Ti capita spesso di avere mal di testa? Potrebbe essere il sintomo di un problema che, fortunatamente, può essere risolto con facilità.
Il mal di testa, soprattutto se si presenta con una certa frequenza, può essere debilitante e molto fastidioso, andando ad intaccare il normale svolgimento delle attività quotidiane. Sono diversi i fattori che potrebbero legarsi alla cefalea e, in questo articolo, ci concentreremo su una particolare causa che, in realtà, è molto più semplice da risolvere di quanto immaginiamo.
La cefalea è un disturbo tanto diffuso e, solamente in Italia, sono 26 milioni le persone che lamentano tale condizione. Quando si parla di mal di testa, però, si fa riferimento ad un problema che si manifesta sotto diverse sfaccettature. Potrebbe, infatti, presentarsi raramente (solo una volta al mese), o essere più costante (andando da una a 15 volte al mese), fino a farsi cronico (se supera le 15 volte al mese).
Anche la sua intensità può variare, spaziando da un leggero fastidio ad un dolore persistente, che potrebbe addirittura rendere impossibile lavorare o studiare. Allo stesso modo, la cefalea può interessare diverse aree della testa. Per quanto riguarda i fattori determinanti, tale disturbo si sviluppa da un’alterazione che colpisce i processi riguardanti determinate strutture del corpo, in grado di sentire lo stimolo del dolore.
Queste si trovano in zone specifiche della testa e del collo (come nervi, vene e arterie, ma anche orecchie ed occhi). La ragione per cui tali stimoli dolorosi partano dalle strutture interessate, tuttavia, continua a non essere conosciuta. Per identificare meglio il disturbo, è possibile effettuare una distinzione tra cefalee primarie e secondarie, che dipende dalla loro origine.
Nel primo caso, è impossibile trovare un unico fattore scatenante. Le cefalee primarie derivano dall’unione di più elementi. Oltre agli stimoli responsabili delle alterazioni, bisogna prendere in considerazione le motivazioni endogene (ossia all’interno dell’organismo) e la genetica, che potrebbe determinare una maggiore predisposizione ad avere mal di testa in una persona.
Per quanto riguarda la cefalee secondarie, vengono definite in tal modo in quanto costituiscono il campanello d’allarme di un problema che non ha a che vedere solamente con il mal di testa, come invece accade con quelle primarie (considerate una patologia a tutti gli effetti). Potrebbero essere associate ad un trauma o ad altre condizioni che andrebbero approfondite in modo da poter far fronte al disturbo.
Per fornire alcuni esempi, otite, sinusite e faringite sono due tipologie di infiammazione che, solitamente, si collegano proprio alla comparsa del mal di testa. Nei casi più gravi, potrebbe derivare dalla presenza di disturbi come ictus, emorragie cerebrali o aneurismi, oltre ai già citati traumi (in particolare cranico o cervicale). Tuttavia, c’è anche un’altra causa che potrebbe andare di pari passo con una fastidiosa cefalea.
Il male di testa potrebbe essere il sintomo di una mancanza ben precisa: stiamo parlando dell’acqua. La disidratazione è una problema da non prendere sottogamba, nonostante in molti tendano ad avere una concezione superficiale sull’importanza del bere nella nostra quotidianità. Un adulto dovrebbe consumarne almeno tre litri al giorno (sia tramite bevande che attraverso l’alimentazione, mangiando per esempio frutta e verdura).
Inoltre, con l’arrivo dell’estate, la necessità di mantenersi idratati accresce proprio per via delle temperature che si fanno sempre più alte. Il nostro organismo è formato per la maggior parte di acqua (più di due terzi) e non è un caso se viene indicata come la principale fonte di vita e benessere sulla terra.
È solamente grazie a questa se il corpo riesce a svolgere adeguatamente le sue diverse funzioni (dalla respirazione alla digestione, dal trasferimento delle sostanze nutritive fino all’escrezione e la rimozione di tossine e scorie dall’organismo). L’acqua gioca un ruolo fondamentale anche per quanto concerne la nostra pelle, contribuendo alla sua salute, e la lubrificazione di occhi e articolazioni.
La disidratazione potrebbe essere legata a diverse cause e, tra i sintomi principali, spicca proprio il mal di testa. A questo si aggiungono segnali come crampi muscolari, alito cattivo e sensazione di stanchezza. La sudorazione si riduce notevolmente, mentre la pelle si fa meno luminosa e più secca. Lo stesso vale per le labbra.
L’urina, nei casi di mancanza di acqua, diventa densa e si contraddistingue per un colore particolarmente scuro. Inoltre è più difficile mantenere la concentrazione e ci si sente confusi e disorientati. La cefalea non è, quindi, l’unico campanello d’allarme in queste situazioni e davanti alla comparsa di uno o più dei sintomi appena descritti il consiglio è non ignorare il problema e prendere gli adeguati provvedimenti.
Ma quali sono le cause che si nascondono dietro alla disidratazione? Anche tale condizione si lega a più di un elemento. La scarsa consapevolezza ed un consumo insufficiente di acqua non sono gli unici fattori. Innanzitutto, può essere provocata da disturbi che portano ad una perdita ingente di liquidi.
Tra questi spiccano vomito, diarrea e febbre alta. Ma anche un incremento della produzione di urina per via di patologie tra cui il diabete mellito o insipido; l’assunzione di determinati farmaci (in particolare quelli per la pressione alta, i diuretici, gli psicofarmaci e gli antistaminici); e il consumo eccessivo di alcool.
Le persone che praticano certi sport, soprattutto se improntati sulla resistenza (come maratone e gare ciclistiche) potrebbero soffrire di disidratazione proprio a causa dello sforzo fisico. Se svolti all’aperto, in più, a temperature calde ed umide la situazione è destinata a peggiorare. In conclusione, il consiglio è prestare attenzione al consumo quotidiano di acqua e ricordarsi che mantenersi idratati è fondamentale per il proprio benessere.
Si tratta della soluzione migliore di fronte alla comparsa dei sintomi elencati precedentemente. Se, però, dovessero aggravarsi in modo preoccupante ti invitiamo a rivolgersi subito ad un medico. La presenza di sangue nelle feci, una forte spossatezza o il bisogno costante di vomitare sono alcuni esempi di situazioni in cui preoccuparsi.
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