C’è una tua foto su internet? Ebbene, se la risposta è sì questo sito la scova in men che non si dica. Ecco il nuovo portale biometrico che sta facendo discutere il mondo.
Funziona così: visiti il sito, carichi l’immagine di un volto e poi avvii la ricerca. Ed attraverso la biometrica, il codice della funzione effettua in pochi istanti una ricerca all’interno dell’intero world wide web e restituisce come risultato tutti gli ambienti in cui il volto analizzato e riconosciuto nelle sue specificità fisioniomiche è presente, come siti, forum e simili. Ma non i social, a differenza di Clearview AI, strumento simile utilizzato dalle forze dell’ordine.
Si chiama PimEyes, tecnicamente si presenta come un “Face Search Engine Reverse Image Search”, ovvero un motore di ricerca inversa di immagini facciali, ed a sei anni dal suo lancio avvenuto nel 2017 è oggi alla versione 13.3.3. La possibilità di caricare foto di volti e di ricercarle sul web viene offerta gratuitamente.
Tuttavia, il risultato che si ottiene mostra solo dati parziali e gli indirizzi web degli ambienti in cui la stessa e, se presenti, altre immagini della persona si trovano su internet risultano oscurati. Per conoscere l’indirizzo completo ed in chiaro occorre sottoscrivere un abbonamento a pagamento del costo di 35,99 Euro al mese. Così come per effettuare più ricerche al giorno, fino ad un massimo di 25. E se si desidera ricevere supporto per richiedere la rimozione di alcune foto, oltre ad effettuare ricerche più approfondite, il costo dell’abbonamento aumenta a 94,99 Euro al mese.
Il sito di PimEyes ha sollevato numerose critiche e controversie in tutto il mondo: chiunque, infatti, può utilizzarlo per caricare foto di altre persone, verificare dove appaiano sul web e risalire piuttosto facilmente alla loro identità. Per questo motivo sono in molti a considerarlo anche come uno strumento di stalkerware, ovvero un software con finalità illecite come le molestie persecutorie.
Dal canto suo, PimEyes sostiene di effettuare ricerche solo ed esclusivamente su contenuti di tipo pubblico e di non memorizzare né archiviare le immagini su database e server proprietari: “PimEyes fornisce solo uno strumento che l’utente è tenuto a utilizzare con responsabilità. Tutti possono comprare un martello e tutti possono fare artigianato con questo strumento, oppure uccidere”, ha dichiarato ufficialmente la società sul proprio blog.
Nel 2021 la società è stata attenzionata da un’indagine relativa al GDPR: in esso infatti viene esplicitato il divieto di utilizzare dati biometrici per identificare persone fisiche in modo univoco. L’indagine risulta tutt’ora in corso. Senz’altro il caso è destinato a far discutere ancora riguardo, in particolare, al diritto alla privacy ed all’oblio in rete: attendiamo quindi nuovi sviluppi.
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