Finora lo spettro delle case green sembrava allontanato ma le ultime decisioni della UE non lasciano scampo.
Le normative recentemente approvate, nonché le linee guida inviate ai Paesi Membri, rischiano di arrecare numerosi danni e svantaggi per i cittadini italiani, già vessati da tanti altri problemi economici.
Il Governo, tra il desiderio di cambiamento, di riforme e di risparmio, si sta muovendo anche nel comparto pensioni, e già spunta qualche anticipazione su cosa potrebbe prevedere la prossima Manovra Finanziaria 2024.
Alcuni provvedimenti potrebbero portare una ventata di novità ma dovremmo capire se la sostenibilità economica dell’erogazione pensionistica riuscirà anche a soddisfare le necessità e i diritti dei contribuenti.
L’FMI “bacchetta” la Meloni, ecco gli scenari possibili
Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente espresso un parere (negativo) sulle presunte intenzioni del Governo Meloni inerenti alle uscite anticipate dal lavoro. Oggi esistono già alcune formule ma la Premier aveva annunciato l’intenzione di ampliarle.
L’FMI ritiene errato promuovere ulteriori forme di prepensionamento, poiché potrebbero minare la produttività del capitale umano. Anche se, com’è noto, ormai il sistema pensionistico italiano sta per “fare il botto”. Non ci sono risorse e secondo le ultime stime i giovani 35enni di oggi – se le cose dovessero rimanere tali e quali – andrebbero in pensione a 75 anni.
Il giudizio negativo del Fondo Monetario Internazionale si basa sul fatto che in Italia si spende molto di più che nel resto d’Europa; anche considerando l’età pensionabile attuale (67 anni più 20 di contributi pieni) esistono “troppe” forme di prepensionamento che non equilibrano i bilanci.
Per gli italiani che speravano in una “quota 41” o in una rielaborata “quota 96” o magari di un’ulteriore proroga della “quota 103”, dunque, non ci sono buone notizie. L’FMI ha consigliato vivamente alla Meloni di non procedere in tal senso.
Un invito che, come sappiamo, non è tecnicamente vincolante ma che al tempo stesso potrebbe compromettere le future prossime decisioni elaborate nella Manovra Finanziaria. Come se non bastasse, sta per arrivare un’altra “mazzata”.
L’incubo Case Green è iniziato, ecco cosa dovranno fare tutti gli italiani
La casa di proprietà continua ad essere oggetto di ampio interesse da parte dei Governi, e non solo a livello di tasse.
Dopo il “fallimento” – e solo temporaneo – della Riforma del Catasto, di cui si sta ancora discutendo ma che dovrebbe entrare in vigore nel 2026, il Governo studia il modo per risparmiare sulle spese. Più in particolare per quanto riguarda i risarcimenti in caso di eventi atmosferici estremi.
Al vaglio c’è l’idea di obbligare i cittadini a stipulare assicurazioni private, in modo che a seguito di eventi come l’alluvione in Romagna siano i cittadini a trovare autonomamente le risorse economiche per ripristinare immobili e beni danneggiati. Ma non è tutto: oggi chi ha una casa di proprietà deve già sottostare a numerosi obblighi e presto arriverà anche quello di rendere l’abitazione più sostenibile.
Non siamo di fronte a possibilità di scelta, perché entro i prossimi anni chiunque dovrà ristrutturare la casa e renderla rispondente a determinati criteri. Più nello specifico, ecco i punti salienti della Direttiva UE:
- obbligo di ristrutturazione in caso di abitazione appartenente alla Classe energetica G o F. Il proprietario dovrà renderla almeno di Classe E.
- Tutti gli edifici a prescindere dovranno comunque come minimo appartenere alla Classe E, entro il 2030.
- successivamente, entro il 2033 tutti gli edifici dovranno raggiungere la Classe D;
- tra il 2040 e il 2050 ci dovrà essere un parco case completamente green abbastanza importante da aver raggiunto la piena sostenibilità ambientale.
Quali sono i rischi della volontà di attuare la transizione green
Le tempistiche possono sembrare lunghe e i cittadini potrebbero non avvertire l’urgenza di mettere mano alle loro proprietà. Va ricordato però che probabilmente ci saranno “effetti collaterali” tra chi non si adegua, come ad esempio l’impossibilità di vendere/affittare l’edificio se non conforme.
Non è tutto, perché ad essere colpiti saranno sempre “i soliti noti”, ovvero i cittadini italiani che hanno fatto o stanno facendo ampi sacrifici per la prima casa. Secondo le normative UE, infatti, sono previsti esoneri dall’obbligo di ristrutturazione, e a beneficiarne saranno:
le seconde case; gli edifici di pregio artistico; gli edifici riconosciuti meriti storico-architettonici e gli edifici di culto
Non facciamo fatica a comprendere chi sarà avvantaggiato da questa opzione. E, come spesso accade quando si ideano progetti “utopistici”, arriva la ciliegina sulla torta: la stretta sugli elettrodomestici.
L’Europa intende abolire definitivamente l’uso del gas entro il 2029; nel pratico significa stop a tutte le caldaie a gas, così come dei fornelli a gas in cucina. Si dovrà sostituire l’impianto e fruire esclusivamente di elettricità per cucinare, illuminare e scaldare la casa e l’acqua sanitaria.
Si dovranno infine cambiare anche il frigorifero o il condizionatore, se vetusto e funzionante con gli idrofluorocarburi. Queste sostanze sono note anche come F-gas, che secondo gli esperti aumentano l’effetto serra sul Pianeta.