Tutto quello che bisogna sapere sull’andare in pensione a 62 anni, come funziona e come aderire, la novità INPS: ecco le info utili.
Riuscire a raccapezzarsi nella vastità delle norme previdenziali non è facile, un po’ per la complessità della materia ma soprattutto perché le norme cambiano di continuo con l’avvicendarsi dei governi, che in Italia normalmente durano poco e ogni governo vuole riformare la previdenza.
Le persone in età avanzata che si avvicinano alla pensione sono molto numerose in Italia, c’è una generazione intera, quella dei nati nei primi anni ’60, che comincia a farci un pensiero. Le questioni fondamentali restano sempre le stesse: gli anni di contributi e l’età minima per poter andare in pensione. Chi soddisfa questi requisiti può programmare di lasciare il lavoro e mettersi a riposo.
Diverse leggi, comunque, hanno previsto scivoli o ingressi anticipati per la pensione, ad alcune condizioni, per andare incontro a chi vuole lasciare il lavoro prima. Qui, ci occupiamo della possibilità di andare in pensione a 62 anni. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
In pensione a 62 anni: come funziona e come aderire
In attesa di una nuova riforma delle pensioni in Italia, vediamo quali norme attualmente in vigore potrebbero essere prorogate. Soprattutto, le norme che riguardano la pensione anticipata, con l’uscita dal lavoro, di coloro che nel 2024 compiranno 62 anni, dunque i nati nel 1962, e che avranno maturato 41 anni di contributi. Accanto alle misure di prepensionamento che prescindono dai limiti di età, quello che conta sono soprattutto gli anni di contributi versati.
Per andare in pensione anticipata, ad esempio, è sufficiente arrivare a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne, a cui si aggiunge un periodo di attesa di 3 mesi, cosiddetta finestra. Queste regole sulla pensione anticipata resteranno in vigore fino al fino al 31 dicembre 2026.
Quota 41 ibrida
C’è poi, la Quota 41 ibrida, ovvero la possibilità di andare in pensione anticipata una volta compiuti i 62 anni di età e versati 41 anni di contributi (detta anche Quota 103: 62 + 41) ma solo per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi per periodi di lavoro anche discontinui, ma effettivamente svolti, prima del compimento dei 19 anni. Non tutti i lavoratori precoci, però, sono ammessi a questa forma di pensione anticipata, affinché ciò sia possibile è necessario rientrare in alcune categorie che sono le seguenti:
- disoccupati a causa di licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o per risoluzione consensuale, che devono aver terminato da almeno tre mesi la corresponsione dell’indennità mensile di disoccupazione NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego);
- invalidi almeno al 74%;
- lavoratori che assistono un familiare convivente con invalidità pari o superiore al 74% (i cosiddetti caregiver);
- lavoratori addetti a mansioni gravose.
Se ricorrono le condizioni richieste, tutti questi soggetti possono andare in pensione a 62 anni.
Quota 103, possibile proroga
In attesa che la prossima Legge di Bilancio introduca nuove norme sulle pensioni, secondo alcune indiscrezioni il governo potrebbe prorogare la Quota 103 attualmente in vigore e in scadenza al 31 dicembre 2023. Pertanto, se la proroga sarà effettiva, allora anche i nati nel 1962 potranno andare in pensione nel 2024, quando compiranno 62 anni e se avranno maturato 41 anni di contributi (62+41 = 103)
Chi va in pensione con Quota 103, tuttavia, è soggetto a dei limiti riguardanti l’importo della pensione ed eventuali attività lavorative extra. Infatti, l’assegno mensile di questi pensionati non può superare di 2,5 volte il trattamento minimo INPS, fino al compimento dei 67 anni, che è l’età pensionabile in Italia. Inoltre, questi pensionati non possono svolgere un’attività lavorativa remunerata, con redditi da cumulare alla pensione, ad eccezione del lavoro autonomo occasionale che non superi i 5mila euro annui.
Altre forme di pensionamento anticipato
Comunque, esistono altre forme di pensionamento anticipato per le persone di 62 anni di età e anche meno. Ad esempio per chi è invalido. Si tratta della pensione di vecchiaia anticipata con invalidità all’80% e 20 anni di contributi versati. Possono accedere a questa pensione gli uomini che che hanno compiuto i 61 anni di età e le donne a 56 anni. Per ricevere l’assegno pensionistico, tuttavia, occorre aspettare un periodo finestra di 12 mesi.
Per le donne, poi, è prevista Opzione Donna che consente alle lavoratrici che hanno compiuto 60 anni di età e versato 35 anni di contributi di andare in pensione anticipata, purché appartengano a specifiche categorie: donne licenziate, invalide, caregiver o in servizio presso aziende in crisi. Le donne licenziate o che lavorano in aziende in crisi, possono andare in pensione dai 58 anni, così come disabili e caregiver che hanno avuto due o più figli, mentre con un solo figlio possono andare in pensione a 59 anni.
Quando si usufruisce di opzione donna, tuttavia, l’assegno pensionistico viene sottoposto a ricalcolo contributivo, che può comportare un taglio fino al 30% dell’assegno.