I tatuaggi sono una pratica sempre più diffusa, eppure la comunità scientifica continua a domandarsi se possano essere dannosi per la nostra pelle. Quanto emerso dagli studi più recenti è destinato a cambiare tutto.
I tatuaggi hanno sempre accompagnato l’essere umano nel corso dei secoli. Già in antichità, infatti, le persone erano solite decorare la propria pelle (come accadeva in Egitto o a Roma, per esempio). Nonostante la loro popolarità, ancora oggi ci si domanda se possano essere dannosi per l’organismo. I dati messi in evidenza da alcuni recenti studi vi stupiranno.
La tecnica più comune per effettuare tatuaggi è quella ad ago, che viene utilizzato per far entrare l’inchiostro nella pelle tramite punture microscopiche. La pratica è stata sviluppata migliaia di anni fa e, nel corso del tempo, è stata semplicemente perfezionata. L’attenzione verso l’igiene, rispetto al passato, ha assunto un ruolo centrale.
Malgrado si tratti di una pratica antica, la comunità scientifica continua ad interrogarsi intorno agli effetti del tatuaggio e al perché l’inchiostro – sebbene sia una sostanza esterna alla pelle – non venga totalmente espulso da quest’ultima. Una volta introdotto nel corpo, finisce con l’infilarsi tra le cellule scatenando una reazione da parte dell’organismo e in particolare del sistema immunitario.
Tatuaggi, quali sono i loro effetti sull’organismo
I tatuaggi fanno male alla pelle? Diversi studi hanno provato a rispondere alla domanda. Katherine J. Wu ne ha parlato in un articolo dell’Atlantic. Da una ricerca eseguita da parte di un team internazionale è emerso come le sostanze utilizzate per i pigmenti degli inchiostri (come zinco e cobalto) provochino una reazione del corpo quando entrano nella pelle.
I macrofagi – cellule tipiche del sistema immunitario – intervengono. Il loro compito è quello di eliminare i patogeni (virus e batteri, per esempi) e tenere l’organismo pulito. Queste cellule cercano di inglobare le molecole di inchiostro che, tuttavia, sono di dimensione troppo grande per essere risucchiate.
I macrofagi si impegnano per catturare l’inchiostro e, quando muoiono, le molecole tornano in libertà per poi essere nuovamente inglobate da altre cellule. Il procedimento potrebbe essere la spiegazione del motivo per cui i tatuaggi, con il passere del tempo, tendono a schiarirsi.
Gli studi più recenti sui tatuaggi
Altri studi ancora sono giunti alla conclusione che le persone che si tatuano spesso presentano anticorpi e sostanze appartenenti al sistema immunitario in quantità maggiori rispetto a chi si tatua raramente. Gli esperti hanno avanzato l’ipotesi che l’inchiostro sia in grado di stimolare l’attività del sistema immunitario.
Allo stesso tempo, la spiegazione potrebbe essere tutt’altra: le persone che si tatuano maggiormente, magari, lo fanno proprio perché il loro sistema immunitario lavora di più e sentono meno le conseguenze fastidiose dei tatuaggi (come infiammazioni e prurito). Gli esperti si sono impegnati in numerose indagini sul tema. Eppure le opinioni continuano ad essere contrastanti e le incertezze sono ancora tante.
Ciò che appare sicuro, è che tatuarsi inneschi particolari reazioni da parte dell’organismo. I tatuaggi sono un argomento molto discusso e, per questo motivo, viene prestata una certa attenzione sul loro svolgimento in totale sicurezza, soprattutto per quanto riguarda gli inchiostri, sottoposti ad apposite normative.