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Curiosità

La storia del Conte Camillo Negroni e di uno dei drink più amati dagli italiani | E com’è nato lo sbagliato?

Il cocktail italiano più famoso ha una storia molto interessante. La sua nascita è dovuta alla creatività di due giovani amici italiani.

Il Negroni è un cocktail tutto italiano che gode di una popolarità straordinaria in tutto il mondo. Questa classica bevanda ha conquistato il cuore di numerosi appassionati grazie al suo equilibrio unico di sapori intensi e sofisticati.

Le origini del Negroni sono tutte italiane – grantennistoscana.it

Per preparare un classico Negroni, sono necessari solo quattro ingredienti base:

  • 20 ml di gin,
  • 20 ml di Vermouth dolce,
  • 20 ml di amaro Campari
  • una scorza o fetta d’arancia fresca.

La preparazione tradizionale prevede il mescolamento, non lo shakeraggio, con l’aggiunta di ghiaccio in un bicchiere classico o da whisky.

Il fatto che questo cocktail così famoso abbia origini italiane è senza dubbio un motivo di vanto per la nostra tradizione. La storia della sua nascita è curiosa e affascinante perché ci ricorda come le idee migliori spesso arrivino per pura casualità.

L’origine del Negroni

La leggenda narra che il Negroni sia nato nel 1919 al Caffè Casoni, a Firenze. Secondo i ricordi storici di quell’evento, sembra che l’amato aperitivo sia stato involontariamente creato dal giovane conte Camillo Negroni. Questi era una figura molto affascinante dell’epoca: fiorentino di nascita, aveva viaggiato in tutto il mondo e aveva vissuto sia a Londra che a New York. Durante i suoi viaggi, si era appassionato al cocktail conosciuto allora come “Americano“, che consisteva in una miscela di vermouth, bitter e soda.

Un giorno, il conte Camillo chiese al barista del Caffè Casoni, il suo amico Forsco Scarselli, di migliorare il suo Americano. Precisamente, gli chiese di “rinforzarlo“. Il barista acconsentì e sostituì uno dei principali ingredienti della bevanda con un ingrediente più forte.

Per essere più precisi, sostituì l’acqua gassata tradizionale con il gin. Originariamente, gli Americani erano serviti con una fetta di limone. Scarselli decise di dare una svolta anche a questo aspetto, sostituendo il limone con una fetta d’arancia.

L’invenzione del Negroni si deve a un giovane nobile italiano – grantennistoscana.it

In quel momento, Forsco Scarselli si stava involontariamente affermando come un genio della mixologia. Infatti, ben presto la bevanda divenne estremamente popolare tra il pubblico. La gente cominciò a frequentare il suo locale per gustare quel cocktail ibrido che presto prese il nome di “Negroni“. Così nacque uno dei cocktail più iconici.

A seguito del grande successo, la famiglia del conte consolidò la propria fortuna fondando, nello stesso anno, la Distilleria Negroni a Treviso, in Italia. La loro azienda cominciò a produrre una versione pronta del cocktail, chiamata Antico Negroni. Grazie al suo successo inarrestabile, la rinomata distilleria europea è ancora attiva oggigiorno.

La prima evoluzione del Negroni: lo “Sbagliato”

A differenza di quanto il suo nome possa suggerire, l’invenzione del Negroni “sbagliatonon è stato un incidente. Quest’anno, questa versione del cocktail compie 50 anni dalla sua nascita, avvenuta al Bar Basso di Milano.

Un negroni sbagliato è simile a un vero negroni (gin, vermouth e Campari) ma sostituisce il gin con vino frizzante.

La leggenda narra che qualcuno ne ordinò uno a un barista troppo indaffarato che prese una bottiglia di Prosecco senza guardare, pensando che fosse gin. Il cliente lo adorò. In realtà, però, l’attuale proprietario del Bar Basso ci tiene a ribadire che la nascita dello Sbagliato non fu affatto un errore.

La nascita del Negroni Sbagliato non sembra affatto un errore, secondo i racconti degli esperti – grantennistoscana.it

Le storie sull’origine del cocktail variano notevolmente. “Il Negroni Sbagliato è stato concepito deliberatamente, non come risultato di uno sbaglio“, dice Maurizio Stocchetto, attuale proprietario del Bar Basso. “All’inizio degli anni ’70, dopo l’emancipazione delle donne, le donne venivano da sole nei bar, quindi avevamo bisogno di qualcosa di più adatto al palato di una donna, e questo aveva meno alcol“, ha raccontato in un’intervista al quotidiano inglese The Guardian

Sebbene sia poco bevuto al di fuori dell’Italia, lo sbagliato sta cominciando a farsi conoscere nei locali internazionali più sofisticati. Questo cocktail ha visto un forte aumento di popolarità in Inghilterra, dopo che lo scorso autunno l’attrice di House of the Dragon, Emma D’Arcy, ha dichiarato in un’intervista che era il suo cocktail preferito.

Le altre versioni del Negroni

Come abbiamo visto, il Negroni ha raggiunto un successo internazionale che pochi altri cocktail italiani hanno avuto. Questo gli ha permesso di raggiungere palati con gusti molto diversi dai nostri e ha favorito la contaminazione di idee, creando varianti molto particolari della bevanda.

Nel 2002, ad esempio, fa la sua comparsa il Negroni Bianco. L’esperto britannico di cocktail Wayne Collins creò il primo sostituendo il gin con la vodka e il vermouth rosso con il vermouth bianco. Questa versione è un cocktail più delicato e leggero, ma altrettanto complesso.

Nel corso degli anni sono nate diverse versioni del Negroni – grantennistoscana.it

Nel 2010, invece, si sentì parlare dell’innovativo Negroni invecchiato in botte. Jeffrey Morgenthaler, barman dell’Oregon, fu tra i primi a sperimentare il processo di invecchiamento dei cocktail in botte. Inizialmente si dedicò ai Manhattan, ma ben presto passò ai Negroni, che fece maturare in botti di whisky provenienti dalla rinomata distilleria Tuthilltown di New York.

Un’altra variante molto famosa è il Boulevardier, una versione nata durante il periodo del proibizionismo americano che sostituisce il gin con il bourbon. Questa ricetta consente di ottenere un cocktail a base di liquore scuro che può essere bevuto tutto l’anno.

E le varianti non finiscono qui: Cynar Negroni, Mezcal Negroni, Negroni Swizzle e Negroni ghiacciato sono solo alcune delle versioni che i baristi di tutto il mondo hanno sperimentato con successo. Gli appassionati di questa bevanda, in sintesi, possono continuamente provare qualcosa di nuovo che stuzzichi il loro palato.

Paolo Pontremolesi

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