Una popolazione del Pakistan viene studiata da anni per la sua longevità. L’alimentazione, come sempre, è il segreto per il benessere.
All’inizio degli anni ’70, National Geographic pubblicò una serie di articoli che indagavano la vita delle persone più longeve in tutto il mondo. Tra i vari casi paesi in esame c’era quello della tribù degli Hunza, una popolazione che vive nella Valle di Hunza, nel nord del Pakistan. Questa tribù diventò un affascinante caso di studio nel corso degli anni.
La Valle di Hunza è una fertile vallata piuttosto isolata dal resto del mondo. È anche situata a un’altitudine molto elevata. La regione, grazie ai suoi panorami mozzafiato e alla sua rinomata ospitalità, era una destinazione popolare per viaggiatori americani ed europei negli anni ’90. A partire dagli anni 2000 il turismo ha invece subito una forte frenata.
Ogg, la Valle di Hunza è un ambiente idilliaco e utopico in un certo senso, e continua a destare molta curiosità per lo stile di vita che sembra garantire una vita lunga e in salute.
Nessuno sa veramente quanto vivano gli Hunza. Alcune voci parlano di un’età media intorno ai 120 anni. I medici non si sono concentrati troppo sull’età massima documentata, ma su un altro fatto, veramente straordinario.
Quello che colpisce dei resoconti sugli Hunza è che la popolazione anziana è generalmente molto più in forma di quella di paesi come il nostro, piena di vitalità e non è soggetta a tutte le malattie che invece conosciamo da questa parte del mondo.
Mentre la salute a lungo termine della popolazione mondiale è in declino, le donne della valle di Hunza sono famose per la loro bellezza e per essere fertili anche fino a 60 anni. La ricetta per una vita così lunga e in salute, in realtà, non sembra essere molto diversa da quella che ormai molti dietologi consigliano anche nei paesi occidentali.
Gli Hunza seguono una dieta principalmente a base di piante. La particolarità, però, è che la maggior parte della frutta e della verdura viene mangiata cruda. Poiché sono così isolati, gli Hunza non hanno accesso a una grande quantità di combustibile per cucinare il cibo, né ci sono molti animali disponibili per il consumo, quindi coltivano ciò che possono e raccolgono il resto.
Albicocche, ciliegie, uva, prugne e pesche la base della dieta degli Hunza. Mangiano anche molti cereali – grano, orzo e miglio – e chapati, il loro pane quotidiano.
In generale, quindi, la dieta degli Hunza è priva di prodotti industriali e processati. Questo implica una minore assunzione di conservanti e zuccheri aggiunti. Oltre a questo, nella valle degli Hunza arriva non molta poca plastica, perché gli imballaggi dei prodotti confezionati sono molto pochi.
Per quanto i dati sulla longevità e sulla salute degli Hunza siano veritieri e incoraggianti, anche questa storia è stata al centro di una parziale fake news.
Anni fa è diventato virale un meme su Facebook che affermava che le persone della valle di Hunza in Pakistan sono l’unica popolazione al mondo priva di cancro. Questo notevole stato di salute veniva attribuito al consumo dei semi di albicocca.
Secondo quanto recitava il meme “le persone della valle di Hunza sono le uniche persone al mondo senza cancro perché usano e mangiano semi di albicocca, che contengono la vitamina B17, che uccide le cellule cancerogene e rafforza il sistema immunitario“.
Da decenni si sostiene che le persone della valle di Hunza in Pakistan vivano una vita eccezionalmente lunga e godano di una salute insolitamente buona. Tuttavia, non vi sono prove credibili che coloro i quali vivano in quest’area siano privi di cancro. I primi rapporti sulla sua assenza nella valle non potevano essere verificati a causa della mancanza di strutture mediche nella zona.
L’affermazione secondo cui i semi di albicocca contengono “vitamina B17“, che uccide le cellule cancerogene e rafforza il sistema immunitario, inoltre, non è affatto supportata da evidenze mediche. Anzi, un consumo eccessivo di questi semi può causare seri danni.
Secondo il National Cancer Institute (NCI) degli Stati Uniti, i noccioli di alcuni frutti, comprese le albicocche, contengono una sostanza chimica chiamata amigdalina – chiamata anche laetrile quando è in forma purificata – che è stata commercializzata come “vitamina B-17“, ma non è un integratore approvato.
Il NCI afferma che il laetrile ha guadagnato popolarità come trattamento anti-cancro negli anni ’70, ma ha mostrato “una ridotta attività anti-cancro negli studi sugli animali e nessuna attività anti-cancro negli studi clinici sull’uomo“.
Quindi, la vera ricetta della giovinezza è un’altra: è una combinazione di dieta, esercizio fisico e benessere mentale.
L’alimentazione è un elemento fondamentale per garantire il benessere della salute fisica. Sempre più scienziati, però, evidenziano l’esistenza di altre dimensioni della salute oltre a quella fisica.
La salute spirituale consiste nel cercare e trovare un significato e uno scopo nella propria vita. Questi concetti ci aiutano a creare una sensazione di radicamento, consapevolezza e presenza. Diverse ricerche hanno individuato una connessione tra un senso di scopo più elevato e una minore probabilità di subire un ictus.
Il modo in cui le persone della comunità Hunza vivono vite lunghe, felici e in salute può essere in gran parte attribuito al loro benessere emotivo e alla pace interiore che sperimentano.
La salute sociale riguarda la creazione di connessioni significative, la formazione di relazioni appaganti e il sostegno reciproco. Ricerche hanno dimostrato che la solitudine e l’isolamento possono essere altrettanto dannosi per la salute di una persona quanto fumare 15 sigarette al giorno.
La salute mentale va ben oltre la semplice felicità personale: riguarda la capacità di adattarsi, elaborare emozioni e applicare la logica alle situazioni. Studi condotti dall’Università di Yale hanno dimostrato che lo stress cronico e l’ansia possono accorciare la vita di una persona, pertanto è importante tenerli sotto controllo per preservare la propria salute nel tempo.
Una ricerca condotta dal World Economic Forum rivela che, nonostante stiamo vivendo più a lungo a livello globale, trascorriamo una parte considerevole di questi anni in uno stato di cattiva salute. Le malattie croniche stanno aumentando, e condizioni come l’artrite, la demenza, il diabete e l’obesità possono compromettere seriamente la qualità della nostra vita, sebbene non siano necessariamente fatali.
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