Il gesto fa commuovere e riflettere tutti: bimba butta in mare il cellulare del papà, ecco perché

Le immagini e i video di una bimba che butta in mare il telefono del papà è diventato virale, ed effettivamente ci può insegnare qualcosa.

Il mondo cambia in fretta e i divari generazionali si fanno sempre più sentire. Non è detto però che dobbiamo sottovalutare alcuni segnali che arrivano proprio dai giovani.

bimba butta in mare cellulare del papà
Una bimba fa un gesto su cui dovremmo riflettere tutti – Grantennistoscana.it

I Social sono un mezzo molto interessante non solo per trovare nuovi tipi di intrattenimento ma anche per analizzare e comprendere meglio i comportamenti umani. E visto l’ampio uso che ne facciamo da qualche anno a questa parte, di materiale ce n’è ampiamente a sufficienza.

Potrebbe venirne fuori una nuova letteratura e forse chissà, i giovani del futuro studieranno i loro nonni e probabilmente penseranno che fossero fuori dal mondo. Un po’ come succede ad ogni cambio generazionale, potremmo pensare. Ma forse oggi c’è qualcosa in più su cui riflettere.

Il rapper russo e la bambina che butta in mare il cellulare del suo papà

Come molti altri video e immagini che diventano virali – ma poi scompaiono dai riflettori come una stella cadente – oggi ce n’è uno di cui vogliamo parlare.

bambina triste genitore assente
Alcuni genitori ignorano i figli per motivi futili – Grantennistoscana.it

Le immagini che girano in rete mostrano una piccola bimba che cerca di attirare l’attenzione del suo papà, che invece è intento a conversare al telefono. Un’immagine normalissima e che accade in ogni famiglia. In fondo i bambini a volte sanno essere molto insistenti e capricciosi.

Gli scatti e i fotogrammi si susseguono e si vede la disperazione nel volto della bambina, che proprio non riesce a comunicare col genitore. Alla fine, disperata, strappa di mano il telefono del papà, e lo getta in alto mare.

Possiamo immaginare i commenti che saranno seguiti alla condivisione e sicuramente genitori e non avranno tutti voluto dire la loro. In casi come questo, come sempre quando si condivide qualcosa, scatta il meccanismo della tifoseria, delle fazioni, di chi è a favore e chi contro.

La cosa preoccupante è che ad un certo punto si assiste quasi sempre al degenero. Cominciano le offese, le minacce, le gogne, gli atti di bullismo virtuale e chi più ne ha più ne metta. Insomma, una vera guerra che si snoda tra l’invisibilità degli interlocutori e la granitica pesantezza di concetti scritti che invece rimangono.

Perché dovremmo tutti fermarci un attimo e pensare più spesso a quella bambina

Sicuramente l’episodio sopra citato non è niente di catastrofico: il padre avrà brontolato la piccola, che poi si sarà scusata, e sicuramente tutto è finito bene. Come detto, i bambini danno tanto amore e tanta gioia ma anche un gran bel da fare.

schiavi del cellulare
Forse dobbiamo ammettere di essere “schiavi” del cellulare – Grantennistoscana.it

Se però (ri)cominciamo a guardarci intorno, togliendo per qualche istante la nostra faccia dal cellulare, forse vedremo un mondo irriconoscibile. Un mondo che però abbiamo contribuito attivamente a far diventare così.

Alzi la mano chi non ha mai assistito a qualche scena simile a quella accaduta alla figlia del rapper(a piè di pagina trovate il video). Madri/padri che lasciano piangere i figli, o rispondono senza aver capito cosa avevano detto perché devono chattare su WhatsApp, o fare uno scroll infinito su TikTok, Facebook o Instagram. Alla ricerca poi di cosa, verrebbe da pensare?

Ancora peggio, bambini nel passeggino, di uno o due anni, che invece di guardare e capire come sia fatta la realtà intorno a loro sono già ipnotizzati davanti ad un tablet. Per buona pace dei genitori che così, magari, possono guardare le vetrine dei negozi senza essere disturbati.

Adolescenti che hanno dimenticato come si fa una telefonata, tanto esistono i messaggini e le faccine! Ma ancora più grave che hanno scordato – o mai imparato – come si creano le relazione interpersonali, quelle vere, quelle vis a vis. Che si lasciano con un SMS, che si conoscono grazie a immagini photoshoppate, a video in cui mostrano muscoli e altre parti del corpo ancora più intime.

Ma stavolta la colpa non può e non deve essere data solo ai giovani, come si faceva una volta.

Oggi la colpa è molto probabilmente proprio degli adulti, che incantati dal paese dei balocchi hanno dimenticato cos’è la vita vera.

Hanno dimenticato il vivere di persona ogni singolo e magico istante. Che filmano il tramonto per poi instagrammarlo, invece di respirare la brezza del mare e riflettere sulla vita, fosse anche per quei pochi istanti in cui il sole scende, e tinge di mille colori tutto il cielo.

Forse si è persa la poesia, la dedizione, la voglia di mettersi in gioco e – cosa ancora più importante – trasmettere tutto questo alle generazioni future. Che si ritrovano orfane e cresciute da “genitori” virtuali.

Forse dovremmo prendere esempio da quella bambina coraggiosa che, ancora cosciente di sé, agisce con coraggio sfidando il potere genitoriale. Forse dovremmo gettare via schermi, tv, cellulari & co. o meglio ancora usarli con senzienza.

Fermando quel potere che vorrebbe costantemente dirci come essere, come vestire, cosa mangiare, quanto consumare, quanto cambiare e cosa pensare. Probabilmente ci accorgeremmo molto presto che là fuori c’è ancora un mondo meraviglioso da vivere e soprattutto da proteggere.

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