Camminare in silenzio è una sana abitudine che beneficia tutte le dimensioni umane: mente, corpo e spirito. Da provare assolutamente.
La camminata silenziosa è diventata addirittura un trend virale su TikTok dove tanti testimoniano i benefici di questa pratica che ha radici antiche, anche se riscoperta di recente.
Ci avete fatto caso? Succede anche nei momenti liberi dal lavoro: quando camminiamo il flusso dei nostri pensieri non cessa di sommergerci. Non basta staccare dalle attività lavorative. E non dobbiamo fare i conti solo col mare agitato che spesso ribolle in noi. Lì fuori infatti c’è tutta una marea di stimoli che ci arrivano incessantemente dal mondo esterno. Del resto potrebbe essere altrimenti? Spesso camminiamo col cellulare in mano e da bravi smombies ci aggiriamo mentre siamo impegnati a controllare le notifiche sui social, mandare vocali, rispondere alle mail. O magari ascoltiamo musica, podcast, audiolibri.
In sostanza, camminare anche solo pochi minuti in compagnia soltanto dei nostri pensieri sembra essere diventata una cosa impossibile: la testa è sempre da qualche altra parte, addio soliloqui silenziosi. Sempre più oberati di eccitazioni e stimoli, ci accorgiamo che tutto questo attivismo esercita un effetto dissipante su di noi. Come se fossimo andati in sovraccarico affettivo, sopraffatti dalle eccitazioni esteriori che col tempo si sono moltiplicate senza fine. Circolare in strada ci piomba in uno stato di tensione permanente.
Alla riscoperta della camminata silenziosa
C’è poco da fare: in noi si agita l’inquietante sensazione di aver perduto il centro della nostra vita, di essere sconnessi interiormente. Inutile dire che non è sempre stato così: in tempi più antichi, quando per spostarsi la maggior parte della gente poteva fare affidamento soltanto sulle forze naturali – ovvero sulle proprie gambe – si percorrevano anche lunghe distanze a piedi.
Spesso e volentieri a fare compagnia c’erano soltanto i propri pensieri, in un tempo in cui il villaggio globale annunciato da Marshall McLuhan, simultaneo e iperconnesso, era praticamente inimmaginabile. E soprattutto niente cuffiette che isolano dal mondo per rimpinzarci di musica e informazioni a ciclo continuo.
Il collegamento tra la camminata e il silenzio – un silenzio prima di tutto interiore – era un’esperienza concreta per i nostri antenati, prima che l’esito di una meditazione o di un ragionamento. Ecco perché quasi spontaneamente la camminata silenziosa ha assunto col tempo anche tratti contemplativi e religiosi, come nei pellegrinaggi a piedi coi quali i fedeli raggiungevano in preghiera – e lo fanno ancora oggi – i santuari o i luoghi di culto.
La camminata in silenzio, direbbe Eliot, appare una di quelle fondamentali componenti della «vita che abbiamo perduto vivendo». Com’è che abbiamo perso l’abitudine a muoverci silenziosamente? Non è difficile capire che contro questa pratica congiura l’enorme diffusione degli smartphone, che anche nei momenti di solitudine ci mettono in contatto con uno tsunami di distrazioni a portata di un semplice clic. Siamo sempre immersi nel villaggio globale.
Quando rimanere da soli fa paura
Questo essere connessi 24h col mondo per via tecnologica ci intrattiene prima ancora che si affacci in noi la minima sensazione di noia. Ma così facendo ci priva anche di un’esperienza fondamentale per la nostra esistenza: quella del silenzio e della contemplazione, la cura del nostro giardino interiore. Stare con noi stessi è indispensabile, ma può fare anche paura, disabituati come siamo al dialogo interiore.
Da qui la fuga nell’esteriorità dell’iperconnessione, al punto che tra le cosiddette “dipendenze di nuova generazione” c’è anche la nomofobia. Si tratta di un termine derivante da “nomo”, abbreviazione dell’inglese “no mobile” (nel senso di “mobile phone”, il telefonino).
In pratica la nomofobia è la paura di rimanere senza cellulare, magari perché si è scaricata la batteria o perché non ci si può connettere online per mancanza di campo. È il terrore che assale quando rimaniamo sconnessi dalla rete.
Silent walking: spopola su TikTok
La camminata solitaria può dare anche piacere e solitudine, come testimoniano le parole del poeta britannico William Wordsworth (1770-1850): «Fra i miei piaceri favoriti fu sempre, dal tempo della prima giovinezza, camminare solo per la pubblica via quando essa, deserta per la notte, nel silenzio assume un carattere di quiete più profonda di un deserto impervio».
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Sono molti dunque i benefici della camminata silenziosa e ben noti fin dall’antichità. Soprattutto nel nostro tempo però le persone sembrano aver cessato di camminare nella solitudine e nel silenzio. Privandosi così dei benefici per corpo, mente e spirito procurati da questa pratica che sarebbe invece da riscoprire.
È quello che suggeriscono tanti utenti di TikTok, che hanno creato un autentico movimento del silent walking: la camminata silenziosa appunto. Una veloce ricerca su TikTok ci farà rendere conto che l’hashtag #silentwalk o #silentwalking è diventato un trend virale. Contrassegna infatti tantissimi video in cui le persone raccontano la loro esperienza e i benefici derivanti dall’introduzione della pratica della camminata silenziosa nella propria esistenza.
Camminare in silenzio? fa bene al corpo e alla mente
Tra i tanti benefici della camminata silenziosa e solitaria c’è il ripristino di un sentiero interrotto con la realtà. In altre parole ci permette di recuperare quel contatto col mondo e l’ambiente esterno da quale fin troppo spesso tendiamo a isolarci, allontanandoci anche con l’uso smodato del telefonino e delle cuffiette.
Tanto più se camminiamo in silenzio nella natura, avvolti dal fluire dell’aria aperta, immersi nella vegetazione che tanto bene fa al nostro cervello. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato nel 2022 su Molecular Psychiatry, secondo il quale una tranquilla passeggiata di un’ora in mezzo alla natura, senza distrazioni di sorta, ha ricadute benefiche e rilassanti per l’amigdala, l’area primaria del cervello deputata al processo delle emozioni, ansia e paura comprese.
Oltre a combattere lo stress e gli stati depressivi, camminare nella natura favorisce l’attenuarsi dei sintomi di alcune patologie fisiche (asma o allergia) e addirittura aiuta a prevenire l’insorgenza di malattie croniche o cardiovascolari.
Passeggiare senza rumori esterni? Migliora anche il mal di testa
Colpisce anche la testimonianza su Newsweek della scrittrice Lisa McCarty, molto popolare sui social soprattutto nel campo della salute femminile e della salute mentale. Sofferente da marzo 2020 di dolorosissime emicranie che la martellavano per diverse ore dal momento del risveglio, consigliata dal neurologo ha cominciato a camminare.
Poco alla volta McCarty si è accorta che camminare in silenzio, senza musica e auricolari, faceva dissipare il martellamento nella sua testa, rendendola meno sensibile ai suoni che in precedenza le procuravano molto fastidio. Secondo uno studio NIH del 2021, nel mondo oltre 1 miliardo di persone soffrono di emicrania, considerata una delle malattie neurologiche più comuni al mondo. Secondo la Cleveland Clinic circa l’1-2,2% delle persone soffre di emicrania cronica.
Gradualmente la scrittrice si è resa conto che camminare in silenzio, senza la stimolazione del rumore nell’orecchio, le permetteva di concentrarsi sul suono calmante del suo respiro e sulla visuale pacificatrice della sua camminata, invece che su altre distrazioni rumorose.
Una camminata senza rumori contro l’emicrania
«Il silenzio era l’unica cosa che mi aiutava nelle mie passeggiate, soprattutto quando ero nel bel mezzo di un’emicrania», scrive McCarty. «La camminata silenziosa è diventata il modo in cui mi ritiravo dallo stress, dalle preoccupazioni e dal dolore. Era l’unica cosa che mi dava conforto quando tutto il resto falliva».
La camminata silenziosa così è diventata un appuntamento fisso nella sua vita. Lisa McCarty cammina in silenzio da oltre un anno, ogni giorno per 30 minuti – 1 ora. Camminare nel silenzio ha cambiato la sua vita decisamente in meglio: «Sono riuscita a diminuire e quasi a eliminare le mie emicranie e non è più un problema cronico ogni mese». In questo modo è stata in grado di tornare al lavoro a tempo pieno e a occuparsi attivamente dei suoi figli, mentre prima era praticamente incapace di svolgere un’attività fisica.
La soluzione migliore, spiega, è quella di allontanarsi dalle strade trafficate dei quartieri suburbani, frequentando se possibile dei tranquilli sentieri escursionistici in mezzo alla natura. Passeggiare in silenzio può offrire un sollievo dalle stimolazioni sonore che possono peggiorare il mal di testa nel corso di una camminata. «Il silenzio può aiutare ad alleviare il mal di testa», dice McCarthy.
I benefici per la mente della camminata silenziosa nella natura
A Fox News Digital anche lo psichiatra Raafat W. Girgis spiega che la camminata silenziosa è una «meditazione unica» che può promettere «numerosi benefici in soli 10 minuti». Camminare in silenzio aiuta a ridurre lo stress. «Imparare a bloccare il rumore del mondo e della vita in generale è l’obiettivo primario della camminata silenziosa», sottolinea l’esperto.
Camminare in silenzio permette anche di migliorare l’umore combinando il movimento del corpo e l’esposizione alla natura. Un abbinamento, fa notare l’esperto, che consente al nostro cervello di «rilasciare naturalmente endorfine». «Il corpo, la mente e l’anima sono collegati», dice Girgis. «Mentre siamo nella natura, rimuoviamo i fattori di stress e sostituiamoli con pensieri tranquilli senza interferenze… il tuo umore migliora in modo naturale». In questo modo la nostra mente si schiarisce e i pensieri risultano più organizzati e positivi.
Chiarezza mentale, connessione con l’ambiente circostante: stare lontani dal rumore mentre camminiamo sembra davvero avere benefici importanti. La camminata silenziosa, come detto, è diventata un trend virale, Che però non fa altro che riscoprire quanto soprattutto alcune comunità religiose – ma non solo – praticano da un po’ di tempo, fa notare Girgis.
Insomma, la via per la pace interiore passa per i piedi e il silenzio, meglio se nell’abbraccio della natura.
Da dove iniziare per camminare in silenzio
Ma quali sono le pratiche migliori per chi vuole cominciare a sperimentare su di sé i benefici della camminata silenziosa? Secondo Girgis, chi vuole provare la camminata silenziosa farebbe bene a cominciare scegliendo un ambiente esterno privo di rumore.
Lo psichiatra consiglia agli aspiranti camminatori di coinvolgere i propri sensi durante gli spostamenti. Come? Ad esempio osservando l’ambiente circostante, mettendosi in ascolto della natura, prestando attenzione ai propri pensieri ed emozioni, essendo consapevoli dei propri sensi.
Senza paura di sperimentare anche qualche disagio, che fa parte di un percorso fisiologico. «Anche se può esserci qualche disagio nel silenzio, questo fa parte del processo di apprendimento», rassicura lo specialista della salute mentale.
Non serve poi improvvisarsi maratoneti. Il culto della performance non deve entrare nella pratica della camminata silenziosa che non deve affatto essere «lunga e faticosa», avverte Girgis. Bastano anche 10-15 minuti per avere degli effetti positivi. Anche se naturalmente nulla vieta di camminare più a lungo per godersi la tranquillità e l’aria aperta.
Un altro consiglio per chi cammina in silenzio è quello di riflettere e magari scrivere un diario dopo una camminata silenziosa. Può essere utile per tenere traccia dei cambiamenti di umore e dei miglioramenti di prospettiva in situazioni che in precedenza potevano essere per noi fonte di preoccupazione, suggerisce Girgis.
Il noise-free fa bene anche camminando in città
Ma bisogna per forza uscire dalle città per godersi i benefici della camminata silenziosa? Non necessariamente. A quanto pare il silenzio può essere d’oro anche in contesti urbani, come l’affollata New York City, contagiata dalla nuova moda del noise-free, del «senza rumore».
Qui sono soprattutto le donne della Generazione Y ad apprezzare le virtù del camminare in silenzio. Il New York Post riporta l’esperienza di silent walking dell’influencer 29enne Julia Salvia e di tante altre Millennials che come lei hanno deciso di combattere lo stress e la tensione mentale della Grande Mela senza ignorare il problema.
Silvia ha deciso farlo allacciandosi le scarpe da ginnastica, mettendo da parte cellulare, cuffie e auricolari per incamminarsi in una passeggiata contemplativa. E poco importa se attorno a sé non cessano di urlare le sirene, il traffico ruggisce come sempre e i passanti continuano a chiacchierare.
Julia vive nella contea di Monmouth, nel New Jersey, e ovunque può si intrufola per fare le sue passeggiate silenziose, che si trovi a Manhattan per lavoro oppure nel suo quartiere. «Faccio queste passeggiate da 20 a 30 minuti e non ascolto musica, podcast o video sui social media. Sono semplicemente in silenzio», spiega la giovane donna al New York Post. «Le mie passeggiate silenziose mi danno l’opportunità di pensare in pace alla mia giornata, ai miei obiettivi e di iniziare davvero a godermi la mia compagnia», sottolinea la content creator.
L’importanza di ritagliarsi uno spazio di silenzio
Le camminate silenziose non silenziano come per magia i rumori del mondo in ebollizione intorno a lei, precisa Julia. Ma aver eliminato quantomeno i rumori di fondo aggiuntivi del suo smartphone mentre è in movimento l’ha aiutata molto a ridurre la sua ansia e anche ad affrontare la recente e improvvisa perdita di suo padre.
Sulla stessa falsariga anche Marianna Cuomo Maier, wellness coach certificata a Manhattan. Al Post dice che le passeggiate silenziose possono essere un passo nella giusta direzione per aiutare chi si sente sopraffatto dalle numerose pressioni della giornata. «Viviamo tempi molto stressanti e impegnativi. E qui a New York City siamo circondati dal rumore», afferma Maier. Ritagliarsi uno spazio di quiete e silenzio, spiega, può essere il modo per riconnettersi con la nostra parte più sana, integra e produttiva.
La nascita del movimento #SilentWalk
New York dà dunque il benvenuto a #SilentWalk: la «cosa più trendy su due gambe da quando Hot Girl Walk è apparsa sulla scena, dopo la pandemia», afferma il New York Post.
Per chi non lo sapesse, Hot Girl Walk è la camminata rigenerativa che incoraggiava le donne a passeggiare quotidianamente all’aperto per circa 6 chilometri, con un podcast o una playlist motivazionale appositamente selezionata. Un fenomeno creato da Mia Lind e diventato virale nel 2022 facendo spuntare come funghi decine di gruppi di camminatrici nella Big Apple.
Tutt’altra atmosfera invece quella delle passeggiate silenziose. Invece che martellare il pavimento con melodie e ritmi, la camminata silenziosa spinge piuttosto verso l’introspezione. A lanciare il movimento #SilentWalk, spiega il Post, è stata la podcaster di “Okay Sis” Mady Maio, 29 anni, di Los Angeles. È stata lei che a giugno ha lanciato l’hashtag cantando le lodi del camminare in silenzio ai suoi 47.700 follower su TikTok, spiegando loro come passeggiare silenziosamente le avesse fatto guadagnare anche in creatività e lucidità.
Una reazione «No-Noise» contro la società del rumore?
È ancora presto per dire quali siano le prospettive future dei silent walker. I camminatori silenziosi si evolveranno in qualcosa come un movimento «No-Noise» per dire no al rumore sempre più invasivo delle nostre città?
Sembra improbabile, dato che la logica dei movimenti antagonisti, dai No-Tav ai No-Vax, generalmente è piuttosto rumorosa. Dunque apparentemente inconciliabile con un ritorno alla quiete interiore come quello diventato virale sui social.
Ma è anche vero che il «paesaggio sonoro» del nostro mondo, almeno da fine Settecento in poi, è andato sempre più evolvendosi verso l’attuale «società del rumore» dove la normalità non è più rappresentata, come nelle società contadine, dal silenzio e l’eccezione dal rumore. Oggi il rapporto si è sostanzialmente invertito. Il rumore si è fatto pervasivo e onnipresente al punto di apparire come la condizione normale della nostra quotidianità, lasciandoci pressoché assediati da rumori di ogni tipo.
Camminare in silenzio per ritornare al reale e a noi stessi
In questo contesto di «assedio del rumore» il silent walk può aiutare a riconnetterci con la realtà interna, ma anche a ricentrarci interiormente. Ci aiuta a rientrare in noi stessi, propiziando il ri-collegamento con la nostra interiorità e i movimenti più intimi del nostro animo. Come se ci facesse riscoprire un ritmo nuovo, più consono alla nostra umanità profonda, inevitabilmente fatta di corpo, mente e spirito.
Camminare senza alcun tipo di distrazioni sembra davvero essere in grado di contrastare il logorio della vita moderna. Innanzitutto riducendo i livelli di stress, facendoci ritrovare calma e tranquillità, migliorando la nostra concentrazione. E soprattutto permette di focalizzarci sulle cose davvero essenziali, riportandoci al momento presente.
Che dire? Non resta che provare. Anche con gradualità per chi è poco abituato, per dirla con Simon & Garfunkel, al «suono del silenzio». Come detto si può iniziare anche con passeggiate di breve durata, anche di 10-15 minuti da fare quotidianamente. Per poi aumentare il tempo della nostra camminata nel silenzio a mano a mano che se ne sperimenteranno i benefici fisici, mentali e spirituali.