Potrebbe essere definito il fenomeno del momento, per ovvie ragioni. It-Alert, incuriosisce e spaventa allo stesso modo gli italiani.
Il suono improvviso, la vibrazione a esso connessa. Il sistema che dovrebbe, in prospettiva, si spera mai concretamente, allertare gli italiani in caso di emergenza, fa discutere più che mai gli italiani. It-Alert, nasce per consentire, in caso di necessità, una funzionale comunicazione con gli stessi cittadini.
I test degli ultimi giorni in varie regioni italiane avviati dalla Protezione civile hanno fatto in modo che lo stesso sistema fosse in qualche modo avviato alla fase conclusiva della sperimentazione. Molti cittadini, scossi dalla stessa situazione hanno subito temuto il peggio, immaginando tale dinamica come test concreto in vista di qualcosa che a breve potrebbe accadere sul territorio italiano.
IT-Alert e terremoti più frequenti in Italia: il calendario delle prossime sperimentazioni
I test proseguiranno nel corso delle prossime settimane regione per regione, per arrivare alla piena consapevolezza della stessa funzionalità del progetto. Pochi giorni, fa, il 26 settembre è toccato all’Abruzzo e al Trentino Alto Adige. Il 27, invece, è stato il turno di Lazio e Liguria. Il funzionamento di It-Alert è di fatto molto semplice. La stessa Protezione civile inviata a tutti i telefoni di qualsiasi cittadino dell’area coinvolta, oggi nella sperimentazione, domani nel potenziale evento, un sms, con annessa vibrazione e suoneria specifica che comunica l’informazione prestabilita.
Il telefono del cittadino, continuerà a suonare e vibrare fino a quando non si passerà alla visione dello stesso messaggio d’allerta. Successivamente, lo stesso utente è invitato a compilare uno specifico questionario attraverso specifici canali segnalati dalla stessa Protezione civile.
Per disattivare l’allarme It-Alert è necessario visionare il messaggio: in caso contrario, il telefono continuerà a suonare.
Il calendario delle sperimentazioni, dopo le recenti prove citate, prevede per il prossimo 13 ottobre la medesima operazione per quel che riguarda la Provincia Autonoma di Bolzano. Secondo quelle che sono le stime dei vari enti coinvolti nell’operazione, il sistema di allerta dovrebbe essere pronto, attivo più che mai a partire dal nuovo anno. Lo stesso sistema, stando sempre a quanto diffuso dai vari contesti competenti si attiverà nei seguenti casi:
- maremoto (generato da un terremoto),
- collasso di una grande diga,
- attività vulcanica (per i vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli),
- incidenti nucleari o emergenze radiologiche,
- incidenti rilevanti in stabilimenti industriali.
Per maggiori informazioni circa i piani di evacuazione relativi a specifiche tipologie di disastri soprattutto naturali è possibile visionare i vari prospetti organizzati dalla Protezione civile attraverso il proprio portale web di riferimento. Negli ultimi giorni, per esempio, tanta è l’apprensione dei cittadini campani per la frequente attività sismica in atto in tutta la zona dei Campi Flegrei.
Attività sismica e rischi connessi ai Campi Flegrei
Ogni giorno, il tema Campi Flegrei è sempre più centrale a livello nazionale. Chiaramente le preoccupazioni maggiori riguardano gli abitanti di quei posti in particolari e tutti quelli che invece vivono nelle zone adiacenti. La stessa preoccupazione, però, legata a eventuali stravolgimenti in negativo della situazione dovrebbe essere di tutti gli italiani e non solo. Una esplosione vulcanica in quella zona potrebbe portare a una catastrofe senza precedenti.
Di recente il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, nel corso di una sua audizione alla Camera, ha trattato nei minimi particolari la situazione in questione: “Siamo preoccupati per possibili piccole esplosioni freatiche di acqua bollente. Per i Campi Flegrei ci sono due possibili scenari. Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi bradisismica del 1982-84, che è durata 2 anni e poi si è fermata. Lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo avvenuta nel 1538”.
Il secondo caso citato da Doglioni, potrebbe portare, infatti a episodi di forte sismicità oltre che a una eruzione o a una eruzione freatomagmatica. Lo scenario peggiore, insomma, per opinione personale dello stesso esperto potrebbe portare a una eruzione tale da generare un “vulcanello effusivo”, situazione che in ogni caso porterà a enormi problematiche di natura sociale.
Lo stesso presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha inoltre sottolineato il fatto che se la situazione dovesse proseguire sulla scia degli ultimi giorni, potrebbero esserci si dei terremoti ma mai superiori a una magnitudo i 5,00. Sono da escludere, quindi oscillazioni del suolo di intensità potenzialmente devastante.
Il riferimento per cosi dire peggiore, dato dall’esperto, lo scenario che potrebbe in qualche modo rivelarsi più catastrofico potrebbe essere molto simile a quanto avvenuto nel 1538, una eruzione in ogni caso di piccola entità che portò alla nascita del Monte Nuovo, nella stessa area flegrea.
La posizione generale degli esperti
Gli esperti insomma monitorano giorno per giorno la situazione in atto ai Campi Flegrei e i pareri di tutti o quasi convergono in quella che è una posizione di relativa tranquillità. Il fenomeno del bradisismo, per esempio, in questo caso specifico è molto simile a quello verificatosi per bene due anni all’inizio degli anni ottanta. In quel caso, lo stesso fenomeno, perse di intensità con il tempo, senza, per forza di cose, dare vita a eruzioni.
Nell’area rossa che, di fatto, riguarda pienamente l’area flegrea, in caso di emergenza si passerebbe a una evacuazione pressoché totale, considerando il rischio di una eruzione. Il rischio più probabile, secondo gli stessi esperti, potrebbe riguarda una precisa conseguenza delle altissime temperature riscontrate a 40-50 metri di profondità.
Nel caso specifico si potrebbe immaginare il verificarsi di piccole esplosioni freatiche, non di magma quindi, ma di acqua. Il tutto, spinto anche dall’intenso degassamento degli ultimi giorni che ha liberato 3mila tonnellate di Co2 in tutta l’area dei Campi Flegrei. Il rischio, insomma, al momento sembrerebbe essere di quelli potenzialmente calcolati. In ogni caso giusto considerare ogni possibile ipotesi, chiaramente basandosi sempre su ciò che lo stesso territorio, gli studi e gli eventi suggeriscono.
La situazione, insomma, preoccupa non poco i cittadini. I terremoti dei giorni scorsi hanno di certo fatto innalzare la soglia di tensione legata a tutta la situazione dell’area specifica. I prossimi giorni, le prossime settimane potrebbero fornire dati preziosissimi per arrivare a leggere nel migliore dei modi, lo stato del fenomeno.