Svelati i sintomi che annunciano l’infarto ben 24 ore prima: imparali per salvarti la vita.
L’infarto è una delle gravi minacce alla salute nel mondo occidentale e non solo. Prevenire l’infarto ed individuarlo in anticipo sono grandissime sfide che possono fare la differenza tra la vita e la morte. In questo articolo vi parleremo di un innovativo studio che ha individuato i segnali dell’infarto che possono manifestarsi nelle 24 ore precedenti l’evento. Si tratta di segni premonitori veramente preziosi perché precedono l’arresto cardiaco di un tempo sufficiente per porre in essere tutti i rimedi necessari.
Una cosa che ha sorpreso gli esperti è che questi segnali sono differenti tra i due sessi. Per prima cosa bisogna sottolineare come le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo. Le abitudini sbagliate dei paesi occidentali le rendono ancora più importanti qui da noi ma si tratta di un flagello globale. Nel nostro Paese si registrano ogni anno circa 240.000 decessi per malattie ischemiche. Sotto questa dicitura rientrano l’infarto, le malattie cerebrovascolari come l’ictus ed altri eventi gravi. In linea di principio si tratta di eventi imprevedibili.
I segnali premonitori sono fondamentali
Per quanto riguarda gli arresti cardiaci improvvisi, se si verificano al di fuori dell’ospedale, determinano la morte addirittura nel 90% dei casi. Il problema è che se non si è in ospedale quando arriva l’infarto ogni minuto è prezioso. Una statistica terribile quanto indicativa dice che nei casi molto gravi per ogni 10 minuti di ritardo tre pazienti in più ogni 100 perdono la vita.
In sostanza più tempo si lascia passare e maggiore è la quantità di cuore che viene danneggiata. Proprio per questo si può comprendere come sia fondamentale riconoscere rapidamente i sintomi. Un’innovativa ricerca ha rivelato i segnali più comuni che si possono verificare nelle 24 ore precedenti l’arresto cardiaco ed ha notato differenze importanti fra i due sessi.
Lo studio innovativo
I ricercatori hanno sottolineato come sfruttare i sintomi premonitori per eseguire un triage efficace può essere realmente importante. I ricercatori Smidt Heart Institute di Cedars-Sinai (in California) hanno esaminato i dati di due studi: lo studio “PRESTO” (Prediction of sudden death in multi-ethnic communities), condotto nella contea di Ventura e lo studio “SUDS” (Sudden unexpected death study). Quello che è emerso è da imparare letteralmente a memoria per tutti noi. Innanzitutto il 50% del campione di persone che hanno avuto un arresto cardiaco improvviso ha sperimentato almeno un sintomo nelle 24 ore precedenti.
Negli uomini il principale segno premonitore è il famoso dolore al petto mentre nelle donne il sintomo più ricorrente è la dispnea. La dispnea è la sensazione di mancanza di respiro e di aria. In particolare per gli uomini il dolore toracico, la dispnea e la sudorazione improvvisa erano fortemente connessi all’arresto cardiaco improvviso. Al contrario nelle donne solo la dispnea era realmente associata all’arresto cardiaco improvviso. Tuttavia un numero minore di pazienti ha anche manifestato altri sintomi spia come sintomi simi-influenzali oppure palpitazioni.
Come abbassare i rischi
Questo studio apre la strada ad un nuovo modo di prevedere l’infarto che potrà salvare la vita a molte più persone nel prossimo futuro. Ma già oggi possiamo tenere al sicuro la salute del nostro cuore ed abbassare significativamente il rischio di infarto con una dieta sana e bilanciata e con l’attività fisica. Infatti il fumo ed il sovrappeso aumentano in modo importante le probabilità di sviluppare un infarto o un problema cardiocircolatorio. Un altro fattore di rischio importante per il cuore è lo stress.
Proprio per questo la meditazione, lo yoga e la respirazione diaframmatica sono strumenti preziosi per abbassare l’incidenza statistica del rischio di eventi cardiovascolari. Se ci abituiamo ad allontanare lo stress con lo yoga o con la meditazione o anche confrontandoci con uno psicoterapeuta, ecco che non solo avremo un significativo miglioramento della qualità della nostra vita ma renderemo l’infarto un evento meno probabile. Dunque se conoscere in anticipo i segnali premonitori può essere estremamente prezioso, anche abbassare i rischi attraverso un’alimentazione ed una vita corretta è altrettanto utile.