisi di un’impresa familiare si riflette inevitabilmente anche su tutta la società se pensiamo che secondo alcune stime il capitalismo familiare pesa per il 64% sul Pil degli Usa, per circa il 50% dell’occupazione privata in Europa e più ancora per l’Italia.
Il nostro Paese detiene infatti il primato europeo del family business. Basti solo pensare che nella Penisola le imprese familiari sono circa il 90%. Generano l’80% del Pil e danno lavoro al 75% della popolazione italiana. Circa il 40% dei primi 100 gruppi italiani per fatturato sono controllati dal medesimo ceppo familiare e quasi il 90% di questi ha come ceo un membro della famiglia, senza parlare del 66,4% delle imprese dove l’intero management è espressione della famiglia.
Basterebbero solo questi numeri per rendersi conto di quanto possa essere pericolosa la maledizione della terza generazione per la ricchezza e il benessere di una nazione intera. Piaccia o meno, la situazione è questa: dalle fortune delle imprese familiari dipende gran parte del presente e del futuro dell’Italia.
Tanto più se teniamo presente che, secondo gli esperti, è proprio la maledizione della terza generazione a far perdere i propri soldi al 90% delle famiglie benestanti entro la terza generazione. Ciò non toglie naturalmente che qualcuno non riesca a esaurire le proprie ricchezze anche prima di tramandarle ai nipoti, soprattutto se ha guadagnato rapidamente una montagna di denaro.
È quanto capita non di rado, per esempio, a star dello sport, intrattenitori, dirigenti e imprenditori che dopo aver raggiunto un successo travolgente dopo anni di difficoltà finanziarie e vacche magre possono ritrovarsi improvvisamente a dover gestire conti a sette cifre senza aver alcuna idea di come spendere e gestire con oculatezza la loro fortuna. Nulla di più facile, in casi come questi, che finire per dilapidarla velocemente come si era accumulata.
Ma la stessa cosa può accadere anche a chi si trova a ereditare un bel gruzzolo di denaro. Infatti la cattiva gestione del denaro è uno dei principali fattori alla base della maledizione della terza generazione se insieme al patrimonio finanziario non si trasmette di generazione in generazione anche un solido patrimonio di valori e strategie nel campo della gestione del denaro.
Insomma, avere tanto denaro può rivelarsi una maledizione se non si accompagna anche a quei valori immateriali (sotto forma di conoscenza e saggezza) che permettono di non disperderlo come sabbia nel deserto.
Molte di queste famiglie finite in rovina non erano benestanti di partenza e già avevano sviluppato abitudini economiche non certo virtuose quando sono state baciate dalla ricchezza. Spesso è molto difficile cambiare in corsa le abitudini già preformate magari perché ereditate dalla famiglia. Purtroppo quando sono in gioco i soldi, tanti soldi, si diventa dei bersagli. Per cui preservare la propria ricchezza impone, volenti o nolenti, un cambiamento di mentalità e di strategia.
Ma come fare? Sono usciti anche manuali per vincere la maledizione della terza generazione, esistono manager di famiglia. Il portale finanziario GoBankingRates ha chiesto alcuni consigli a Ken Eyler, ceo di Aquilance, una compagnia di amministrazione finanziaria che si occupa di pagamenti, contabilità, rendicontazione e investimenti per conto di famiglie benestanti.
L’esperto ha condiviso 7 suggerimenti per evitare la maledizione della terza generazione e conservare la ricchezza familiare. Consigli che valgono un po’ per ogni situazione. Sia che per chi ha ricevuto da poco un’importante eredità che per l’influencer di grido sui social, ma anche per l’imprenditore che ha faticato anni prima di trovare l’idea imprenditoriale che facesse fruttare il suo business.
Una lunga esperienza da consulente di famiglie con un patrimonio molto elevato, spiega Eyler, porta spesso a incontrare e ad avere a che fare con persone che con le loro fortune fanno spesso errori facilmente evitabili.
Molte di queste persone non erano benestanti: lo sono diventate, e il rischio in questi casi è quello di cadere nei tipici comportamenti del parvenu. Vale a dire conservare anche nella nuova condizione economica mentalità, stili di vita e atteggiamenti tipici di quella vecchia.
Uno dei punti deboli di queste famiglie è la sicurezza. Le insidie vengono soprattutto dal fatto che queste persone hanno la tendenza a ostentare sui social media il loro tenore di vita, magari postando le immagini e i video dei loro viaggi, in particolare se è così che si sono rese famose agli occhi del pubblico.
Il problema è che viaggiando su jet privati e lasciando incustodite le loro case multimilionarie, si espongono alle minacce rivelando il posto in cui si trovano. Per cui la prima raccomandazione del ceo di Aquilance è quella di postare successivamente, non sul momento. Molto meglio, in questi casi, scoprire la virtù dell’anonimato quando ci si presenta negli hotel o si visitano le attrazioni turistiche.
Un’altra raccomandazione è prevenire adottando misure che aumentino la sicurezza della propria famiglia e della proprietà, sia sul piano fisico che su quello digitale. Come prima cosa, per proteggere le proprietà diventa fondamentale installare buone serrature e sistemi di allarme monitorati. E per condividere informazioni sensibili meglio usare strumenti di comunicazioni sicuri, non le semplici e-mail.
Non sempre è semplice capire quale assicurazione faccia al caso propria, quali servizi sono e disponibili e come ottenerli. Più il patrimonio cresce, più diventa complesso proteggerlo. È un problema che tocca in particolare i super ricchi che rientrano nella categoria HNWI (High Net Worth Individual, ovvero “individuo ad alto patrimonio netto“).
Ad esempio non è sempre facile garantire la copertura per case costose in aree ad alto rischio (come possono essere negli Stati Uniti la California e la Florida). Spesso ci sono problemi di lacune nella copertura assicurativa. Ken Eyler ricorda il caso di un cliente che dopo aver pagato in contanti una casa da 20 milioni di dollari a Manhattan vi si era trasferito con la sua collezione d’arte da 5 milioni di dollari.
Non avendo un mutuo, al momento dell’insediamento nessuno ha richiesto alla sua famiglia un’assicurazione. Ma non essendo assicurati con l’assicurazione su proprietà e infortuni molto probabilmente si è trascurato anche di munirsi di una copertura di responsabilità civile. «Questo può portare a problemi – spiega il consulente – se sei vittima di un incendio o di un furto o se qualcuno viene ferito in casa tua». È bene dunque affidarsi a dei broker specializzati.
Vale lo stesso discorso di prima. Per prendere le decisioni giuste bisogna consultare dei professionisti finanziari. Le strategie di pianificazione finanziaria del passato non è detto che funzionino anche ora e potrebbe essere necessario rivolgersi a un consulente patrimoniale di livello superiore.
È necessario trovare un buon consulente finanziario che consideri in maniera globale le nostre risorse in modo da aiutare a pianificare le spese e a gestire il flusso di cassa, per prendere le migliori decisioni per il futuro.
È fondamentale anche appoggiarsi a un team di grandi professionisti anche in altre aree comunicanti. La raccomandazione di Eyler è quella di lavorare con un esperto di fiducia e un avvocato patrimoniale, con un commercialista specializzato in clienti ad alto reddito e con un patrimonio netto elevato, con amministratori finanziari che lavorino esclusivamente con famiglie benestanti e con un broker assicurativo in grado di trattare le proprietà costose e i rischi legati ai patrimoni elevati.
Anche i più facoltosi devono pianificare la loro pensione. Non è detto che lo stile di vita in pensione sia lo stesso di adesso. Da qui l’importanza di pianificare il futuro per avere soldi a sufficienza.
Soprattutto chi guadagna diversi soldi con molta rapidità – attori, sportivi, intrattenitori e imprenditori – distribuisce le sue entrate in un lasso ridotto di tempo. Di conseguenza non è sempre preparato a gestire al meglio questo rapido afflusso di denaro e dunque è meglio che si faccia trovare pronto nel caso in cui il flusso di denaro si prosciughi improvvisamente come era cominciato.
Senza contare che bisogna tenere conto delle tasse, del personale da pagare e di tutte le altre spese collegate con la gestione di importanti somme di denaro. Va pianificato anche il reddito netto (levate tutte le spese) e non soltanto l’ammontare lordo degli stipendi.
Donare in beneficenza è una forma di altruismo che però può avere anche grandi vantaggi sul piano finanziario. Non è un mistero per nessuno che le famiglie benestanti ottimizzino le loro iniziative benefiche in modo da poter beneficiare di sostanziose agevolazioni fiscali.
Per fare un esempio, sempre negli Stati Uniti diversi investono nelle cosiddette Opportunity Zones, le «zone di opportunità» create nell’ambito del Tax Cuts and Jobs Act del 2017 dell’amministrazione Trump per incentivare gli investimenti privati nelle zone più disagiate d’America.
In pratica la norma, contenuta nella riforma fiscale varata da Trump, permette fino al 2026 di non pagare le tasse sui profitti reinvestiti in 8700 zone depresse degli Stati Uniti, da Oakland fino alle Hawaii e all’Alaska. Un investimento, spiega Eyler, che «offre vantaggi fiscali che possono ridurre il carico fiscale complessivo sul reddito».
«La filantropia – prosegue l’esperto – può anche essere un modo fantastico per coinvolgere la tua famiglia in cause importanti per te. Potresti anche desiderare di avviare una fondazione per garantire che la tua eredità di sostenere determinate cause sopravviva quando te ne sarai andato».
È di vitale importanza che le famiglie mantengano una comunicazione condivisa e costante con i propri consulenti di fiducia e tra i membri stessi della famiglia. Questo perché, «dato il numero di parti che potrebbero essere coinvolte, è abbastanza facile perdere di vista lo stato delle cose».
Diventa importante che il consulente patrimoniale, il commercialista e la società di amministrazione finanziaria dei beni della famiglia rimangano in stretto contatto, condividendo le informazioni e segnalando ciò di cui potrebbero aver bisogno. Anche il proprio avvocato di pianificazione patrimoniale dovrebbe esserne al corrente in modo che da essere sempre aggiornato su un solido piano patrimoniale. Anche la famiglia dovrebbe mantenere una comunicazione regolare in modo da avere ben chiare le implicazioni dei piani di successione messi in atto.
Quando si parla di debiti, fa osservare Eyler, bisogna muoversi con estrema cautela. Superfluo dirlo: è roba che scotta il debito, da maneggiare con cura. Il consiglio è quello di usarlo «per gestire il flusso di cassa mentre vivi con i tuoi mezzi».
Da una parte non è sempre detto che indebitarsi sia un male. Ad esempio, in caso di acquisti di grandi dimensioni (come un’abitazione, un’auto costosa o altro) pagare in contanti potrebbe non essere la cosa più saggia da fare. Esaurire la liquidità disponibile potrebbe infatti lasciare scoperti nel momento in cui il denaro servisse per qualcos’altro.
D’altro canto anche «contrarre debiti ingenti che vanno oltre la tua capacità di ripagare alla fine può comportare un patrimonio netto negativo, che alla fine ha portato alla bancarotta alcune persone precedentemente ricche».
Serve una virtù da equilibrista per bilanciare tra queste due esigenze. Dunque lo strumento del debito va dosato con grande attenzione e molto equilibrio. Riuscire a fare la fortuna della propria famiglia col duro lavoro, l’eredità, un caso fortunato o una combinazione di questi tre elementi naturalmente è una cosa positiva, capace di aprire molte porte e opportunità.
Ma se si vuole vincere la maledizione della terza generazione e far durare più a lungo nel tempo i risparmi di famiglia serve ben altro. Perché, conclude ammonendo il Ceo esperto di amministrazione finanziaria, «non prepararti per il tuo nuovo stile di vita può far scomparire rapidamente tutti questi benefici».
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