Indumento per molte donne irrinunciabile, il reggiseno serve a sostenere e a dare una forma al decolleté. Ecco però la verità sul suo impatto
Tutte le donne, almeno una volta nella vita, si sono trovate ad indossare il reggiseno. Portarlo non è solo una questione di estetica, ma anche di comodità: chi ha un lato A importante, infatti, ha bisogno di sostenerlo e anche contenerlo durante le diverse attività quotidiane. A livello culturale ed estetico, poi, nella nostra società non è ancora del tutto ben visto il girare senza reggiseno e, di conseguenza, far intravedere la sua forma al di sotto della maglietta. Ecco però la verità sull’impatto del reggiseno sulla salute: cambierai idea.
Oggi come oggi, sul mercato esistono reggiseni di mille forme, dimensioni e materiali diversi, perfetti per ogni esigenza sia di comodità che di estetica: quelli nude, ad esempio, si fondono con il colore della pelle, mentre quelli senza spalline o con delle parti trasparenti sono ottimi sotto ai vestiti o in precise situazioni. Qualsiasi sia il tipo e la forma, però, è impossibile e scorretto non valutare l’impatto del reggiseno sulla salute globale del corpo, essendo un indumento indossato per molte ore al giorno: ecco il parere degli esperti.
Finalmente la verità: il reggiseno serve davvero?
Non appena ci spunta il seno, negli anni della crescita, la mamma dell’adolescente o chi si prende cura di lei corre a comprarle i suoi primi reggiseni: è un momento importante che, insieme ad altri cambiamenti di quel periodo, segna il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta. In realtà, però, oggi come oggi il movimento “no bra” sta crescendo e sono sempre di più le donne che si liberano di questo impedimento, per molte considerato scomodo ed inutile. Di fatto, anche la scienza sembra concordare con la sua scarsa necessarietà.
Secondo la professoressa Adriana Bonifacino, responsabile di Senologia, la scomodità e l’effettiva poca utilità del reggiseno si relazionano anche con il fatto che, secondo alcune ricerche, l’85% delle donne indossa reggiseni non adatti al proprio fisico e alle proprie necessità: essendo un indumento che non si vede, ci si presta poca attenzione. Per di più, la scienza sconfessa la credenza secondo cui non indossarlo causa il rilassamento dei tessuti, per i quali invece sono responsabili la genetica, il passare del tempo e la mancanza di allenamento.
Inoltre, se ci si pensa, il reggiseno sostiene regolarmente le mammelle: di fatto, però, sostituisce il lavoro che dovrebbero fare i microscopici legamenti di cui è normalmente dotata la struttura portante del seno, per natura. Indossandolo quotidianamente, li si porta a rilassarsi e di conseguenza li si rende incapaci a sostenere naturalmente la mammella.
Quali modelli di reggiseno sono i migliori
Come già anticipato, la sensazione di scomodità e inutilità che molte donne provano in relazione al proprio reggiseno è correlata al fatto che molte di loro scelgono modelli sbagliati. Secondo la dottoressa Bonifacino, andrebbero scelti modelli di cotone o di fibre naturali, anatomici: da evitare invece quelli con il ferretto e quelli push-up. Inoltre, il reggiseno non deve lasciare alcun segno sulla pelle, né essere troppo stretto: l’80% del suo peso dev’essere retto dalla fascia sotto al seno e solo il 20% è sorretto dalle spalline.
Di fatto, quindi, secondo gli esperti ci si dovrebbe abituare a togliere il reggiseno mentre si è in casa, quando si dorme e in generale per almeno sei o sette ore della propria giornata. Questo vale sia per chi ha una piccola taglia, sia per chi invece porta una 4° o una 5°: in questo modo, si aiuteranno le strutture del proprio decolleté a sostenersi autonomamente.
Le eccezioni: quando portarlo assolutamente
Ci sono poi delle situazioni in cui il reggiseno va assolutamente indossato. Innanzitutto è obbligatorio mentre si fa attività fisica: le sollecitazioni, intense e ripetute, possono far rimbalzare il seno e provocare dolore, fastidi posturali e indolenzimento al collo e alle spalle. Inoltre, è obbligatorio anche durante la gravidanza e l’allattamento, periodi durante i quali il seno è molto importante e va sorretto. Lo stesso vale per il periodo successivo ad un intervento di masectomia per un tumore al seno senza ricostruzione: in questo caso, esistono anche modelli specifici con una tasca in cui inserire la protesi.
L’allenamento per sostenere il seno
Che ci piaccia o no, il seno riesce a sostenersi da solo e a rimanere sodo anche e soprattutto se lo alleniamo. Fondamentale è quindi mantenere saldi i muscoli dei pettorali, che non sono altro che le bretelle naturali che lo sorreggono. Un esercizio prevede di mettere le mani giunte in preghiera, con i gomiti in linea e le spalle aperte: spingete un palmo contro l’altro per 10 secondi e ripetete il movimento per 10 volte. Utile è anche mantenere una postura fiera, eretta e dritta: in questo modo, si rinforzano le scapole e i dorsali che, con i pettorali, sostengono il seno.
In generale, quindi, dedicarsi al benessere del proprio seno già in tenera età aiuta a mantenerlo sano e prosperoso. Abituiamoci e abituiamo le ragazze più giovani a toglierlo per almeno sei ore al giorno e, soprattutto, educhiamo la vista a considerare naturale un seno dalla forma non perfettamente tonda e a un capezzolo che si intravede sotto la maglietta. In questo modo, abitueremo le giovani ragazze a non vergognarsi del proprio corpo e a prendersi cura di sé.