Col rinnovo del contratto della sanità per gli infermieri ci sono stati cambiamenti sul fronte stipendi, permessi e ferie.
Basterà l’aggiornamento contrattuale ad arrestare la cronica carenza di infermieri che da diverso tempo affligge il nostro Paese? Intanto con l’avvicinarsi dell’estate c’è chi lancia l’allarme per l’insufficienza del personale. Alla quale si cerca di rispondere con soluzioni tampone.
In Italia c’è carenza di infermieri. È di questi giorni l’allarme lanciato dal NurSind, il sindacato degli infermieri. Secondo l’Ocse il nostro Paese ha 2 infermieri ogni 100 mila abitanti, il che si traduce in una carenza di quasi 118 mila infermieri. Numeri ancora maggiori invece li ha forniti un recente Rapporto del Crea (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) per il quale a mancare all’appello sarebbero ben 250 mila infermieri.
Ad aggravare la situazione c’è anche l’arrivo della stagione estiva. Ad esempio in Toscana, denuncia il sindacato, solo l’Asl Sud-Est sta assumendo nuovo personale infermieristico mentre tutte le altre Asl sembrano intenzionate a garantire il servizio con le forze a disposizione o con minimi innesti.
In questo modo però c’è il rischio di sovraccaricare di lavoro gli infermieri chiamati a sostituire i colleghi in ferie. La prospettiva, avverte il sindacato, è che nelle prossime settimane le aziende sanitarie seguiranno una prassi consolidata negli ultimi anni: la chiusura di alcuni reparti, per concentrare il personale su quelli rimasti aperti. Una scelta, sottolinea NurSind, che avrà ricadute anche sul pronto soccorso, a rischio collasso per l’incapacità di liberare posti letto e accogliere nuovi pazienti.
Una carenza cronica, quella del personale infermieristico, che non si scopre oggi e affonda le radici nel passato. Tra le cause, oltre al sovraccarico di mansioni e l’inadeguato ricambio del personale (sempre più vecchio), ci sono anche le paghe poco allettanti rispetto alla media europea.
Già, quanto guadagna un infermiere in Italia? Lo stipendio di un infermiere privato si aggira intorno ai 1.500 euro netti. Ma dipende molto dal tipo di azienda presso la quale presta servizio, oltre che dalla tipologia di impiego. Chi raggiunge un ruolo organizzativo può arrivare a prendere anche 3 mila euro al mese.
In genere però i guadagni degli infermieri privati non si discostano molto dagli stipendi degli infermieri pubblici. Il rapporto Heath at Glance 2022 dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha calcolato che lo stipendio medio degli infermieri italiani è di circa 28.400 euro (contro una media europea di 35.300 euro). Una stima riferita al reddito medio annuo lordo, al cui interno sono compresi contributi previdenziali e tasse, ma non gli straordinari.
Come detto un infermiere privato guadagna circa 1.500 euro netti al mese. Ma a fare una grande differenza sono il tipo di azienda per cui lavora e il tipo di impiego. Si parte dal minimo di 1.000 euro al mese per un infermiere day hospital o impiegato in Onlus e cooperative, passando per i 2.000 euro di un infermiere di area critica (pronto soccorso e sala operatoria) fino ad arrivare anche a 3.000 euro al mese per quelli che svolgono un ruolo organizzativo.
Senza contare che l’infermiere può lavorare anche come libero professionista, prestando servizio presso più committenti, e avere la partita Iva. C’è dunque la possibilità di accumulare ulteriori profitti anche se, in generale, un infermiere privato guadagna sostanzialmente quanto un infermiere pubblico. La retribuzione dipende dunque soprattutto dal livello di inquadramento.
Le retribuzioni sono aumentate dopo il rinnovo a fine 2022 del contratto sanità, che ha previsto aumenti a regime pari al 3,48%, equivalenti a un beneficio medio complessivo di circa 190 euro al mese.
Col rinnovo del contratto della sanità si è operata una rivalutazione degli stipendi tabellari a regime di 125 euro al mese per 13 mensilità, alla quale vanno aggiunti altri aumenti relativi alla parte accessoria del salario.
Il recente rinnovo contrattuale va chiaramente a incidere anche sugli stipendi degli infermieri privati, che si sovrappongono più o meno a livelli e remunerazioni degli infermieri pubblici, e cioè:
Ogni infermiere privato ha diritto a 30 giorni di ferie all’anno. Inoltre gli infermieri privati hanno diritto a una serie di permessi retribuiti, giornalieri e orari, congedi e assenze per infortuni. E cioè:
Niente permessi retribuiti invece per la partecipazione a corsi di aggiornamento e specializzazione professionale per il servizio e nemmeno in caso di prolungata assenza per la malattia di un familiare.
All’infermiere privato spettano l’indennità di malattia e il mantenimento del posto di lavoro al massimo per 18 mesi nell’arco di tempo di 4 anni, mesi che diventano 20 in caso di ricaduta della stessa malattia con prolungamento del ricovero in ospedale.
In caso di malattia la retribuzione resta piena per i primi 12 mesi in 4 anni. L’infermiere privato può chiedere altri 3 mesi di malattia non retribuiti se passati i 20 mesi si trova ancora in stato di ricovero.
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