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I bambini allattati al seno sono più intelligenti e bravi a scuola? Il nuovo studio

Allattare al seno è un’occasione di nutrimento, attaccamento e consolazione del neonato. Uno studio, però, parla anche di intelligenza: ecco perché

Quando nasce un bambino, l’allattamento al seno è quanto di più naturale dovrebbe accadere: il latte materno è un alimento completo e contiene tutti i nutrienti di cui il neonato ha bisogno nelle prime fasi della sua vita. Secondo dei recenti studi, inoltre, rinforza le difese immunitarie, protegge la donna dal tumore al seno e alle ovaie e dall’osteoporosi in età avanzata. Le linee guida suggeriscono di praticarlo in maniera esclusiva fino ai 6 mesi, momento nel quale si valuta l’inizio dello svezzamento e del passaggio al cibo solido.

I bambini allattati al seno sono i più intelligenti: lo studio (grantennistoscana.it)

Purtroppo, però, non per tutte le donne l’allattamento al seno è quel processo naturale e pieno d’amore che spesso viene dipinto nei film e nelle comuni narrazioni di tutti i giorni. Difficoltà nell’attaccamento da parte del bambino, dolori anche lancinanti al capezzolo o scarso latte possono rendere l’esperienza davvero difficile, tanto da rendere necessaria l’aggiunta con il latte artificiale o la totale interruzione dell’allattamento. Un recente studio, però, ha messo un altro tassello tra i benefici dell’attaccamento al seno: si parla di intelligenza e capacità scolastiche.

Allattamento al seno: benefici, tempi e modalità

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef e l’Unione Europea, nei primi sei mesi di vita il bambino dovrebbe bere solo ed esclusivamente latte, materno o in formula. Durante questo periodo, è importante che l’allattamento venga eseguito a richiesta, cioè seguendo le sensazioni del neonato: non vanno impostati né limiti di tempo né frequenza delle poppate. Anche dopo lo svezzamento, che inizia intorno ai sei mesi, l’allattamento può essere continuato anche per due anni ed oltre, a seconda della volontà del bambino e della mamma.

I benefici dell’allattamento al seno (grantennistoscana.it)

Per il bambino, quello dell’allattamento non è solo un momento di nutrizione del corpo, ma anche dell’anima. Rimanendo pelle a pelle con la propria mamma, infatti, si calma e si rassicura e non è raro che si addormenti, proprio perché colto da una tranquillità profonda. Per la donna, inoltre, sembra che allattare riduca i rischi di osteoporosi, sanguinamento post-partum, anemia e malattie circolatorie e aiuti anche a perdere il peso accumulato in gravidanza.

Come posizionarsi quando si allatta

Innanzitutto, per allattare in maniera corretta è importante mettersi comodi e rilassati, facendosi aiutare da un cuscino se c’è bisogno. Il bambino spalanca la bocca e la adagia al seno: il capezzolo deve riempirla completamente e il mento del neonato deve sfiorare il seno. L’areola deve spuntare dal labbro superiore, mentre quello inferiore è rovesciato in fuori e la lingua si appoggia al seno della madre.

L’attaccamento al seno, per quanto venga dipinto come spontaneo e naturale, per qualche neonato è difficile: per questo motivo, oggi come oggi molte mamme scelgono di farsi aiutare da un’ostetrica specializzata, così da imparare meglio la posizione da assumere e in modo da aiutare il proprio piccolo a poppare più efficacemente.

Allattamento e intelligenza: il nuovo studio

Oltre a tutti i benefici già elencati, sembra che i bambini allattati al seno per almeno sei mesi e addirittura fino ai due anni siano più intelligenti e abbiano migliori risultati a scuola. A sostenere questa teoria è uno studio condotto dall’Università di Oxford: gli alunni allattati al seno per un tempo prolungato hanno il 39% di possibilità in più di ottenere voti alti agli esami, rispetto ai coetanei non allattati.

I bambini allattati al seno hanno più probabilità di prendere voti alti (grantennistoscana.it)

I ricercatori hanno preso in esame i dati di cinquemila bambini britannici, studiando la loro vita dall’infanzia fino all’ultimo anno di scuola superiore. Dividendoli in base al tempo di allattamento (mai, pochi mesi, più di un anno), si è scoperto che circa un terzo di loro ha assunto fin dalla nascita latte artificiale, mentre solo il 9.5% è stato allattato per almeno un anno.

Confrontando questi dati con i risultati degli esami, in particolar modo il Certificato Generale di Istruzione Secondaria in inglese e matematica, si è notato che chi è in quel 9.5% di popolazione aveva il 39% di probabilità in più di prendere un voto alto, nonché il 25% di probabilità in meno di essere bocciato. In merito alle bocciature all’esame di inglese, tra chi non è mai stato allattato la percentuale è del 41.7%, mentre tra chi è stato allattato per almeno un anno questo valore scende a 19.2%.

Insomma, allattare porta quindi enormi benefici sia alla mamma che al bambino e più passa il tempo, più se ne scoprono: non bastano tutte queste informazioni, però, per decidere e imporsi sull’allattamento al seno, poiché concorrono tutta una serie di fattori fisici, ambientali e psicologici importantissimi, che determinano la salute fisica e mentale sia del bambino che della mamma. Farsi seguire da un pediatra e da un’ostetrica specializzata, soprattutto nelle prime fasi dopo la nascita, è fondamentale.

Giulia Belotti

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