I nuovi studi sull’aspartame hanno messo in evidenza i suoi possibili effetti dannosi per l’organismo. Quanto emerso è davvero preoccupante.
L’aspartame è uno dei dolcificanti artificiali più popolari al mondo, utilizzato in numerosi alimenti e bevande, ma anche in diversi farmaci. Scoperto negli anni ’60, il suo utilizzo è stato approvato a distanza di 20 anni, sollevando fin da subito non pochi dubbi sulla sua sicurezza per la salute. Di recente gli studi ad opera dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) hanno messo in evidenza i suoi possibili effetti dannosi.
Intorno al dolcificante – gustoso tanto quanto lo zucchero, ma senza avere le sue stesse calorie – sono sempre circolate voci contrastanti. Diverse ricerche, in passato, hanno sottolineato l’assenza di rischi per la salute se il suo consumo non supera determinati valori. Ma cos’è, esattamente, l’aspartame? Si tratta di un dipeptide, termine usato per indicare un composto organico formato dall’unione di due aminoacidi.
È un prodotto artificiale che il chimico James Schlatter ha scoperto nel 1965. Dal 1981 viene regolarmente commercializzato. In quell’anno, infatti, ha ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration degli Stati Uniti. Una mossa che ha sollevato diverse polemiche. In particolare perché all’epoca l’ente si era fondato su indagini non totalmente attendibili.
Aspartame, per quale motivo è tanto popolare?
La FDA è stata criticata per essersi affidata a studi inesatti, con la conseguenze diffusione di numerose ipotesi sulla pericolosità dell’aspartame. Ciò ha portato diversi enti a svolgere ulteriori accertamenti. Da quando è stato scoperto, l’ingrediente si è affermato come uno degli alimenti più testati e le indagini recenti hanno confermato la sua sicurezza per la salute.
Il successo dell’aspartame, che oggi figura come uno dei dolcificanti più utilizzati al mondo, è dovuto soprattutto al suo apporto calorico, inferiore rispetto a quello dello zucchero tradizionale. A differenza di quest’ultimo, inoltre, l’aspartame non va ad intaccare i valori di glicemia, colesterolo, insulina e trigliceridi.
Per questo motivo è apprezzato particolarmente dalle persone che seguono una dieta (in molti lo preferiscono nella convinzione che sia in grado di far perdere peso), ma anche da chi soffre di diabete. Si trova in numerose bevande e prodotti, non solo di pasticceria. Viene utilizzato negli alimenti a base di latte, per esempio, come yogurt e gelati.
Tuttavia gli esperti consigliano di non esagerare con il consumo del dolcificante: la dose giornaliera massima è di 40 mg/kg di peso. Le polemiche legate all’ingrediente ruotano soprattutto intorno alla sua presunta neuro-tossicità per l’organismo. L’aspartame, secondo tali ipotesi, sarebbe responsabile di effetti collaterali come nausea, cefalea, alterazioni all’equilibrio e disturbi dell’umore.
I nuovi studi sul dolcificante
Di studi sull’alimento ne sono stati fatti tanti e, di recente, la IARC è scesa nuovamente in campo con nuovi (e preoccupanti) aggiornamenti. L’Internation Agency for Research on Cancer è un organismo internazionale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) impegnato nella ricerca sui fattori scatenanti del cancro.
Secondo quanto dichiarato dalla Reuters, la IARC nei prossimi giorni potrebbe dichiarare l’aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo”. La conferma dovrebbe arrivare il 14 luglio, con la pubblicazione degli esiti della ricerca sull’ingrediente sulla rivista Lancet Oncology.
Lo studio è stato svolto da un team di esperti tra il 6 e il 13 giugno e, al momento, un altro gruppo OMS-FAO (acronimo che sta per Food and Agriculture Organization of the United Nations) è impegnato in una serie di valutazioni per determinare i valori di una dose di aspartame non dannosa.
Dovremo aspettare ancora qualche giorno per scoprire se tutte le ipotesi sulla tossicità dell’aspartame troveranno conferma o meno. Per il momento, tuttavia, l’OMS ha precisato che non aiuta nella perdita di peso, andando a sfatare il mito che ha contribuito alla sua popolarità tra i consumatori.
Le opinioni contrastanti
L’Organizzazione ha dichiarato che i dolcificanti in generale non hanno utilità di alcun tipo in tal senso, invitando chiunque soffra di obesità ad affidarsi a soluzioni alternative. L’intento è di evitare i “potenziali effetti indesiderati”, tra i quali vengono indicati un incremento delle probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, oltre che il diabete, e “mortalità negli adulti”.
Mentre attendiamo gli esiti dell’indagine della IARC, la comunità scientifica sembra alquanto divisa. Come riportato da Open, l’epidemiologo dell’Università di Milano Carlo La Vecchia, impegnato nelle ricerca sull’aspartame da almeno dieci anni, ha spiegato in un’intervista a Repubblica di non aver mai “riscontrato problemi negli esseri umani”. L’inserimento nella lista dei “possibili cancerogeni”, inoltre, non andrebbe ad apportare grandi cambiamenti.
Al suo interno, secondo quanto spiegato dall’esperto, si trovano già oltre 300 sostanze. La IARC, infatti, si basa su un sistema di classificazione composto da quattro diverse sottocategorie: nel primo gruppo ci sono le sostanze indicate come cancerogene in seguito a comprovati studi; mentre nei gruppi 2A e 2B si trovano quelle “potenzialmente” capaci di provocare l’insorgenza di cancro, ma con prove che hanno portate differenti.
Diversa è l’opinione di altri esperti, come il presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute Giorgio Calabrese. Il nutrizionista ha consigliato di “far prevalere il principio di precauzione” e di “evitare il consumo abbondante e prolungato nel tempo” quando si tratta di sostanze come l’aspartame.