Hai un olfatto sviluppato? Allora è probabile che tu possieda questa abilità speciale

Nella vita, si sa, il fiuto gioca un ruolo fondamentale: e se il tuo olfatto è sviluppato potresti possedere un’abilità particolarissima!

Va’ dove ti porta il naso. Parafrasando il titolo del fortunato romanzo di Susanna Tamaro, l’olfatto è uno dei sensi fondamentali di cui è dotato l’essere umano, capace letteralmente di guidarlo nella direzione giusta, metterlo in salvo da situazioni di pericolo, ma anche deliziarlo di odori e aromi squisiti.

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L’olfatto ha a che fare con due parti del cervello, entrambe più spesse nei soggetti dotati di una migliore capacità di “fiuto” e riconoscimento spaziale. (Grantennistoscana.it)

Scientificamente parlando, l’olfatto ha a che fare con due parti del cervello, entrambe più spesse nei soggetti dotati di una migliore capacità di “fiuto” e riconoscimento spaziale. Forse non sapevate che il naso umano può rilevare qualcosa come mille miliardi di odori. E sebbene non sia un GPS completo, può aiutarci a seguire la strada giusta (metaforicamente e non solo).

Il “dono” legato a un olfatto sensibile

L’odore è un fenomeno curioso. Alcune persone, come l’attore statunitense Jason Sudekis, non hanno alcun senso dell’olfatto. Questa potrebbe anche sembrare una buona cosa, fino a quando non ci si rende conto di quanto sia importante non solo per il nostro senso del gusto, ma anche per il senso della memoria. E dobbiamo considerare che un acuto senso dell’olfatto fa bene anche a qualcos’altro: il senso dell’orientamento.

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Per i nostri antenati un odore di animale selvatico significava che la cena o un pericolo erano nelle vicinanze. (Grantennistoscana.it)

Secondo uno studio condotto dalla McGill University di Montreal e pubblicato nel 2018 sull’autorevole rivista Nature, il senso dell’olfatto e quello dell’orientamento sono in realtà legati a doppio filo. Non è una grande novità: “l’ipotesi spaziale olfattiva” risale almeno al 1971. Ma nessuno studio completo era mai stato condotto fino a un lustro fa.

Vediamo nei dettagli il contenuto di quella ricerca. Ai 57 partecipanti è stato chiesto di navigare in una città virtuale. Hanno avuto 20 minuti per familiarizzare con il nuovo ambiente, costruire una mappa cognitiva di base e poi interrogarsi su come passare da un punto di riferimento virtuale all’altro. In un secondo momento, ai partecipanti è stato chiesto di annusare 40 marcatori profumati non etichettati e di indovinare di quale odore si trattasse. Ebbene, i ricercatori hanno appurato che i soggetti dotati di un migliore senso dell’olfatto sono anche i migliori “navigatori virtuali.

Segui il tuo naso

I test su olfatto e orientamento nello spazio innescano aree cerebrali sovrapposte. L’olfatto ha a che fare con la corteccia orbitofrontale mediale e l’ippocampo. Maggiore è lo spessore del lato sinistro della corteccia orbitofrontale mediale, migliore è la memoria spaziale; maggiore è lo spessore del lato destro dell’ippocampo, migliore è il senso dell’olfatto.

Come affermano gli autori dello studio in questione, “un maggiore spessore corticale orbitofrontale mediale è associato sia a un minor numero di errori durante l’apprendimento spaziale che a una migliore identificazione olfattiva“.

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L’olfatto ha a che fare con la corteccia orbitofrontale mediale e l’ippocampo. (Grantennistoscana.it)

Per avere una conferma di questi risultati, l’équipe di ricerca ha anche condotto uno studio sulle lesioni cerebrali su un piccolo campione di individui la cui memoria spaziale e il senso dell’olfatto erano stati seriamente compromessi, confrontandoli con un gruppo di controllo.

Come scrivono gli scienziati, “abbiamo dimostrato per la prima volta che il danno alla corteccia orbitofrontale mediale influisce sua sulle prestazioni nell’identificazione olfattiva che nelle attività di memoria spaziale. Questi deficit non sono stati spiegati dal deterioramento cognitivo generale, poiché i pazienti in questione hanno ottenuto risultati simili al gruppo di controllo sui test neuropsicologici standard“.

Lo studio suggerisce che l’origine di tale fenomeno potrebbe risalire ai tempi dei nostri primi antenati, quando la percezione di un debole odore di animale selvatico significava che la cena o un pericolo erano nelle vicinanze. “I nostri risultati rivelano una relazione intrinseca tra olfatto e memoria spaziale che è supportata da una dipendenza condivisa dall’ippocampo e dalla corteccia orbitofrontale mediale. Questa relazione può trovare le sue radici nell’evoluzione parallela dei sistemi olfattivo e ippocampale“. Morale della favola, forse c’è del vero nel motto del Tucano Sam: “Segui il tuo naso“.

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