Il consumo di questo tipo di bevanda aumenta il rischio di sviluppare più di 60 malattie: ecco lo studio

C’è una bevanda che espone al rischio di contrarre numerose patologie: l’allarme lanciato da un’équipe di studiosi cinesi.    

Nel 2021 ben 7,7 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (cioè il 20% degli uomini e l’8,7% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da mettere a repentaglio la propria salute. Tre milioni e mezzo di persone hanno bevuto per ubriacarsi e ben 750.000 sono i “consumatori dannosi”, cioè coloro che dopo aver consumato alcol hanno provocato un danno fisico e/o mentale alla loro salute.

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Il consumo di alcol comporta rischi anche molto gravi per la salute, come il cancro o malattie cardiovascolari. (Grantennistoscana.it)

Rispetto alla fase acuta della pandemia, i valori relativi al consumo di alcol sono diminuiti tornando ai livelli pre-Covid, ma si tratta di numeri comunque elevati. E i decrementi, registrati quasi sempre per gli uomini e non per le donne, restano ben distanti dai target per la salute sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questa l’ultima fotografia scattata dall’Osservatorio nazionale alcol (Ona) dell’Iss, che qualche settimana fa ha rielaborato i dati Istat in occasione dell’Alcohol prevention day (Apd). Ma c’è bevanda e bevanda…

Le bevande passate ai raggi X dai ricercatori cinesi

Tutti sappiamo che il consumo di alcol comporta rischi anche molto gravi per la salute, come il cancro o malattie cardiovascolari. Un nuovo studio cinese mette a fuoco la reale portata del problema: il consumo di alcol, anche moderato, può aumentare il rischio di sviluppare 61 malattie, 33 delle quali non erano state rilevate in passato. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Medicine, hanno destato molto interesse nella comunità scientifica e non solo.

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I ricercatori cinesi hanno attinto ai dati della China Kadoorie Biobank (CKB), uno studio su oltre 512.000 adulti. (Grantennistoscana.it)

Per giungere a tale conclusione, i ricercatori cinesi hanno attinto ai dati della China Kadoorie Biobank (CKB), uno studio su oltre 512.000 adulti residenti in aree urbane e rurali. I partecipanti hanno risposto a diverse domande sul loro stile di vita, incluso il consumo di alcol. Dopo di che i ricercatori hanno effettuato analisi genetiche basate su esami del sangue, per stabilire il collegamento tra l’insorgenza di alcune malattie e le abitudini alcoliche. In primo luogo, è interessante notare che gli studiosi hanno riscontrato solo per il 2% delle donne un consumo regolare di alcol. Tra gli uomini, invece, il 62% riferisce di bere ogni giorno e il 37% di bere molto la sera.

Il legame tra consumo di alcol e l’insorgenza di 33 “nuove” malattie

Gli autori dello studio hanno poi scoperto che l’alcol potrebbe portare all’insorgenza di 61 malattie. Per 28 di queste il collegamento era già stato messo in evidenza dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nell’elenco figurano la cirrosi, l’ictus e diversi tumori gastrointestinali. Ma a destare attenzione sono le 33 malattie che potrebbero essere correlate al consumo di alcol e il cui legame non era stato precedentemente rilevato. Gli specialisti elencano la gotta, la cataratta e malattie ai polmoni, allo stomaco e digestive.

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Tra gli uomini, il 62% riferisce di bere ogni giorno e il 37% di bere molto la sera. (Grantennistoscana.it)

Più nello specifico, gli studiosi cinesi hanno appurato che i soggetti che bevono quattro bicchieri di alcol al giorno hanno 14 probabilità su 100 di sviluppare una malattia il cui legame era già stato stabilito dall’OMS, mentre il rischio di cirrosi e gotta raddoppia, e aumenta del 6% quello di sviluppare una delle “nuove” malattie individuate dalla ricerca. Gli esperti sottolineano che il consumo – anche moderato – di bevanda alcoliche fa aumentare il rischio di soffrire di queste malattie.

“Questa ricerca fornisce importanti prove causali dell’entità del danno correlato all’alcol, il che è essenziale per le strategie di prevenzione nei diversi paesi”, ha detto il professor Zhengming Chen, autore dello studio.

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