Non c’è ottima cena se non accompagnata da un buon vino. Se quando sei al ristorante non sai mai come comportarti quando lo assaggi, ecco cosa devi fare
La situazione la conosciamo tutti. Andiamo in un ristorante elegante, ci accomodiamo e iniziamo a sfogliare il menù e la carta dei vini, cercando di scegliere pietanze e bevande abbinate così da risultare anche noi un po’ eleganti e di classe. Arriva il cameriere e prende le nostre ordinazioni poi, prima di servire le pietanze, ci porta a tavola la bottiglia di vino che abbiamo chiesto, la apre di fronte a noi e fa la fatidica domanda: “Chi assaggia?“.
Se al tavolo con noi c’è qualche esperto di vini, allora si offrirà spontaneamente. In caso contrario, però, tutti i commensali inizieranno a guardarsi in modo sospetto, sperando che qualcuno si faccia avanti: la paura è quella di fare brutta figura di fronte al cameriere, non sapendo cosa dover valutare del vino che ci propone e come assaggiarlo. Ecco quindi qualche trucco per non sembrare alle prime armi e per capire (davvero) se ciò che state sorseggiando è di buona qualità e per non fare brutta figura.
Come assaggiare un vino: la sincerità
Innanzitutto, la cosa migliore da fare quando si va in un ristorante elegante e al di fuori della nostra zona di comfort è solo una: restare umili. È inutile cercare di fare i sofisticati, se non lo si è o se non ci si sente a proprio agio: il cameriere avvertirà subito le vostre sensazioni ma, impossibilitato ad aiutarvi, non potrà neanche cercare di rendere l’esperienza più piacevole.
Porsi in un modo corretto e sincero, chiedendo aiuto al personale in merito alla scelta del vino giusto in base a ciò che si ha ordinato, consente invece di viversi l’esperienza in modo più tranquillo e profondo, senza sovrastrutture. Quando si ordina il vino, quindi, il cameriere arriva in men che non si dica al tavolo con la bottiglia chiusa, da aprire: il primo passo è controllare che effettivamente quella portata sia quella scelta, poiché l’errore può accadere a tutti.
Scegliere chi deve assaggiare
Quando il cameriere arriva al tavolo con la bottiglia chiusa, chiederà chi è la persona alla quale spetta il compito dell’assaggio. Solitamente, a meno che il ristorante non preveda che a farlo sia un sommelier, è la persona che ha ordinato la bottiglia quella alla quale viene offerto l’assaggio: fa parte del galateo della ristorazione. Se però chi ha effettuato la scelta non ne sa molto di vini, allora può indicare qualche suo commensale che ne capisce di più: l’importante è essere chiari.
Come effettuare l’assaggio del vino
Siamo arrivati al momento clou, quello dell’assaggio del vino. La prima cosa da imparare è come si prende il bicchiere: mai farlo dalla parte più larga ma sempre dallo stelo, così che il calore delle mani non scaldi il vino. Reggete quindi il bicchiere e fatelo roteare con grazia, se non è uno spumante: non esagerate con i giri, perché il disastro di un vino sparso ovunque è sempre dietro l’angolo.
A questo punto, lasciate che il vostro naso sprofondi nel bicchiere e annusate il vino, cercando di coglierne ogni sua sfumatura. Bevetene poi un sorso piccolo e lasciate che stia in bocca per qualche secondo, così che le vostre papille gustative ne assaporino tutti gli aromi. A questo punto, se vi ha convinto, fate subito un cenno con la testa al cameriere, che procederà a versarlo a tutti: evitate di lasciare i vostri commensali in attesa per minuti e minuti, perché non è elegante.
Evitate di fare commenti esagerati, dopo l’assaggio: la sobrietà non è mai troppa e un cenno di conferma con il capo va benissimo, così come un sorriso o una semplice frase che conferma al cameriere che può procedere. Ciò che bisogna capire è che l’assaggio non è finalizzato a comprendere se il vino piaccia o meno: sia che sia di gradimento a chi lo assaggia sia che non piaccia, ormai la bottiglia è quella e quella rimane. Questa fase, invece, serve a capire se il vino è privo di difetti come, ad esempio, il retrogusto di tappo.
I possibili difetti del vino
Come abbiamo già anticipato, se mentre fate l’assaggio vi rendete conto che quel determinato vino non vi piace, non dovete dare al cameriere un responso negativo: questo momento è finalizzato al controllo dell’assenza di difetti. I principali sono il retrogusto di sughero del tappo, così come un odore o un sapore sgradevole che tende all’aceto: in questi casi, è bene suggerire al cameriere che si ha qualche dubbio in merito alla bontà della bevanda, sempre con garbo ed eleganza.