La pericolosa influenza aviaria arriva in Italia: cani e gatti positivi a Brescia, scatta la quarantena

Cani e gatti positivi al virus H5N1 a Brescia. Si parla di influenza aviaria, quella che ha colpito anche i gabbiani: ecco cosa bisogna sapere

L’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani (Anmvi) ha confermato che a Brescia sono stati accertati casi di influenza aviaria: si tratta di cinque cani, un gatto e un allevamento avicolo, il quale al momento sembra essere sede di un focolaio. Il virus si chiama H5N1 e, recentemente, è stato riscontrato nei gabbiani: ecco tutto quello che c’è da sapere in merito al pericolo che corrono i nostri amici a quattro zampe.

Influenza aviaria, cani e gatti positivi a Brescia
Influenza aviaria, cani e gatti positivi a Brescia: cosa fare (grantennistoscana.it)

Il virus dell’influenza aviaria appartiene al ceppo dei virus influenzali di tipo A, capaci di infettare praticamente tutte le specie di uccelli. Sebbene alcune forme siano in grado di causare la morte rapida dell’animale, in realtà questa evenienza è piuttosto rara, così come rarissima è la possibilità che questo virus infetti l’uomo. Ecco cosa c’è da sapere in merito alle modalità di trasmissione, ai sintomi e all’attuale situazione nel bresciano.

Influenza aviaria: sintomi e contagio

I principali sintomi connessi all’influenza aviaria nell’uomo sono molto simili a quelli dell’influenza stagionale tipica dei mesi autunnali e invernali. Si palesano quindi dolori muscolari, febbre, diarrea, tosse e mal di gola. Negli animali, invece, si è notato che nel pollame questo virus causa difficoltà respiratorie, nonché una diminuzione nella produzione di uova: queste, poi, hanno un guscio più sottile. Sempre nel pollame si è notata la presenza di tumefazioni nella zona della testa, nonché un atteggiamento letargico. Negli uccelli acquatici, invece, non si notano sintomi. Il contagio avviene mediante l’inalazione di goccioline contaminate, per via orale o per via oculare: anche l’inalazione di polvere contaminata è una via di contagio.

Virus dell'influenza aviaria: sintomi e contagio
Virus dell’influenza aviaria: sintomi e contagio negli animali e nell’uomo (grantennistoscana.it)

Di fatto, gli uomini più a rischio di contrarre l’aviaria sono coloro i quali lavorano e vivono a stretto contatto con i volatili infetti: i pochi casi dimostrati sono appartenenti all’Africa settentrionale e all’Asia. Per curarla, si adottano le medesime strategie di cura dell’influenza stagionale, mediante l’isolamento del caso positivo.

Cosa sta succedendo a Brescia

Come abbiamo anticipato, a Brescia il virus dell’influenza aviaria è riuscito a contagiare anche cinque cani ed un gatto. Di fatto, nei volatili è stato riscontrato un marker di adattamento di questo virus ai mammiferi: i cani e il gatto risultati positivi erano infatti stati a stretto contatto con un alto numero di volatili all’interno di un ambiente rurale finalizzato all’allevamento in cui c’era un focolaio. Non sussiste, quindi, un allarme a livello globale: se avete un cane o un gatto che vive in casa con voi, potete continuare a farlo uscire serenamente.

Virus dell'influenza aviaria nei cani e nei gatti
Virus dell’influenza aviaria nei cani e nei gatti: cosa sta succedendo a Brescia (grantennistoscana.it)

Al momento, il Ministero della Salute sta monitorando attivamente la situazione nel bresciano: gli assessorati regionali sono stati informati in merito alla sieroconversione dei cani e dei gatti che vivevano in questo allevamento. Quest’ultimo, inoltre, era già sotto la lente d’ingrandimento proprio per via del focolaio precedentemente riscontrato. Secondo le analisi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il virus che ha contagiato i cinque cani ed il gatto nel bresciano è lo stesso che era già stato riscontrato in alcuni gabbiani del Nord Italia.

Come prevenire l’influenza aviaria negli animali e nell’uomo

Innanzitutto, le autorità sanitarie consigliano la vaccinazione per tutto il personale che è a contatto quotidianamente con animali potenzialmente infetti. Inoltre, la salute di queste persone va monitorata costantemente, non sottovalutando alcun segnale che può scatenare qualsiasi dubbio: prevenire è meglio che curare ed isolare è meglio che vedere il virus espandersi a macchia d’olio. Nel caso in cui ci siano animali domestici o d’allevamento che presentano segni della malattia, è meglio evitare di toccarli e di venirci in contatto prima dell’esclusione dell’eventuale positività.

Come comportarsi per proteggersi
Come comportarsi per proteggersi dall’aviaria (grantennistoscana.it)

Se si ha un allevamento aviario, è meglio evitare il contatto tra uccelli e animali domestici in questo periodo, poiché si potrebbe favorire l’insorgenza della malattia nei cani e nei gatti. Inoltre, recentemente sono stati segnalati alcuni casi positivi anche nelle volpi: di conseguenza, è importante intensificare la sorveglianza anche dei mammiferi selvatici, specialmente in relazione a quelli trovati morti e all’eventualità che dei loro corpi se ne cibano altri animali, che quindi ne uscirebbero infetti.

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