Lo sviluppo e la diffusione dell’Intelligenza Artificiale ha aperto scenari apocalittici per alcune professioni che potrebbero scomparire nel giro di pochissimo tempo.
Non si tratterebbe di un allarmismo ingiustificato: dalle indagini condotte finora è emerso infatti un dato sconcertante. Non sarebbero a rischio solo le professioni legate al calcolo e alla compilazione di codici, come si sarebbe potuto immaginare. Le potenzialità linguistiche dell’Intelligenza Artificiale hanno scompaginato le carte anche in settori che, almeno finora, sembravano destinati a rimanere appannaggio esclusivamente umano.
A rendere davvero inquietante la prospettiva futura di molti lavoratori è che AI per la produzione di testi, come Chat GTP, hanno dimostrato di poter sostituire egregiamente uno scrittore umano, producendo testi molto credibili e scorrevoli dal punto di vista linguistico. Associati a software per la lettura digitale, questi testi possono essere facilmente convertiti in conversazioni, lezioni, conferenze, reading poetici e molto altro.
I mestieri destinati a sparire a causa dell’Intelligenza Artificiale
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Princeton, almeno venti professioni tipicamente umane saranno svolte dagli algoritmi nel prossimo futuro. Se alcune non provocano molta sorpresa – dal momento che la sostituzione era già in corso – l’idea che le professioni legate all’insegnamento e alla cura psicologica possano essere svolte da macchine è alquanto inquietante.
A “estinguersi” saranno sicuramente gli operatori di telemarketing, che già oggi vengono spesso sostituiti da messaggi registrati e da algoritmi in grado di rispondere agli utenti e ai clienti via chat.
Meno prevedibile, ma a quanto pare concretamente possibile, è la sostituzione degli operatori finanziari e di chi pratica professioni legali. Il motivo è che per offrire soluzioni legali è necessario semplicemente conoscere il codice delle leggi a cui si fa riferimento e citare, indicare o rielaborare gli articoli che trattano di un certo argomento. Non è altro che la consultazione di un grande database, che le intelligenze artificiali per definizione operano molto meglio degli umani.
Anche la scrittura di libri di testo o l’insegnamento diretto di materie umanistiche come lingue e letteratura ma anche storia e filosofia, potrebbero diventare attività affidate esclusivamente agli algoritmi. Questo è possibile in virtù del fatto che, anche in questo caso, le lezioni fanno riferimento continuamente a dati certi e già registrati, che bisogna semplicemente citare e organizzare in un discorso di senso compiuto: esattamente quello che fanno i software di modellazione linguistica. E il fattore umano? Forse comincia a essere considerato inessenziale, ma è davvero così?