Se volete risparmiare inutili disagi e sofferenze al vostro bebè, evitate di dargli questi 10 nomi. Parola di specialista.
Un immancabile rito legato all’attesa della nascita di un bebè è la scelta del nome. Scelta che, si sa, risente molto di influenze culturali, “mode” e tendenze più o meno passeggere, ma che può anche incidere, in un modo o nell’altro, sul futuro della creatura in arrivo. Nel “gioco del nome” ci sono alcune regole da non infrangere assolutamente, secondo gli esperti.
Un sito che si occupa proprio di nomi per bambini, Nameberry, ha rivelato le scelte più controverse e da evitare per via delle associazioni negative, delle radici offensive o del semplice fatto che sono imbarazzanti nella vita di tutti i giorni. Ecco i nomi che non dovreste mai mettere a vostro/a figlio/a.
I nomi che rischiano di marchiare un bebè a vita
Partiamo da Adone. Il richiamo è ovviamente all’amante della dea greca Afrodite. Ma scrittrice Emma Waterhouse avverte i neogenitori di tenersi ben lontani dai titoli associati alla virtù, citando anche Grace, Joy e Divine a titolo di esempio. Adone, associato all’epitome della bellezza maschile, è “una scommessa“, scrive Waterhouse: fare affidamento sull’aspetto futuro di un neonato è un gioco al lotto. Nel senso che “potrebbe essere un nome scomodo da portare per qualcuno che non si adatta alla definizione del dizionario“.
Honey è un altro nome “carino” ma decisamente “imbarazzante” per il posto di lavoro o la scuola. Suona più adatto a un animale domestico che a un essere umano. Altri nomi “carini” segnalati da Nameberry includono Pip, Teddy, Sonny, Kitty, Goldie e Coco. Tra le tendenze dei nomi dei bambini per il 2023 sta emergendo un focus sulla natura, l’uso di appellativi vintage e altro ancora. Molto gettonato è Blair, che piace per la sua eleganza a consonante singola, ma c’è chi lo giudica irritante per le connotazioni snob. Gli esperti di Nameberry sostengono che porti anche associazioni negative a causa dell’ex primo ministro britannico Tony Blair, ribattezzato “Tony Bliar” dai sioi detrattori.
Anche i nomi con rimandi religiosi dovrebbero essere evitati, come Azrael. Potrebbe sembrare bello per alcuni, ma “strano” per altri, anche perché una versione dello stesso nome è stata affibbiata alle figure di “angelo della morte” nell’Islam, nel Cristianesimo e nel Sikhismo. Bodhi è diventato un nome popolare – vedi Bodhi Soleil, figlia di Ian Somerhalder e Nikki Reed, o Bodhi Ransom Green, figlio di Meghan Fox e Brian Austin Green, per esempio. Ma i suoi legami con il buddismo come termine che significa “illuminazione” hanno scatenato il dibattito sul suo uso da parte di persone al di fuori della religione.
Lo stesso vale per Cohen, che significa “sacerdote“: è un cognome ebraico sacro che si riferisce ai membri dei kohanim, illustri leader religiosi. Come tale, il suo uso come nome proprio e slegato dalle implicazioni religiose potrebbe essere considerato inappropriato. “Tuttavia, Cohen si è diffuso moltissimo negli ultimi anni, potenziato dal suo suono accattivante e dalla sua eleganza giovanile“, secondo Waterhouse. “Ma la sua ascesa sta iniziando a rallentare – forse un segno che alcuni genitori ci stanno pensando due volte prima di scegliere un nome così polarizzante per il bambino“. Anche altri nomi connotati spiritualmente, come Messia, Santo, Vescovo, Torah e Veda, sono disapprovati.
La “sfortuna” die nomi geografici e non solo
E ancora: i nomi associati alla politica, alle serie tv, alla geografia, agli animali e alla religione dovrebbero essere evitati, continuano gli esperti di Nameberry. E così pure quelli che hanno connotazioni problematiche o violente. Dixie, per esempio, ha radici razziste – da qui il cambio di nome delle Dixie Chicks semplicemente in The Chicks. “Dixie” si riferiva agli stati che componevano la Confederazione durante la guerra civile. Gunner – così come Calibre, Cannon, Colt, Remington e Wesson, per citarne solo alcuni – potrebbe innescare polemiche per via della diatriba sul controllo delle armi. Anche Harvey dovrebbe essere evitato: fa pensare al magnate del cinema caduto in disgrazia Harvey Weinstein e all’uragano Harvey.
Gli esperti di nomi dei bambini sostengono poi che i nomi geografici sono spesso sfortunati. A partire da India, il più popolare all’estero per via ‘dell”atmosfera cosmopolita” che riesce a evocare. Questioni di razzismo, oltretutto, sono state sollevate intorno a nomi come Asia, Kenya o Malesia, o a nomi tribali come Dakota, Cree o Cheyenne. Talvolta la ricerca ossessiva dell’originalità e dell’esotismo da parte di certi genitori produce effetti uguali e contrati a quelli desiderati. Diceva bene l’antico saggio: Nomen, omen…