Esordio col botto di Sinner agli Us Open: gioco da schiacciasassi sul cemento di New York e quarto posto di Rune messo nel mirino.
Per sorpassare il suo avversario nel ranking ATP il tennista azzurro però dovrà fare parecchia strada e migliorare il piazzamento dell’anno passato a Flushing Meadows.
Era fra i più attesi all’esordio degli Us Open. E non ha deluso le aspettative Jannik Sinner. Smaltita in fretta la delusione per la semifinale di Wimbledon persa in tre set contro l’eterno Novak Djokovic, il numero 6 al mondo è apparso subito desideroso di rifarsi in una occasione importante. Lo mostra, tra le altre cose, la facilità con cui ha archiviato la pratica Hanfmann al primo turno degli Us Open.
Fa ben sperare poi – anche qualcosa di più – che a precedere il torneo a stelle e strisce, quarto e ultimo torneo del Grande Slam, sia giunto il titolo più importante della sua carriera: la vittoria in un Masters 1000, a Toronto, dove Sinner ha piegato in due set l’australiano Alex De Minaur conquistando così il Canadian Open.
2023 in crescita costante per il tennista azzurro
Un trionfo che ha proiettato Sinner al sesto posto del ranking mondiale. Eguagliato così il miglior posizionamento dell’amico-rivale Matteo Berrettini – risalente al 2021, anno in cui (primo italiano nella storia a farlo) era arrivato in finale a Wimbledon.
Certo, in mezzo c’è stata la prematura eliminazione a Cincinnati (uscita al primo turno per mano di Dušan Lajović). Ma al suo esordio in terra americana il giovane campione altoatesino ha dimostrato di avere tutte le intenzioni di confermare la crescita magari lenta ma costante di questo 2023, dove l’allievo di Simone Vagnozzi ha conquistato l’accesso a due finali Masters 1000 e la semifinale sulla prestigiosa erba di Wimbledon.
Sinner, vittoria in scioltezza al debutto negli Us Open
C’è poco da dire: sorprende in positivo la facilità, da autentico schiacciasassi, con cui Sinner ha staccato il biglietto per il secondo turno. Poco o nulla ha lasciato alle ambizioni dell’avversario: il tedesco (anche se tennisticamente americano, essendosi formato sportivamente negli Stati Uniti) e praticamente omonimo Yannick Hanfmann. Il classe 1991, attualmente numero 54 al mondo, è stato spazzato via in meno di due ore e mezza (due ore e 19 minuti per l’esattezza) dal tennista di San Candido, di dieci anni più giovane di lui.
L’atleta pusterese lo ha liquidato rapidamente. Chiusura facile e in tre set per lui: non c’è stata praticamente partita a New York, sul campo di cemento di Flushing Meadows dove dal 1978 si svolgono gli Us Open. A Hanfmann non è bastato nemmeno essere praticamente di casa. Anche se il tennista di origine tedesca (è nato a Karlsruhe) è stato forse penalizzato dal fatto che il pubblico, che con ogni probabilità ignora che la sua formazione tennistica è avvenuta in California (ha giocato per la University of Southern California), non ha tifato per la sua vittoria come di solito fa coi tennisti di casa.
Sinner- Hanfmann, come è andato il match
Poco sarebbe cambiato, probabilmente. Troppo grande il divario tra i due atleti. Hanfmann non ha potuto fare molto contro il suo talentuoso e giovane avversario (22 anni compiuti lo scorso 16 agosto) malgrado il suo essere un ottimo giocatore dotato di un buon servizio. È finita con un secco e quasi chirurgico 6-3 6-1 6-1 a vantaggio dell’altoatesino, con parziali praticamente della stessa durata (rispettivamente 46, 46 e 47 minuti).
Sinner ha lasciato al tedesco la miseria di 5 game, un punteggio che lo punisce anche troppo (spesso i due sono arrivati ai vantaggi) ma che non lascia comunque alcun dubbio sulla netta superiorità del campione italiano.
Il numero 6 al mondo è partito subito forte, senza concedere nulla al servizio al Hanfmann. Nessuna palla break lasciata dall’altoatesino e la sensazione costante di avere sempre bene in mano la battuta. Il tennista azzurro strappa il break nel primo set e conserva il vantaggio sul tedesco imponendosi per 6-3 nel finale. Il set avrebbe anche potuto concludersi prima, se Hanfmann non fosse riuscito ad annullare ben 4 set point sul suo turno di servizio.
Un incontro senza storia
Praticamente senza storia gli altri due set. Nel primo parziale Sinner fa il bello e il cattivo tempo col rovescio, spesso fatale per il tedesco. Hanfmann azzarda una piccola reazione procurandosi le prime due palle break dell’incontro, ma le sciupa entrambe cedendo il secondo set per 6-.1 dopo l’ennesimo break di Sinner.
Nel terzo parziale Hanfmann si è giocato il tutto per tutto ma ha dovuto ammainare la bandiera dopo aver subito una rimonta sul 40 a zero nel quarto game. Torneo finito per lui con Sinner che chiude sul velluto anche il terzo set per 6-1. Pratica chiusa conquistando quella che ad oggi rimane la più la vittoria più netta dell’azzurro in un torneo del Grande Slam.
Sinner, derby tutto italiano al secondo turno
Buona dunque la prima agli US Open per il tennista azzurro che al secondo turno ha dovuto vedersela col connazionale Lorenzo Sonego. Derby all’italiana per Sinner che mira a migliorare il quarto di finale raggiunto nella scorsa edizione, dove fu eliminato in un memorabile braccio di ferro con Carlos Alcaraz, che solo al quinto set (e dopo cinque ore di gioco) riuscì a spuntarla sull’altoatesino.
Fisicamente Sinner ha dimostrato di stare bene, gestendo la sfida con Hanfmann all’insegna del risparmio energetico. Si presentava molto più ostico l’incontro col 28enne Lorenzo «Sonny» Sonego (attualmente numero 39 ATP, dopo l’exploit del 21° posto nel 2021). Due i precedenti, entrambi vinti da Sinner quest’anno che ha regolato il torinese sul cemento indoor Montpellier (Open Sud de France) battendolo ai quarti per i 6-4 6-2. Decisamente meno semplice invece la vittoria sull’erba di Halle, dove il campione di San Candido ha dovuto cedere un set a Sonego (6-7) prima di imporsi con due parziali vinti per 6-4.
Secondo turno che si annunciava più complicato quindi per Sinner, costretto a fare i conti con un avversario sicuramente più quotato e insidioso di Hanfmann. In precedenza Jannik però aveva già confermato di sapersela cavare alla grande negli incroci coi connazionali (nove vittorie su nove incontri il suo bilancio prima del match di ieri con Sonego).
Jannik supera anche l’ostacolo Sonego
Anche con Sonego l’altoatesino non ha smentito la sua fama di “killer” di connazionali. Giocando un tennis alla sua maniera, implacabile e impeccabile, lo ha costretto ad arrendersi in tre set con un limpido 6-4 6-2 6-4 senza mai dare l’impressione di poter andare in difficoltà.
Jannik ha gestito il match con calma e freddezza, senza passaggi a vuoto. Bene in tutto: al servizio e a rete, devastante in risposta. Nei primi due parziali Sinner parte con un break di vantaggio mettendo in grande difficoltà il connazionale. Nel secondo set invece arriva il doppio break. Veloce, piazzato e ben concentrato, nel terzo set affonda il colpo al quinto game strappando il break decisivo.
Buona anche la seconda per l’altoatesino che ha chiuso l’incontro in due ore mettendo i piedi al terzo turno del torneo. Ad attenderlo ai sedicesimi troverà lo svizzero Stam Wawrinka (ATP 49), impostosi in quatto set su Tomas Martin Etcheverry. Nella sfida tutta italiana di ieri Sinner è apparso più maturo e pronto per testa a testa più impegnativi anche a livello fisico. Nessuna esitazione nella corsa anche nel pieno della calura di una New York di fine agosto. Del resto Sinner aveva un ulteriore stimolo per spingere l’acceleratore verso il passaggio del turno dopo la prematura uscita di scena al torneo newyorkese di Rune e Tsitsipas.
Top 5 del ranking nel mirino di Sinner
Le clamorose eliminazioni al primo turno di Holger Rune (numero 4 del ranking battuto al debutto dall’iberico Carballes Baena) e del greco Stefanos Tsitsipas (numero 5, uscito al secondo turno col 128 al mondo Dominic Stricker, altra sconfitta a sorpresa) hanno spalancato le porte all’azzurro che ora vede concreta la possibilità di entrare tra i top 5 nel ranking.
Per completare la scalata il campione italiano però dovrà come minimo centrare i quarti di finale a Flushing Meadows. Sinner ha così la chance di ritoccare il suo best ranking sfruttando i passi falsi degli avversari. Il tennista italiano (4330 punti) ha messo nel mirino la quinta posizione di Tsitsipas (4615) e perfino il quarto posto di Rune (4710). Se vorrà superare anche il ventenne danese Sinner dovrà però necessariamente migliorare il quarto di finale dello scorso anno. Per volare virtualmente al quarto posto (con un occhio a eventuali exploit di tennisti che lo tallonano nel ranking, come Andrey Rublev e Taylor Fritz) l’azzurro dovrà fare tanta strada.
Per mettere la freccia su Rune Sinner dovrà centrare per forza la semifinale degli Us Open. Praticamente irraggiungibile il trio di testa (Alcaraz, Djokovic, Medvedev). Anche un’eventuale vittoria nel torneo potrebbe non essere sufficiente a Jannik per strappare la terza posizione di Daniil Medvedev, che lo guarda ancora dall’alto dei suoi 6125 punti.
Più fattibile il sorpasso invece a Tsitsipas e a Rune. Se riuscisse nell’impresa di arrivare almeno in semifinale, l’altoatesino centrerebbe poi anche un altro risultato storico. Così facendo eguaglierebbe infatti il primato italiano del ranking: il quarto posto di Adriano Panatta nel 1976. Un record che risale a un’era geologica fa, tennisticamente parlando. E che presto potrebbe essere ritoccato proprio dal talento di Jannik Sinner.