La chiamiamo ora solare, ed è un regime forzato nel quale imponiamo a tutti gli orologi – anche quelli di servizio – una modalità diversa rispetto a quella universalmente accettata dell’ora solare
L’ora solare in Italia è una consuetudine da oltre un secolo. Adottata, cancellata, ripristinata. Spesso anche molto criticata. Da almeno una decina di anni si parla di una possibile abrogazione di questa convenzione: ma di fatto già si sa che l’ora legale sarà adottata anche nel 2025 e nel 2026. E vi diremo anche quando.
Con questo approfondimento vogliamo raccontarvi dell’ora legale, nelle sue origini. Ma soprattutto delle curiosità che si nascondono dietro una regolazione forzata che di fatto riguarda oltre 60 milioni di italiani.
L’ora legale è una convenzione. Per accordo comune, ratificato da una norma o da un disegno di legge, si decide che tutti gli orologi di un paese rispettino un orario diverso rispetto a quello regolato sul meridiano di Greenwich e determinato dalla posizione del sole.
La storia dell’ora legale risale al 1784, quando il politico e scienziato americano Benjamin Franklin, inventore – tra le altre cose – del francobollo e del parafulmine – propose l’idea di spostare l’orologio avanti di un’ora per sfruttare al meglio la luce del sole e risparmiare candele durante l’estate. La proposta di Franklin fu accolta con molto scetticismo e rimase inattuata per molti anni.
Fu solo durante la prima guerra mondiale che l’ora legale venne introdotta ufficialmente come misura di risparmio energetico. Era il 1916: la Germania prussiana fu il primo paese a introdurre l’ora legale, seguita poi da molti altri paesi europei e dagli Stati Uniti. L’idea era quella di prolungare le ore di luce naturale spostando avanti di un’ora le attività produttive del paese. Per poi tornare all’ora solare quando la convenienza della maggiore esposizione veniva meno nel corso dell’inverno.
Ci sono paesi che hanno sempre votato contro l’ora legale. Negli Stati Uniti, una confederazione di molti stati, alcuni paesi hanno scelto di vivere secondo la luce solare: Hawaai e Arizona. Il che crea qualche problemino negli spostamenti aerei su un paese che ha parecchie latitudini dalla costa atlantica a quella pacifica. Molti i paesi africani e asiatici che non l’hanno mai adottata. In Russia per esempio è stato fatto un esperimento che è durato solo tre anni, dal 2008 al 2011 quando l’ora legale è stata definitivamente abrogata.
La luce fa bene, stare al sole è sano. Basta parlarne con paesi sicuramente affascinanti, a nord del Mondo che si godono fenomeni straordinari come l’aurora boreale. Ma sono costretti a vivere al buio per mesi e mesi. In molti di questi paesi sono studiate patologie emotive anche gravi come la depressione e l’ansia. Ma anche il cambiare repentinamente ora e dunque ritmi di vita e metabolismo non aiuta.
Uno studio ha dimostrato che il cambio di ora può aumentare il rischio di attacchi di cuore, soprattutto nei primi tre giorni dopo il cambio. Inoltre, il cambio di ora può influire sui ritmi circadiani del nostro corpo, causando disturbi del sonno e dell’umore. I ritmi circadiani sono quelli che determinano il rapporto tra la veglia e il riposo, la produttività e il recupero.
L’ora legale tuttavia ha un impatto importante in termini economici. Secondo un alto studio condotto in Australia, l’ora legale può aumentare la spesa dei consumatori, perché le persone sono portate a uscire di più la sera. Alla stessa maniera si consuma meno energia elettrica per l’illuminazione civile e pubblica: un tema molto sentito in un periodo come questo di grande attenzione nei confronti del risparmio energetico. Ma l’agricoltura, che non viaggia secondo le regole dell’ora legale, risente sicuramente di questa convenzione cui spesso in molte aree agricole i contadini decidono di non aderire.
Come detto negli Stati Uniti, l’ora legale viene stabilita a livello statale. Il che significa che l’ora può essere diversa da uno stato all’altro. In California, il paese più a Ovest, l’ora legale è permanente per 365 giorni all’anno mentre altri stati come il Texas e il Tennessee hanno presentato proposte di legge per abolirla definitivamente.
Anche durante la seconda guerra mondiale, molti paesi hanno utilizzato l’ora legale come misura di risparmio energetico. Un’abitudine che è rimasta in Italia, dove l’ora legale resiste dal 1940. In alcuni paesi, ad esempio, nel Regno Unito, l’ora legale è stata utilizzata durante tutto il conflitto per risparmiare energia. Ma gli inglesi, tradizionalisti per eccellenza, amano l’idea che tutto il mondo calcoli l’ora sul loro meridiano. Quello di Greenwich.
L’ora legale può influire sull’industria del turismo. In molti paesi, un’ora di luce e di attività in più durante l’estate, significa avere più tempo per godersi le attività all’aperto come visitare parchi e musei, o andarsene al mare. Per le regioni turistiche è un grande aiuto.
Per contro l’ora legale può causare problemi ai sistemi informatici. Anche se oggi i sistemi di comunicazione digitale, soprattutto quelli centralizzati attraverso i grandi gruppi e i software operativi, si adattano al cambiamento in modo automatico, ogni anno possono verificarsi problemi di sincronizzazione. Con un impatto su messaggi di posta elettronica, telefonate o prenotazioni alberghiere o aree.
L’ora legale è un meccanismo di regolazione dell’orologio che ha una lunga storia e molte implicazioni sulla salute, l’economia, l’industria del turismo e i sistemi informatici. Sebbene la sua utilità sia ancora oggetto di dibattito, è importante conoscere le curiosità nascoste dietro a questo meccanismo per capirne appieno gli effetti sulla nostra vita quotidiana.
Quest’anno l’ora legale inizierà il 26 marzo per chiudersi il 29 ottobre. Ma l’istituto Galileo Ferrari, che sovrintende alla diffusione della corretta ora italiana (denominata Roma) ha già stabilito anche l’ora legale per i prossimi tre anni. Nel 2024 (dal 31 marzo al 27 ottobre), nel 2025 (dal 30 marzo al 26 ottobre) e nel 2026 dal (29 marzo al 25 ottobre). Indicativamente e sempre per convenzione l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo per chiudersi l’ultima domenica di ottobre.
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