Vi è la possibilità di andare in pensione avendo versato solo cinque anni di contributi? Si ma a patto di rispettare specifici requisiti!
Che riuscire ad avere i requisiti per poter andare finalmente in pensione stia diventando anno dopo anno sempre più complicato è cosa nota. Non è solo questione dell’età da raggiungere ma anche e soprattutto di riuscire ad avere un sufficiente quantitativo di contributi nel contesto di un mondo del lavoro che non dà certezze in termini di durata dell’attività.
La precarietà è un problema diffuso in Italia come lo sono la disoccupazione ed il lavoro in nero; se a questo si sommano lavori a tempo determinato (come gli stagionali) e stipendi al palo per molte categorie di lavoratori, il pensiero di poter un giorno andare finalmente in pensione ricevendo un cedolino che consenta di arrivare a fine mese potrebbe apparire come una sorta di miraggio. Infatti vi è anche chi pur avendo maturato i requisiti per ottenere la pensione, avendo guadagnato somme esigue durante la sua carriera lavorativa si troverà a fare i conti con un assegno pensionistico di importo molto basso.
Effettivamente la situazione è tutt’altro che semplice ma esistono diversi strumenti che ci vengono in aiuto per ammorbidire i requisiti e accedere, ad esempio, alla pensione anticipata, una vera e propria pensione ma con un quantitativo di contributi versati inferiore a quanti richiesto. Oppure delle forme di sostegno che aiutino il lavoratore rimasto senza occupazione ma ormai prossimo all’età pensionabile, di raggiungerla. Ape sociale ed Opzione donna rappresentano due esempi in tal senso ma vi è anche la possibilità, e non in molti lo sanno, di accedere alla pensione avendo versato soltanto cinque anni di contributi.
In questo caso il requisito essenziale è quello di essere iscritti presso una Gestione Inps ma, e questo è assolutamente necessario, bisogna aver cominciato a lavorare, e di conseguenza ad accreditare contributi, dall’anno 1996. Infatti quella che è comunemente chiamata pensione anticipata contributiva è rivolta ai lavoratori che cadono nel sistema contributivo ovvero a coloro che al 31 dicembre 1995 non hanno alcuna anzianità contributiva.
Chiaramente questo non rappresenta il solo requisito richiesto perché anche l’età viene tenuta in considerazione: occorre infatti avere compiuto almeno 71 anni per poter presentare domanda. Ma attenzione: l’età in questione era il requisito richiesto fino al 31 dicembre 2022, successivamente in seguito agli adeguamenti alle speranze di vita, l’età minima per la pensione anticipata contributiva aumenta di 3 mesi ogni biennio.
Ricordiamo però che il requisito per la pensione anticipata contributiva è solitamente quello di avere 64 anni di età e 20 anni di contributi. E allora come è possibile riuscirci anche con soli 5 anni di contributi versati e pochi anni in più? Chiedendo l’assegno ordinario di invalidità o la pensione di inabilità al lavoro che, per l’appunto, richiedono i 71 anni di età ed un minimo di 5 anni pieni di contribuzione versati (260 contributi settimanali). Ma non è tutto: almeno tre anni di questi contributi devono essere stati versati nell’ultimo quinquennio (156 contributi settimanali), se antecedenti infatti non sarà possibile da parte dell’Inps accogliere la domanda.
Chiaramente occorre anche sottolineare che l’importo della pensione, con un numero così ridotto di contributi versati, potrebbe essere molto basso. Pertanto è bene fare in anticipo i dovuti calcoli e verificare se, eventualmente con altre forme di sostegno al reddito erogate parallelamente, si riesca ad ottenere il necessario per trascorrere un mese serenamente facendo fronte a tutte le spese necessarie. Questa pensione non è infatti soggetta al trattamento minimo, pertanto il suo importo non viene aumentato fino al valore della ‘minima‘. Un’agevolazione specifica è rivolta anche alla persone non vedenti in termini di accesso alla pensione di vecchiaia.
Ma in questo caso la contribuzione minima deve essere di almeno 10 anni e questi contributi devono essere stati versati dopo l’insorgere della cecità. Cala però l’età minima, pari a 51 anni se donne, 56 anni se uomini dipendenti o donne lavoratrici autonome e 61 anni se lavoratori autonomi.
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