Un marchio nato nel segno del trionfo, veste ancora i tennisti più vincenti. Esiste una maglietta col successo nel DNA
Una storia lunghissima e fortunata quella di questo capo d’abbigliamento sportivo. Tennisti di fama mondiale lo indossano e soprattutto trionfano vestendolo. Non sono stati i soli ovviamente, perché da quasi cento anni il marchio è sinonimo sia di successo che di eleganza e praticità.
Nacque in principio proprio per questo motivo, per coniugare la comodità in campo a un’estetica impeccabile. L’iconico brand dai primi del novecento fino ad giorni d’oggi ha spaziato in diversi settori tra cui quello della profumeria e degli accessori senza mai abbandonare i propri ideali.
La sua forza è stata rimanere fedele alla propria identità e al credo che ha ispirato ogni collezione: qualità ed esclusività. Non sono mai stati necessari sforzi pubblicitari sovrumani infatti, sono indumenti che hanno una forza tale che non ne hanno mai avuto bisogno.
Il logo più particolare che sia mai apparso sui campi da tennis è stato sicuramente quello Lacoste. Il coccodrillo verde è forse il maggiormente riconoscibile tra i marchi d’abbigliamento e questo la dice lunga sulla sua potenza. Fu René Lacoste a cucirselo per primo sul petto e a giocarci racchetta alla mano, vinse tanto e nel segno della sua carriera professionistica costruì quella da imprenditore.
Nasce nel 1904 a Parigi da famiglia benestante e il suo futuro sembra già scritto. Cresce sotto gli occhi del padre molto severo, era un conservatore che per il figlio sognava grandi cose. La passione per il tennis del ragazzo però è evidente sin dai primi anni di vita, fino ai quindici impara a giocare praticamente da solo, solo in poche occasioni si fa aiutare da istruttori.
Il suo ostacolo più grande in quegli anni si rivelò essere il fisico, era gracile e non molto alto, caratteristiche che gli furono segnalate da molti come sfavorevoli per quello sport. E poi il padre ci mise del suo, è contrario e vuole che si impegni in qualcos’altro. La tenacia di René però lo sorprende perciò gli dice di provare a diventare campione del mondo in cinque anni.
Il ragazzo si mette sotto, affronta un preparazione intensiva e sfrutta solamente le proprie forze, senza seguire nessun corso. Imparò osservando e leggendo molto di tennis. Già nel 1924 è uno dei migliori tennisti francesi – scriverà anche un libro intitolato Tennis nel 1928 – e proprio in quegli anni la sua vita prende una piega inaspettata.
In uno dei suoi viaggi professionistici a Boston adocchia una borsa di pelle di coccodrillo esposta in una delle vetrine della città. Il capitano della squadra di Coppa Davis, Pierre Gillou, promette di comprargliela in caso di successo nei suoi due singolari. Non vinse ma dall’episodio scaturirà il suo soprannome: coccodrillo, per gli scatti improvvisi e letali.
È Robert George, stilista suo conoscente, a ideare effettivamente il logo. Gli fa vedere il disegno e glielo regala, René pensò bene di cucirlo sul taschino della sua giacca da tennis. Lo indossa per la prima volta in un torneo negli Stati Uniti nel 1927, molti pensarono a un simbolo di protesta perché si era soliti indossare completi interamente bianchi.
Tanti cominciarono a copiarlo e mentre termina della sua fortunata carriera agonistica nel 1932, con un bilancio di sette Grandi Slam vinti nel singolo e sei Coppa Davis dal 1927 in poi, sta già pensando al futuro. Fonda Lacoste nel 1933 per produrre indumenti da gioco leggeri e traspiranti, l’idea geniale fu ricamare il logo sul dritto dell’indumento e non sul rovescio.
Arrivò il grande successo e le polo diventarono anche colorate, non più solo bianche. Non ebbe tanto bisogno di affidarsi a pubblicità o altro, non c’era l’intenzione di riempire gli scaffali. Così regalò qualche capo a personalità di spicco, tra cui Clint Eastwood e John Kennedy; bastò questo. Negli anni sessanta l’azienda passa nelle mani del figlio e nel decennio successivo il brand si allarga fino a produrre articoli di profumeria, occhiali da sole e scarpe da tennis.
“Avessi scelto un altro animale non sarebbe successo niente, probabilmente”, ha dichiarato a più riprese René Lacoste, sì perché il coccodrillo verde è diventato ormai simbolo universale. La merce del marchio è presente in oltre 100 paesi nel mondo, le vendite si attestano attorno ai 50 milioni di pezzi l’anno. La sede è ancora a Parigi e a Troyes è ancora attiva la fabbrica storica, sempre a lavoro nel nome della qualità che l’ha caratterizzata.
Nel tennis la fa ancora da padrone, ovviamente, e non c’è bisogno neanche di dirlo ma veste i migliori. Novak Djokovic ad esempio, dopo aver lasciato Uniqlo nel 2017 ha sottoscritto un contratto che scadrà solo nel 2025, con possibilità di prolungamento una volta dato l’addio. Non solo perché nella scuderia è anche presente Danil Medvedev, il tennista russo numero uno nel ranking mondiale nel 2022 e che attualmente ricopre la terza posizione. In passato, anche lo statunitense Andy Roddick (n. 1 nel 2003) ha scelto Lacoste.
Insomma, un brand che ha la vittoria nel DNA. Per questo viene ancora scelto dai più grandi e da coloro che si riconoscono nei suoi ideali di qualità, eleganza, comodità ma soprattutto caparbietà e passione, ciò che mosse in prima istanza il suo ideatore.
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