Quando si lavora al computer tutta la giornata a volte si trascurano i rischi incredibili che corriamo anche inavvertitamente.
I rischi possono essere evitati adottando settimanalmente alcuni accorgimenti. Sono indispensabili per evitare guai di cui la maggior parte delle volte nemmeno siamo consapevoli.
A volte le abitudini quotidiane, quando sono cattive abitudini, possono farci correre dei rischi. L’abitudine infatti è come un velo silenzioso steso sopra a gesti che compiamo tutti i giorni. Tutte operazioni trasformate così in routine, come se avessimo attivato una sorta di invisibile pilota automatico.
In cima alla lista di queste malsane abitudini svetta la sedentarietà. Nei Paesi occidentali lo stile di vita sedentario si è diffuso in parallelo alla diffusione del lavoro d’ufficio, da svolgere seduti davanti alla scrivania.
Una cattiva abitudine peraltro propiziata in questi ultimi anni dalla forzata inattività dovuta alle restrizioni della pandemia. Per non parlare dell’uso di mezzi di trasporto come l’auto o dell’abitudine di impegnarsi anche nel tempo libero dal lavoro in attività statiche (come guardare la televisione, giocare col cellulare, scrollare il display dello smartphone per controllare le notifiche dei social, ecc.).
Rimanere inattivi gran parte della giornata, senza fare esercizio fisico, significa però adottare uno stile di vita malsano per la salute. È ormai assodato che la sedentarietà ha ricadute come l’indebolimento della muscolatura e delle ossa, il sovraccarico della schiena, la riduzione dell’ossigenazione di organi e tessuti.
Ma non è finita qui: secondo l’OMS una vita sedentaria fa crescere il rischio di patologie vascolari e di ammalarsi di diabete, favorisce obesità e sovrappeso, fa aumentare il rischio di tumore al colon. Può anche essere all’origine della pressione alta e di disturbi metabolici, così come della depressione, dell’ansia e di problemi di concentrazione. Senza contare i problemi all’apparato digerente.
Forse allora non aveva tutti i torti lo scrittore londinese G. K. Chesterton, vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, a ricordarci che siamo tutti un po’ vittime di un’illusione ottica. Già ai suoi tempi la vita moderna cominciava a diventare quella di una industriosa società del rumore, invasa dal trambusto delle attività quotidiane, a cominciare dai trasporti.
Ma ci sbagliamo, suggeriva Chesterton, a credere che la tumultuosità della nostra epoca sia sinonimo di dinamismo. È vero il contrario: il rumore onnipresente delle nostre città indica che i tratti principali della nostra epoca sono piuttosto pigrizia e stanchezza. Se camminassimo con le nostre gambe, facendo a meno di auto e taxi, faremmo sicuramente meno rumore. Con più attività umana ci sarebbe meno rumore di macchine. Se il mondo umano fosse più dinamico ci sarebbe più silenzio in giro.
Certo, Chesterton era uno scrittore di paradossi e va preso come tale. Ma bisogna ammettere che in questo caso il paradosso un fondo di verità ce l’ha. E soprattutto contiene un implicito invito a muoversi con le proprie forze naturali. Ovvero ad adottare quella che può essere un’ottima soluzione contro lo stile di vita sedentario. Non è un mistero infatti che l’assenza di moto promossa dalla sedentarietà si può contrastare molto banalmente muovendosi. Camminando, andando in bicicletta, facendo della sana attività fisica (non necessariamente sportiva).
Ma la sedentarietà non è l’unico pericolo invisibile di un lavoro sedentario come quello d’ufficio, passato quasi interamente davanti a un computer. Sì, perché anche oggetti diventati ormai di uso quotidiano possono celare insidie insospettabili.
Nella fattispecie parliamo della tastiera del computer. Secondo alcuni studi la tastiera del nostro pc è un vero ricettacolo di batteri. Pare che su questo oggetto su cui digitiamo tutti i giorni si possa accumulare una quantità di batteri 20 mila volte superiore a quella che troviamo sulla tavoletta del wc.
Ma è perfino superfluo notare che la nostra percezione dei pericoli dell’igiene è completamente invertita e non penseremmo mai che scrivere sulla tastiera del computer sia un atto decine di migliaia di volte meno igienico che mettere le mani dalle parti del water.
Proprio perché la pulizia della tastiera del notebook è sottovalutata sotto il profilo igienico pulirla diventa importante per tutta una serie di motivi. Come ricordavamo prima, nel periodo della pandemia di Covid il pc è diventato uno strumento ancor più fondamentale per svolgere gran parte delle attività quotidiane.
E così, tra studio e smart working, le ore passate a digitare sulla tastiera sono lievitate. E non solo: con le ore sulla tastiera sono aumentati anche i pasti davanti allo schermo e lo stesso vale per le videocall (spesso interminabili) di lavoro e non.
Di conseguenza i tasti si sono sempre più ricoperti di sporcizia. Sulla tastiera finisce un po’ di tutto tra briciole, residui di cibo, capelli, polvere, peli dei nostri animali domestici, resti appiccicosi di ogni tipo. In sostanza, si accumula tutto ciò che contribuisce alla proliferazione dei germi.
Perciò pulire la tastiera è un’operazione che non solo serve a mantenere la funzionalità del nostro computer (i tasti dopo un po’, ce ne siamo accorti tutti, cominciano a diventare renitenti alla pressione delle nostre dita), ma anche per una questione puramente sanitaria.
Il problema è che la tastiera è un oggetto delicato, che potrebbe essere danneggiato se pulito in maniera poco accorta. Ecco dunque qualche consiglio per ripulirla con cura e igienizzarla senza fare danni, essendo certi di aver rimosso tutta la sporcizia accumulatasi tra i tasti e nelle fughe. Si tratta di operazioni che sarebbe consigliabile fare settimanalmente.
Il primo step per la pulizia della tastiera ovviamente è quello di spegnere il nostro computer. In modo da evitare che durante le operazioni possiamo inavvertitamente schiacciare qualche tasto che faccia svanire nel nulla progetti importanti.
A computer spento poi eventuali liquidi che dovessero colare tra un tasto e l’altro farebbero meno guai. C’è chi consiglia di farsi sempre un back-up prima di cominciare la pulizia (ma questo è un discorso che vale in generale). Ad ogni modo è sempre meglio non pulire col computer acceso.
Dopo aver spento il computer possiamo procedere con la pulizia superficiale della tastiera. In questa prima fase della nostra personale guerra contro lo sporco che si nasconde nella tastiera l’obiettivo deve essere quello di rimuovere tutte le briciole e gli altri corpuscoli che si annidano tra un tasto e l’altro e nelle fughe.
Per eliminare tutti questi elementi indesiderati possiamo servirci di un pennello o di uno spazzolino (naturalmente asciutto). Successivamente dovremo ribaltare la tastiera e battere con delicatezza sul fondo (niente forza bruta se non volete cambiare prima del tempo la tastiera) per far cadere gli ultimi rimasugli. In caso può tornare utile anche uno stuzzicadenti per cercare di arrivare ai rimasugli più “ostinati”, più difficili da levare via perché rimasti incastrati da qualche parte.
Chi invece preferisce metodi più tecnologici può optare per un’aspirapolvere, con apposito riduttore. Anche in questo caso va calibrata la potenza, che deve essere al minimo per non danneggiare i tasti o risucchiarli. Si può usare anche l’aria compressa, sempre facendo attenzione a dosarla a bassa potenza. In questo caso sarà sufficiente puntare il getto verso la tastiera, muovendosi poi a zig zag in maniera da intercettare tutte le fughe. Una valida alternativa può essere anche il phon, ricordandosi però di usare il flusso di aria fredda.
Se proprio non si riescono a sbloccare le particelle rimaste incastrate nella tastiera potrebbe essere necessario smontare la copertura della tastiera. Trattandosi però di un’operazione non semplice da eseguire – specialmente per alcuni modelli di tastiera – è meglio far fare a qualche esperto.
Adesso possiamo pulire la tastiera in superficie provvedendo a eliminare macchie, germi e aloni. Meglio usare salviette con semplice acqua o eventualmente con una goccia di alcol denaturato, senza impiegare alcun tipo di detergente aggressivo.
Nelle operazioni di pulizia della tastiera meglio usare dei panni morbidi, non ruvidi, avendo cura di strizzarli bene in maniera da non farli gocciolare senza far colare del liquido sulla tastiera. È altamente sconsigliato invece spruzzare acqua o altri detergenti direttamente sui tasti. Sempre a pc spento, col panno o la salvietta umidi dovremo pulire ogni singolo tasto ricordandoci di strofinare con delicatezza le fughe tra un tasto e l’altro, oltre che le altre parti della tastiera.
Dopo aver rimosso macchie, aloni e incrostazioni varie bisognerà fare un passaggio con la salvietta disinfettante, facendo attenzione che non ci sia contenuto di candeggina. Infine ripetiamo il procedimento un’ultima volta usando soltanto della semplice acqua.
Dopo la rimozione di macchie e aloni e la disinfezione della tastiera siamo giunti infine all’ultimo passaggio: l’asciugatura. Per asciugare la tastiera è sempre meglio usare un panno morbido. Una superficie abrasiva infatti potrebbe rovinare i tasti. Sarebbe ideale servirsi di un panno in microfibra ma in mancanza possiamo utilizzare anche una pezzuola come quelle che si usano per pulire le lenti degli occhiali.
Una volta asciugata la tastiera potremo riavviare il computer. Quante volte alla settimana bisognerebbe pulire la tastiera con questo procedimento? La pulizia andrebbe ripetuta una volta a settimana e, in generale, tutte le volte che la tastiera è sporca, specialmente in estate.
Già che ci siamo, oltre alla tastiera potremmo anche voler pulire lo schermo del computer. Il procedimento è molto simile. Solo bisognerà stare attenti a non usare prodotti detergenti all’infuori di quelli specifici, ma soltanto acqua.
Anche per pulire lo schermo del pc meglio puntare su un panno in microfibra, da strizzare bene e soltanto da inumidire leggermente. Potremo usarlo per levare germi, aloni e impronte dallo schermo evitando di graffiare la superficie antiriflesso dello schermo. Un altro passaggio importante è l’asciugatura dello schermo, da fare sempre con un panno in microfibra.
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