L’idea di avere un infarto spaventa molti, soprattutto chi ha avuto un parente che si è trovato ad affrontare la stessa malattia. Ecco i segnali che non devono essere sottovalutati.
Sottoporsi a controlli periodici può essere certamente importante e rappresenta il metodo migliore per individuare alcune malattie, anche gravi, per superarle al meglio. Essere spaventati dall’eventuale diagnosi è un errore che si può pagare caro, quindi è bene armarsi di coraggio e prenotare le visite più importanti. Tra queste dovrebbe esserci un controllo periodico del cuore, in modo tale da capire se sia necessario seguire una terapia specifica.
Chi ha familiari diretti che hanno avuto un infarto potrebbe essere spaventato all’idea di averne uno, ben sapendo come una patologia simile possa essere ereditaria. È bene quindi conoscere quali possono essere i segnali che ci manda il nostro corpo e che possono esserne indicatori.
Infarto: i segnali da non sottovalutare
Si sente spesso parlare di infarto e di persone che ne hanno avuto uno, ma forse non sappiamo bene cosa si intenda con questo termine. Si tratta di un problema che si verifica quando l’irrorazione sanguigna del muscolo cardiaco, detto miocardio diminuisce a causa dell’occlusione di una o più arterie coronariche. A volte questo può essere accompagnato dalla formazione di un grumo di sangue o coagulo, che ostruisce l’arteria coronarica, provocando una trombosi coronarica.
Il primo sintomo a cui prestare attenzione è il dolore, conosciuto come angina, ovvero la sofferenza ischemica del muscolo cardiaco. In questo caso si manifesta con una forte oppressione al petto, che può poi allargarsi anche a spalle e braccia, in modo particolare il sinistro. Sono in tanti poi a riscontrare sudorazione fredda nella parte alta del corpo e difficoltà a respirare, legata all’incapacità del cuore di funzionare regolarmente. In alcuni casi si registra anche una forte nausea.
Consultare il medico o recarsi al pronto soccorso più vicino può essere fondamentale specialmente se si nota una sensazione di benessere mai avuta prima, ben sapendo come sia fondamentale agire in tempi rapidi in situazioni simili. In genere si agisce con una serie di cure mediche utili a sciogliere i grumi di sangue, nella maggior parte dei casi non si può non prescindere dall’intervento chirurgico.
Sulla base degli ultimi numeri, sono circa 200 mila gli italiani colpiti ogni anno da infarto, un terzo di questi possono arrivare alla morte. A volte non c’è una ragione precisa per il manifestarsi della malattia, basti pensare a chi è ormai avanti negli anni e nota che il muscolo cardiaco non funziona più come un tempo.
Non si deve però sottovalutare il ruolo dell’ereditarietà: si può infatti incorrere nella stessa patologia se ci sono familiari o discendenti diretti che hanno avuto una predisposizione coronopatica. I medici invitano poi a evitare il più possibile la vita sedentaria, il fumo, le scarse abitudini alimentari, l’ipertensione e l’obesità. Il 50% delle persone che sono state colpite da infarto miocardico riescono comunque a tornare alla normalità nell’arco di sei mesi.