In tanti si domandano se in caso di glaucoma sia possibile usufruire della Legge 104: ecco cosa prevede la legge in merito!
Quando si parla di glaucoma occorre entrare nel merito di quello che è in realtà un gruppo di patologie a danno degli occhi che potrebbero arrivare a compromettere il nervo ottico. Qualora ciò accada questo andrebbe a danno della trasmissione delle immagini dall’occhio al cervello, con il possibile rischio della cecità parziale o totale. La causa di tale problema è solitamente dovuta ad malfunzionamento del sistema di drenaggio che comporta un incremento della pressione all’interno dell’occhio.
La malattia deve essere trattata per tempo ma sovente non vi sono sintomi evidenti nelle prime fasi, pertanto quando si scopre di avere il glaucoma spesso sono già presenti i primi problemi a danno della vista; ma intervenire troppo tardi comporta, come dicevamo, il concreto rischio di una progressiva perdita della vista fino a quando vedere non risulterà più possibile. Effettuare una diagnosi precoce è comunque possibile, sottoponendosi a controlli regolari della vista che consentano di individuare i primi segnali di glaucoma.
Glaucoma, quando è possibile ottenere i benefici della Legge 104? Cosa dice la legge
Detto questo è importante sottolineare che sono diversi i tipi di glaucoma: si va dal più comune ovvero quello ad angolo aperto fino al glaucoma congenito, il secondario e quello ad angolo chiuso. Per trattarlo esistono diversi percorsi che includono farmaci di varia natura insieme alla possibilità di impiego del laser oppure sottoponendosi ad interventi chirurgici atti a diminuire la pressione oculare. Questo è essenziale allo scopo di evitare che insorgano altri danni al nervo ottico. Si tratta dunque di una patologia invalidante qualora la vista risulti compromessa, pertanto è possibile far capo alla Legge n.104 del 5 febbraio del 1992?
La risposta è affermativa, ma solo sulla base di talune condizioni: infatti sia nel caso di glaucoma acquisito che congenito vi è la possibilità da parte dell’Inps, di riconoscere un certo grado di invalidità mediante un’apposita metodologia di valutazione della malattia. La sola comparsa di glaucoma acquisito e congenito, però, non permette di aver diritto ad alcun tipo di agevolazione in quanto l’invalidità correlata è, rispettivamente, del 10 e del 20%. Ma i benefici iniziano soltanto in seguito al riconoscimento di una percentuale di invalidità non inferiore al 33%.
Glaucoma in forma avanzata e invalidità: le possibilità
Qualora però la forma di glaucoma sia avanzata le cose cambiano e sarà possibile valutare l’invalidità sulla base di cecità parziale o totale. L’Inps infatti prevede che qualora il campo visivo sia compreso tra il 9 ed il 3% ovvero in caso di cecità parziale, l’invalidità riconosciuta sia dell’80%. Ma essa diventa del 100% nel caso di cecità totale, ovvero in caso di campo visivo inferiore al 3%. Sono dunque questi i casi nei quali si può usufruire della Legge 104 e delle sue relative disposizioni purché l’invalidità sia stata riconosciuta da un medico e con apposito certificato.
Per fare domanda è necessario rivolgersi ad un medico di base il quale inoltrerà all’Ufficio Medico Legale dell’Inps la richiesta. La condizione verrà valutata mediante un’apposita visita medica. Importante è sottolineare che non vi è uno specifico elenco di patologie che, in automatico, danno diritto ai benefici della 104. Le agevolazioni sono infatti riconosciute sulla base delle disabilità gravi piuttosto che sulla base della malattia che le provoca. La valutazione medica va a considerare, infatti, l’impatto della condizione di invalidità sulla vita quotidiana della singola persona.
I benefici con 34-51% di invalidità
Passiamo ora a quelli che sono i benefici ai quali chi ha il glaucoma con invalidità riconosciuta ha la possibilità di ottenere tra vantaggi fiscali ed assistenza economica. Nel caso invalidità dal 34% si può accedere alla fornitura gratuita di protesi nonché di dispositivi che abbiano una correlazione con la patologia segnalata sul verbale di diagnosi.
Passando al 46% di invalidità è possibile iscriversi alla lista per il collocamento mirato; sussiste infatti l’obbligo di assunzione di persone con disabilità e i datori di lavoro dovranno attingere proprio da questa lista. Quando l’invalidità è superiore al 51% si potrà richiedere un periodo di congedo straordinario e retribuito ogni anno, della durata di 30 giorni, per sottoporsi a cure mediche. I giorni non dovranno necessariamente essere consecutivi: la richiesta dovrà essere effettuata dal medico di base e l’Asl dovrà autorizzarla.
Le agevolazioni con invalidità dal 67 al 100%
Gli ultimi quattro scaglioni sono quelli del 67%, del 74, del 75 e del 100% di invalidità. Nel primo caso è prevista l’esenzione dal versamento del ticket sanitario per tutte le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, nonché di laboratorio e di diagnostica strumentale. Si avrà priorità nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari e sono previste agevolazioni per l’acquisto del biglietto dei mezzi pubblici, nonché una riduzione della tariffa telefonica.
Nel secondo caso si ha diritto, previa erogazione dall’Inps e se disoccupati, di un assegno mensile di invalidità di 313,91 (in caso di reddito inferiore a 5.391,88 euro). Raggiunti i 67 anni si riceverà l’assegno sociale. Nel terzo caso è previsto un aumento dell’anzianità (per i lavoratori) pari a due mesi ogni anno e per un massimo di 60 mesi. Infine al 100% di invalidità si ha diritto, in caso di reddito inferiore a 17.050,42 euro della pensione di inabilità nella misura di 291,69 euro al mese. L’indennità di accompagnamento senza limiti di reddito e nella misura di 527,16 euro si ottiene in caso di riconoscimento dell’incapacità di camminare senza l’assistenza permanente di un accompagnatore oppure nel caso non sia possibile svolgere autonomamente le attività quotidiane tipiche dell’età.