Ci sono degli alimenti che non dovresti mai acquistare al supermercato: un recente studio ha rivelato che il consumo comporta rischi al cervello.
Sebbene si sappia da molto tempo che un’alimentazione sana ed equilibrata è fondamentale per il benessere del corpo e della mente, la piena consapevolezza di dover adottare un regime alimentare equilibrato è arrivata solamente negli ultimi anni. Fino agli inizi degli anni 2000 c’era infatti poca informazione su quelli che erano i reali effetti del “Junk Food” ed un generale rilassamento sulle abitudini alimentari.
La cultura del benessere attraverso il cibo è giunta anche grazie ai social network. Sebbene questi abbiano veicolato il messaggio per una finalità meno nobile – la maggior parte delle persone che sceglie di adottare una dieta sana ed equilibrata lo fa esclusivamente per un fattore di estetica – il risultato è stato comunque che le nuove generazioni hanno una maggiore conoscenza dei valori nutrizionali degli alimenti ed una maggiore consapevolezza di ciò che andrebbe mangiato e di quante calorie andrebbero immesse nel corpo.
C’è anche da dire che la moda della “perfezione” estetica ha anche un altro lato positivo, ovvero che spinge le persone a mettersi in moto, a fare quell’attività fisica che è necessaria per garantire la salute del corpo e per smaltire le tossine ed i grassi incamerati con il cibo tossico (ma in generale a smaltire il grasso in eccesso). Grazie all’attività fisica si allontana il rischio di malattie cardio-vascolari abbassando la pressione arteriosa, si tiene sotto controllo il livello di colesterolo e glicemia nel sangue, si riduce il rischio di neoplasie e di sviluppo dell’artrosi.
L’importanza di una dieta equilibrata e dell’attività fisica per la salute
Per chi non ha l’ossessione del corpo scolpito, la dieta e l’attività fisica rimangono due aspetti fondamentali. Da sempre la dieta mediterranea è considerata tra le più equilibrate e salutari al mondo, ma bisogna anche tenere d’occhio le quantità di cibo ingerito durante i pasti e non limitarsi solo ad alcune pietanze che ne fanno parte. Un’altra abitudine alimentare sana è quella dei giapponesi, la cui dieta è composta principalmente da riso, pesce e verdure.
Per quanto riguarda il movimento, se non siete tipi da corpo scolpito e addominali di marmo, probabilmente la palestra vi risulterà come una chiesa per l’anticristo. In questo caso potreste optare per la piscina se siete amanti del nuoto, per la corsa se vi piace isolarvi e ascoltare della buona musica durante l’allenamento (in realtà è divertente farlo con un amico, ma i risultati non sono gli stessi), o ancora esercitarvi da soli in casa.
Come abbiamo avuto modo di sperimentare durante la pandemia, c’è la possibilità di seguire lezioni di corpo libero, pilates, funzionale e altre discipline direttamente davanti alla smart tv. Ma se la cosa vi mette a disagio potete provare con un gioco simpatico come Switch Sport, che non è altro che la stessa cosa con un videogame davanti al posto dell’istruttore.
Infine se è l’idea stessa di fare esercizi che vi stressa e annoia, potete provare a fare 30-40 minuti al giorno di camminata veloce – magari aggiungendo delle scale nel percorso – a portare fuori il vostro cane almeno 3 volte al giorno, a giocare al parco con i vostri figli unendo l’utile al dilettevole, o perché no andare in discoteca a ballare per un paio d’ore un paio di volte a settimana.
Evitate i cibi processati: causano un rapido decadimento delle funzioni cerebrali
Alle preoccupazioni da aggiungere tra le tante riguardanti una corretta alimentazione c’è il rischio che la nostra dieta possa favorire malattie neurodegenerative. Questo è quanto sembra emergere da un recente studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato di recente sulla rivista scientifica ‘Journal of the American Medical Association‘. Il risultato della ricerca è che gli adulti di mezz’età che hanno consumato nella vita un quantitativo maggiore di cibi ultralavorati ha subito un più rapido decadimento delle facoltà mentali (addirittura del 28%).
Per giungere a questo risultato, i ricercatori hanno esaminato le abitudini alimentari di 10.000 volontari di età compresa tra i 35 ed i 74 anni, sottoponendoli successivamente a test della memoria, delle funzioni esecutive e valutando anche l’ampiezza del vocabolario. In primo luogo è stato fornito loro un questionario sulle abitudini alimentari in cui i cibi erano suddivisi in non trasformati, trasformati e ultra-lavorati. Successivamente hanno distribuito un test contenente vari quesiti di logica e cultura generale.
Incrociando i dati dei due questionari è emerso come gli snack malsani abbiano avuto un influenza negativa sulle capacità cerebrali dei partecipanti. Ma cosa potrebbe causare questa perdita di potenza del nostro cervello? Secondo gli studiosi potrebbe derivare dall’eccessiva produzione di chitocine, delle proteine infiammatorie prodotte dal nostro corpo.
Nessuna prova certa di collegamento tra malattie degenerative e cibo ultra-lavorato
Il risultato ottenuto è solo un punto di partenza di una ricerca che dovrà essere confermata e approfondita nei successivi livelli di test. I dati ottenuti servono ad affermare che potrebbe esserci un collegamento tra il consumo di cibo altamente processato e problemi di tipo neuronale – dunque anche lo sviluppo di malattie neurodegenerative – tuttavia tale collegamento va dimostrato. L’abbassamento delle funzioni cognitive, infatti, nello studio in questione è stato riscontrato solo nei soggetti più giovani.
Tanto basta per gli studiosi a ritenere che ci siano le basi per approfondire la ricerca, nell’articolo pubblicato nell’illustre rivista americana si legge infatti: “Gli studi di neuroimaging hanno scoperto che un consumo elevato di cibi lavorati, che caratterizzano l’alimentazione occidentale, è correlato a una riduzione dell’ippocampo sinistro e del volume della materia grigia in individui cognitivamente sani”.