Di questi tempi i soldi in banca sono oggetto di attacchi di vario tipo. Un nuovo fenomeno sta emergendo ed è molto inquietante.
Le banche hanno da sempre ampi poteri e questo lo sappiamo, ma recentemente stanno avvenendo fatti che dovrebbero quantomeno far riflettere. Si tratta di azioni da parte dei Governi ma anche di attività private che apparentemente non hanno una relazione stretta tra di loro, ma se uniamo i puntini ne esce un quadro abbastanza preoccupante.
Parliamo di soldi, e non solo: come sappiamo, da molti anni si sta tentando di incentivare il denaro virtuale per diversi motivi, in primis per contrastare l’evasione fiscale e poi per comodità e contenimento dei costi. In Italia, come spesso accade per altre questioni, siamo un po’ indietro ma la popolazione ha mostrato consenso e approvazione. Agli italiani piace poter usare le carte di credito, sfruttare i pagamenti virtuali col cellulare e altri dispositivi, e non sente la mancanza di doversi rivolgere perennemente ad uno sportello per movimentare il denaro.
Non mancano alcune criticità e non sono ancora risolte alcune polemiche sulle commissioni ad esempio dei bancomat, sull’obbligo per gli esercenti di accettare pagamenti con carta anche per minimi importi e il sistema va quindi migliorato. Esistono però delle teorie, considerate “complottiste” che vedono l’avvio della moneta digitale come un modo ancora più stringente di controllare la vita delle persone. Dove starà la verità? La risposta non è semplice ma alcuni recenti avvenimenti possono far sorgere dei dubbi.
Cos’è il debanking e perché dovremmo seriamente preoccuparci
Nel Regno Unito si sta manifestando un fenomeno che forse è solamente la punta dell’iceberg di un progetto più ampio.
Lo chiamano “debanking” e di per sé il termine può confondere, anche perché assomiglia molto alla parola “debunking”. Quest’ultima si riferisce a specifiche attività di demistificazione e confutazione di fake news o affermazioni antiscientifiche, e deriva dall’inglese debunk, che significa “smascherare” o “smentire”. Con il debanking, invece, il rischio è di vedersi il conto corrente chiuso da un giorno all’altro, senza un’apparente motivazione tecnica o giustificabile. In Italia al momento non si hanno notizie di fatti simili ma ciò non significa che siano accaduti. Nel Regno Unito, invece, sta scoppiando un vero e proprio scandalo.
Il debanking avrebbe colpito un noto politico, che ha denunciato pubblicamente ciò che era successo al suo conto corrente. Possiamo ben immaginare che il personaggio in questione non avesse problemi economici, debiti o simili, vista la sua carriera. Infatti la chiusura del conto è avvenuta per “motivi personali”. Ufficialmente l’istituto di credito ha affermato che il conto del politico era al di sotto degli standard previsti ma in realtà non era affatto vero. Dopo un’indagine avviata a seguito di denuncia, il politico ha scoperto che la banca gli aveva chiuso il conto perché non si trovava in linea con le sue idee appunto politiche.
Oltre il debanking: le banche controllano sempre di più le nostre vite
Sembra proprio che nel Regno Unito si stia per scatenare una vera guerra tra clienti e istituti bancari, perché dopo la denuncia del politico sono venute fuori altre storie come la sua; pare che siano stati chiusi con le medesime motivazioni migliaia di conti correnti.
Non c’è bisogno di ricorrere a teorie “complottiste” per capire che oggi una banca può fare il buooo e il cattivo tempo ai danni di un suo cliente. Ormai è indispensabile avere un conto e subire limitazioni alle movimentazioni del proprio denaro è una violazione bella e buona, senza se e senza ma.
Oltre al debanking, che (forse) in Italia non c’è ancora, dobbiamo riflettere ulteriormente su quanto le banche abbiano ampio potere sulle nostre vite. Ovviamente col benestare dei vari Governi.
- Ricordiamo il rialzo dei tassi che si è abbattuto pesantemente sui prestiti e mutui, e che sta penalizzando milioni di italiani.
- Ricordiamo la difficoltà di accedere al credito, o meglio a determinati tipi di credito. Una banca ti concede un prestito per pagare le bollette ma non per acquistare un impianto fotovoltaico, investimento che aiuterebbe tante famiglie a risparmiare.
Tanti tasselli che portano in una sola direzione: le limitazioni alle libertà di scelta
Pensiamo al fatto che oggi molte banche misurano “l’impronta di carbonio” calcolando i movimenti di denaro e scandagliando le abitudini di spesa. Un giorno, forse molto prima di quanto pensiamo, potremmo vedere il conto bloccato perché abbiamo acquistato prodotti non green – magari da un negozio online cinese, tanto per dirne una. A dire il vero in alcuni Paesi esiste già una sperimentazione in questo senso.
Recente è poi un’altra sperimentazione, quella di una catena di supermercati in Germania. Alcuni prodotti hanno visto un rialzo molto considerevole del prezzo perché considerati “non sostenibili”. Carne, latte, formaggi e yogurt, che il consumatore ha pagato quasi il doppio poiché, secondo calcoli specifici, hanno inquinato il pianeta durante le varie fasi produttive e di vendita. L’esperimento potrebbe ben presto essere esteso ovunque e su molteplici alimenti e bevande.
- Il consumatore in questo caso non è obbligato a non mangiare carne, ma dove non arriva la persuasione entra in gioco il denaro. Il concetto è semplice: si rende talmente inaccessibile economicamente un prodotto, anche non vietandolo, che alla fine si raggiunge l’obiettivo di escluderlo dal mercato.
Senza contanti, inoltre, ci sarà sempre meno libertà e probabilmente gli abili evasori troveranno ugualmente dei sistemi per snobbare le leggi. A farne le spese saranno sempre i soliti noti: i cittadini onesti.
- Oggi chiudono account e pagine Social se i post pubblicati sono considerati “complottisti” no-qualcosa o notizie false. Il caso di Donald Trump è eclatante ma succede a milioni di utenti in tutto il mondo. Un domani la banca potrebbe negare il prestito/mutuo perché il soggetto è no-qualcosa o ha pubblicato un post “non gradito”.
Il denaro, come da sempre, comanda le nostre vite. Le azioni di personaggi influenti a livello economico sembrano voler proprio attuare un controllo ancora più stringente e limitante e la speranza è che le previsioni più fosche siano solamente frutto di timori ingiustificati.